Una finestra che si affaccia dal 1988 sui lavori al Baden Powell
L'intervista a un residente della 167: "Per anni ho provato rassegnazione e dispiacere, adesso vedo futuro"
mercoledì 31 maggio 2023
1.24
Abitare in via Leonardo Azzarita dal lontano 1988 e vedere finalmente il completamento dei lavori al parco Baden Powell non ha prezzo. Lo racconta Tommaso Spadavecchia, che dalla finestra di casa ha guardato per tutti questi anni lo stato di avanzamento dei lavori nell'ex Parco di Mezzogiorno.
«Finalmente dopo tanto tempo, a giorni, il parco Baden Powell vedrà la sua apertura - racconta Tommaso - dopo tante vicissitudini che hanno attraversato le varie amministrazioni che si sono susseguite negli anni e dopo tanti progetti che hanno subito variazioni, ora ci siamo».
Il suo è il racconto di un'attesa che sarà presto ricompensata.
«Dal balcone, quello che vedo mi sembra una bellissima opera - prosegue - come ogni spazio, però, non basta che venga costruito, bisogna saperlo preservare nel tempo. Se non lo si è già fatto, sarebbe bene pensare a un servizio di guardiania notturna per prevenire atti vandalici».
La speranza di Tommaso è quella che il Baden Powell non si fermi all'inaugurazione del prossimo 5 giugno.
«Nel nostro quartiere, ma in generale nella città, questa è una notizia bellissima - continua - ed è soprattutto il segnale tangibile del fatto che la 167 sia una zona in espansione, che sta scegliendo di valorizzarsi pian piano, vedi anche la presenza dello stadio da qualche anno ormai».
Il Baden Powell, insomma, è un'opera pubblica di rilievo, che per i residenti del quartiere ha anche un valore aggiunto.
«Da un punto di vista personale l'apertura del parco significa molto - ammette Tommaso - per anni mi sono affacciato alla finestra provando dispiacere e rassegnazione, adesso mi affaccio alla finestra e posso finalmente immaginare un futuro per quel parco».
Quando gli viene chiesto quali sono le sue aspettative sul Baden Powell, la sua risposta è decisa.
«All'interno di questo polmone verde vorrei vedere passeggiate, amicizie e legami - dichiara -vorrei che il Baden Powell diventasse un contenitore, un centro di aggregazione, perché nel quartiere, al momento, gli unici luoghi con questa funzione sono gli spazi messi a disposizione dalle parrocchie».
«Finalmente dopo tanto tempo, a giorni, il parco Baden Powell vedrà la sua apertura - racconta Tommaso - dopo tante vicissitudini che hanno attraversato le varie amministrazioni che si sono susseguite negli anni e dopo tanti progetti che hanno subito variazioni, ora ci siamo».
Il suo è il racconto di un'attesa che sarà presto ricompensata.
«Dal balcone, quello che vedo mi sembra una bellissima opera - prosegue - come ogni spazio, però, non basta che venga costruito, bisogna saperlo preservare nel tempo. Se non lo si è già fatto, sarebbe bene pensare a un servizio di guardiania notturna per prevenire atti vandalici».
La speranza di Tommaso è quella che il Baden Powell non si fermi all'inaugurazione del prossimo 5 giugno.
«Nel nostro quartiere, ma in generale nella città, questa è una notizia bellissima - continua - ed è soprattutto il segnale tangibile del fatto che la 167 sia una zona in espansione, che sta scegliendo di valorizzarsi pian piano, vedi anche la presenza dello stadio da qualche anno ormai».
Il Baden Powell, insomma, è un'opera pubblica di rilievo, che per i residenti del quartiere ha anche un valore aggiunto.
«Da un punto di vista personale l'apertura del parco significa molto - ammette Tommaso - per anni mi sono affacciato alla finestra provando dispiacere e rassegnazione, adesso mi affaccio alla finestra e posso finalmente immaginare un futuro per quel parco».
Quando gli viene chiesto quali sono le sue aspettative sul Baden Powell, la sua risposta è decisa.
«All'interno di questo polmone verde vorrei vedere passeggiate, amicizie e legami - dichiara -vorrei che il Baden Powell diventasse un contenitore, un centro di aggregazione, perché nel quartiere, al momento, gli unici luoghi con questa funzione sono gli spazi messi a disposizione dalle parrocchie».