Borgorosso-Ideale Bari: paradiso o inferno

Fischio d'inizio (ore 17) al Campo Sportivo Area Virtus Ludi, Loseto-Adelfia.

sabato 30 maggio 2015 7.15
A cura di Andrea Teofrasto
Accarezzare un sogno, stringerlo a sé, cullarselo e respirarne il profumo. Sentire che quel sogno ti può sfuggire dalle mani, avvertire le forze e la voglia di alzare al cielo un altro trofeo, non riuscire neanche più a pensare. E poi, cadere a terra, in ginocchio. In quel rettangolo di gioco due le possibilità: correre e festeggiare oppure asciugarsi le lacrime dal viso e guardare un estraneo che sta accarezzando il suo sogno. Lo sta stringendo. Lo sta cullando e ne sta respirando il profumo. Eppure era il tuo sogno, eppure ce lo avevi lì, proprio tra le mani. Ma la vita è crudele, e il calcio di più. Può bastare un attimo per ritrovarsi a mani vuote. Per guardare dentro gli occhi amici e trovarci dentro solo un oceano di lacrime.



Campo Sportivo Area Virtus Ludi. Loseto-Adelfia. 30 maggio 2015. E' la notte di Borgorosso Molfetta-Ideale Bari Calcio. E' la finale della Coppa Puglia. Nel calcio le favole delle cosiddette "Cenerentole", squadre che si presentano sul palcoscenico più ambito e si prendono lo scettro, anche solo per una sera, intendendo per una sera una Coppa o un campionato si sprecano. Si sprecano, e, almeno a noi, piacciono anche parecchio. Poi però ogni tanto arriva qualcuno che dall'anonimato issa, di prepotenza, la sua bandiera sulla stessa cima dove svettano le bandiere dei grandi, dei più grandi di sempre. E, allora, dalla favola si passa alla storia.



E' un po' quello che, durante questa stagione, ha fatto il Borgorosso di Michele Patruno. E' arrivato, dall'anonimato della provincia, sull'Everest dei più grandi. Praticamente una di quelle poche squadre, capaci, di arrivare a vincere campionato (passando per i playoff) e capaci di arrivare in finale di Coppa Puglia. Ma questa è una storia ancora da scrivere. E' arrivato quasi in sordina, tra lo scetticismo generale, e ha conquistato quasi tutto quello che c'era da conquistare, facendo sognare chi credeva in un altro calcio, facendo innamorare tanti appassionati, facendone piangere altrettanti. Il Borgorosso oggi, si guarda allo specchio e vede, in fondo alla sua anima, quell'ultimo passo da compiere, quegli ultimi 90' decisivi.



L'approdo in finale di Coppa Puglia è firmato dal suo tecnico, Michele Patruno, che ha messo in mostra un calcio educato e bello da vedere, e che si fatto notare ovunque. Ora il Borgorosso Molfetta ha la possibilità di poter toccare finalmente il cielo con un dito: è la finale, l'ultimo atto di una stagione gloriosa, è il grande palcoscenico cui finalmente affacciarsi. E' finalmente il ballo di gala, il salone degli specchi del calcio che conta.