Vino adulterato, blitz dei Carabinieri: tra gli indagati anche un 55enne di Molfetta
Aveva dato vita ad un sistema che permetteva di ottenere vino a basto costo, commercializzato come un prodotto di qualità
giovedì 1 agosto 2019
15.22
C'è anche un 55enne di Molfetta fra gli indagati a piede libero nell'ambito dell'operazione "Ghost Wine", effettuata dai Carabinieri del Gruppo per la Tutela della Salute in Campania ed in Puglia che ha portato, nei giorni scorsi, all'arresto di 11 persone e al sequestro di 6 aziende.
L'uomo è stato inserito nella lista dei 30 indagati a vario titolo non sottoposti ad alcuna misura cautelare. Le attività investigative hanno permesso di sgominare tre associazioni a delinquere fra le province di Lecce e Brindisi, per certi versi complementari tra loro, che avevano messo in atto un sistema commerciale che permetteva di ottenere prodotto vinoso a basto costo, commercializzato successivamente come di qualità o addirittura biologico, Doc e Igt.
Il tutto ha preso il via da un controllo a un'azienda all'interno della quale sono state trovate dai Carabinieri enormi sacche di zucchero.
Nello specifico attraverso la pratica della fermentazione alcolica di miscele di sostanze zuccherine ottenute dalla canna da zucchero e della barbabietola, si aumentava il volume del mosto. Non solo perché gli investigatori si sono trovati di fronte a veri e propri professionisti, in quanto le miscele erano talmente ben combinate da fare sì che le strumentazioni per il controllo della qualità avessero difficoltà nell'attestare la non genuinità del prodotto.
Nel corso delle verifiche, infatti, i militari hanno acquisito vere e proprie "formule" per l'utilizzo dello zucchero che, insieme ad altre sostanze, attraverso l'utilizzo di processi enologici illegali, rendevano nuovamente idoneo il vino che stava iniziando ad acetificare o quello di cattiva qualità, grazie a una nuova fermentazione, oppure per la produzione di vino con l'utilizzo dello zucchero miscelato ad altre sostanze chimiche.
Al termine delle indagini i militari hanno evidenziato l'esistenza di vari reati di natura associativa e non nei confronti degli indagati, fra cui il 55enne di Molfetta, coinvolto nell'operazione "Ghost Wine", vino fantasma. Perché veniva venduto come prodotto di qualità. E invece era realizzato sfruttando anche scarti.
L'uomo è stato inserito nella lista dei 30 indagati a vario titolo non sottoposti ad alcuna misura cautelare. Le attività investigative hanno permesso di sgominare tre associazioni a delinquere fra le province di Lecce e Brindisi, per certi versi complementari tra loro, che avevano messo in atto un sistema commerciale che permetteva di ottenere prodotto vinoso a basto costo, commercializzato successivamente come di qualità o addirittura biologico, Doc e Igt.
Il tutto ha preso il via da un controllo a un'azienda all'interno della quale sono state trovate dai Carabinieri enormi sacche di zucchero.
Nello specifico attraverso la pratica della fermentazione alcolica di miscele di sostanze zuccherine ottenute dalla canna da zucchero e della barbabietola, si aumentava il volume del mosto. Non solo perché gli investigatori si sono trovati di fronte a veri e propri professionisti, in quanto le miscele erano talmente ben combinate da fare sì che le strumentazioni per il controllo della qualità avessero difficoltà nell'attestare la non genuinità del prodotto.
Nel corso delle verifiche, infatti, i militari hanno acquisito vere e proprie "formule" per l'utilizzo dello zucchero che, insieme ad altre sostanze, attraverso l'utilizzo di processi enologici illegali, rendevano nuovamente idoneo il vino che stava iniziando ad acetificare o quello di cattiva qualità, grazie a una nuova fermentazione, oppure per la produzione di vino con l'utilizzo dello zucchero miscelato ad altre sostanze chimiche.
Al termine delle indagini i militari hanno evidenziato l'esistenza di vari reati di natura associativa e non nei confronti degli indagati, fra cui il 55enne di Molfetta, coinvolto nell'operazione "Ghost Wine", vino fantasma. Perché veniva venduto come prodotto di qualità. E invece era realizzato sfruttando anche scarti.