A Molfetta fa tutto da solo: Lanza è presidente e allenatore
Moscelli va via. Ignazio De Nichilo torna in panchina?
sabato 3 settembre 2016
13.31
Mauro Lanza è quello che ha sempre la tuta. La tuta, come abito da lavoro e da telecamera, perché non c'è differenza. Spara a zero su tutti. Allenatori, giocatori e quant'altri, secondo lui "rovinano il calcio". Mauro Lanza, gestore di un distibutore di benzina e presidente della Molfetta Sportiva, la società se la gestisce come meglio crede.
Nonostante le ultime annate difficili lui, però, non dispera. Con la stessa facilità con cui indossa la tuta da lavoro, è pronto a mettere la divisa da allenatore. Sente di poter insegnare ancora molto ai giovani. Soprattutto in campo, quando c'è da lottare con il cuore. È ancora sicuro di poterlo fare. È senza dubbio un personaggio.
Se fossimo nei panni di un tifoso della Molfetta Sportiva 1917 saremmo preoccupati. Più che per la campagna acquisti estiva, tutt'altro che drammatica, gettano nello sconforto le mosse di Mauro Lanza. Il presidente biancorosso sembra intenzionato anche quest'anno a battere ogni record di incoerenza. Record che peraltro già gli appartiene. Al momento la panchina della Molfetta Sportiva è ancora vacante. Roba da guinness mondiale.
Chi arriva in panchina? Bella domanda. Priva di risposte però. Una polveriera insomma, che ha portato Fabio Moscelli, acquistato lo scorso luglio, ad abbandonare la squadra. Alla faccia di ogni tipo di progetto, sembra che Lanza sia ormai vittima del suo personaggio. Per forza costretto a stupire, a "migliorare" le sue performance decisionali.
Ma Lanza è uomo duro, di quelli che conoscono il campo e lo spogliatoio e non si tirano indietro, non le mandano a dire. Eppure solo qualche mese fa sul campo è andata di male in peggio, collezionando prove opache e figure barbine.
Il che, va detto, fa parte dell'eterna psicopatologia calcistica della Molfetta Sportiva. Alla Molfetta, squadra femmina e pazza ci si suicida sempre con uno strano, indecifrabile e altrove irripetibile mix di sufficienza, distrazione, arroganza, inadeguatezza pedatoria ben amalgamato da un presidente-allenatore ormai orbato del lume della ragione tattica.
Tutto questo, di solito, sconfina o trova alimento nella decisione (che davvero vorremmo credere inconscia, ma non si sa mai) della societa di puntare nuovamente - con ogni probabilità - su Ignazio de Nichilo, più che mai vicino a risedersi in panchina.
Nonostante le ultime annate difficili lui, però, non dispera. Con la stessa facilità con cui indossa la tuta da lavoro, è pronto a mettere la divisa da allenatore. Sente di poter insegnare ancora molto ai giovani. Soprattutto in campo, quando c'è da lottare con il cuore. È ancora sicuro di poterlo fare. È senza dubbio un personaggio.
Se fossimo nei panni di un tifoso della Molfetta Sportiva 1917 saremmo preoccupati. Più che per la campagna acquisti estiva, tutt'altro che drammatica, gettano nello sconforto le mosse di Mauro Lanza. Il presidente biancorosso sembra intenzionato anche quest'anno a battere ogni record di incoerenza. Record che peraltro già gli appartiene. Al momento la panchina della Molfetta Sportiva è ancora vacante. Roba da guinness mondiale.
Chi arriva in panchina? Bella domanda. Priva di risposte però. Una polveriera insomma, che ha portato Fabio Moscelli, acquistato lo scorso luglio, ad abbandonare la squadra. Alla faccia di ogni tipo di progetto, sembra che Lanza sia ormai vittima del suo personaggio. Per forza costretto a stupire, a "migliorare" le sue performance decisionali.
Ma Lanza è uomo duro, di quelli che conoscono il campo e lo spogliatoio e non si tirano indietro, non le mandano a dire. Eppure solo qualche mese fa sul campo è andata di male in peggio, collezionando prove opache e figure barbine.
Il che, va detto, fa parte dell'eterna psicopatologia calcistica della Molfetta Sportiva. Alla Molfetta, squadra femmina e pazza ci si suicida sempre con uno strano, indecifrabile e altrove irripetibile mix di sufficienza, distrazione, arroganza, inadeguatezza pedatoria ben amalgamato da un presidente-allenatore ormai orbato del lume della ragione tattica.
Tutto questo, di solito, sconfina o trova alimento nella decisione (che davvero vorremmo credere inconscia, ma non si sa mai) della societa di puntare nuovamente - con ogni probabilità - su Ignazio de Nichilo, più che mai vicino a risedersi in panchina.