Antonio Ragno, l’etica del lavoro di mister Virtus

Coach sempre concentrato sul parquet, in allenamento e in partita

sabato 1 ottobre 2016 18.33
A cura di Andrea Teofrasto
Un giorno Antonio Ragno, decise di diventare un allenatore. Aveva seguito la Virtus fin dai tempi della B2, della A dilettanti, un agonista da gradinata che tendeva a guardare quel roster in casa e in trasferta. Sognava il parquet del PalaPoli e da lì costruì le basi per la sua carriera futura.

Assunto dalla Virtus in circostanze rocambolesche: ricostruire un gruppo ripartendo da zero. Ragno tra giovanili e prima squadra sarebbe diventato un uomo Virtus, il più longevo, apprezzato per l'etica lavorativa, l'atteggiamento e la straordinaria preparazione.

Ragno è l'allenatore che quando la squadra festeggia una vittoria è al video per "tagliare" la partita possesso dopo possesso e analizzarla. Può dirti la percentuale di successo di un gioco, di una scelta difensiva, quanto gli avversari usano il pick and roll o vanno in isolamento.

Ragno è l'allenatore che quando la squadra piange su una sconfitta, è al video. Che quando rientra a casa dopo le partite interne si siede attento, concentrato, per continuare a lavorare, per mangiare minuti utili al suo lavoro, è l'allenatore che può dirti, con certezza, dove e come una partita è stata decisa, cui basta sentire la chiamata del playmaker avversario o dell'allenatore per anticipare quello che succederà.

E gridare cosa sta per accedere. Alle volte è quasi una condanna: sapere prima cosa sta per succedere ma potersi limitare solo ad urlare un'indicazione nella speranza venga recepita in una frazione di secondo.

Il lavoro di Antonio Ragno non si esaurisce mai. La sua scuola cestistica, la sua estrazione è totalmente Virtussina. Sul parquet, in allenamento, e in partita, è sempre concentrato e mai compassato tanto da diventare una bomba di energia. Tutto per essere sempre un passo avanti.