Verifica, Minervini: «Nuova fase altrimenti incapacità della classe dirigente»

La posizione del primo cittadino sempre più netta: dimissioni solo se ognuno assume le proprie responsabilità

sabato 12 dicembre 2020
Il 2020 politico di Molfetta si concluderà con una certezza: prosieguo o meno dell'attuale esperienza di governo della città.
E' la volontà di tutte le parti della maggioranza impegnate nella verifica amministrativa richiesta dal Partito Democratico.

Ma sapere, il 1 gennaio 2021, se essere o meno il sindaco di Molfetta è anche la prerogativa di Tommaso Minervini.
Il sindaco, infatti, avrebbe messo nero su bianco le proprie richieste ai suoi collaboratori: da consiglieri comunali a giunta fino ai vertici delle municipalizzate.

Minervini non intende dimettersi, ormai è chiaro ed è stato ribadito più volte anche pubblicamente.
Tuttavia, avrebbe scritto in un documento, che "in ogni caso questa verifica dovrà concludersi con una assunzione di responsabilità politica da parte di tutti sia per il continuare che per concludere questa stagione amministrativa".
Chiarissimo il sindaco: se dimissioni devono essere, tutti devono assumersi le proprie responsabilità davanti alla città.

L'uomo che aveva fatto sintesi nel 2017 tra il Partito Democratico e le liste civiche, in pratica, chiede trasparenza ulteriore nei confronti della città a cui di fatto ogni parte dovrà spiegare la propria posizione nel caso di caduta dell'attuale amministrazione prima della sua fine naturale nel 2022.
Il sindaco scrive alla sua maggioranza parole fortissime: parla, infatti, di "nuova fase di coesione politica e feconda" per proseguire insieme verso la fine del proprio mandato, intendendolo come una "prospettiva di continuità sullo sviluppo" della città. In caso contrario, scrive Minervini, "la non continuità della coalizione denoterebbe la precarietà e transitorietà del gruppo dirigente incapace di assicurare stabilità di governo cittadino e quindi di inaffidabilità complessiva del gruppo dirigente".

"Diversamente si avrebbe la prospettiva che una parte o tutti verrebbero fagocitati dalle dinamiche di contrapposizione se non di cannibalismo politico che inevitabilmente si innescherebbero", è la conclusione di Minervini.