Referendum per uscire dalla Città Metropolitana e per non svendere il porto
Azzollini: «Nessuno si metta di traverso tra noi e la democrazia»
martedì 17 febbraio 2015
12.30
«Molfetta rischia di diventare una mera periferia degradata di Bari, per questo è urgente lasciare la Città Metropolitana di Bari e aderire alla provincia Bat.» Spiega così, il senatore Antonio Azzollini, la scelta di sostenere i due referendum popolari per uscire dalla Città Metropolitana di Bari e non aderire dall'Autorità Portuale del Levante. «C'è poca democrazia nel fatto che i rappresentanti istituzionali della Città Metropolitana, pur non essendo eletti dal popolo, esercitino poteri e competenze invasive sui sindaci eletti invece democraticamente. Inoltre - continua Azzollini - sul piano amministrativo non ha alcun senso una città metropolitana che comprenda territori compresi tra Molfetta, Monopoli e Altamura con caratteristiche ed esigenze così distanti e differenti tra loro. Meglio, dunque, aderire alla provincia della Bat: su questo faremo scegliere ai cittadini, nessuno si metta di traverso tra noi e la democrazia.»
«Esiste un patto che punta a svendere ad altri la nostra città» continua il senatore Azzollini con chiaro riferimento alla decisione dell'Amministrazione Natalicchio di cedere la gestione del porto all'Autorità Portuale di Bari: «Una scelta scellerata - dice Azzollini - basta andare sul sito internet dell'Autorità del Levante per accorgersi che i bilanci di questo ente sono ogni anno in perdita e che al presidente dell'Autorità Mariani hanno già revocato 86 milioni di euro per l'incapacità di realizzare investimenti.» Il dubbio, quindi, è che i fondi per costruire il porto di Molfetta possano prendere strade diverse da quelle per cui sono stati stanziati. Azzollini non risparmia una stoccata anche a Michele Emiliano che nei giorni scorsi era intervenuto a gamba tesa proprio sulla questione del porto di Molfetta: «Dopo la storia delle cozze pelose e degli "allievi" molfettesi è noto come Emiliano non sia molto bravo con le questioni di mare: da ora in poi farebbe meglio a occuparsi solo di funghi e sivoni.»
La parola ai cittadini, allora. Saranno gli stessi molfettesi a decidere se continuare a far parte della Città Metropolitana di Bari e se lasciare che il porto commerciale della città venga ceduto alla all'Autorità Portuale del Levante. Due scelte importanti per due referendum popolari che a questo punto diventano irrinunciabili «L'Amministrazione Natalicchio con uno scarsissimo senso di democrazia ha del tutto ignorato le firme di circa cinquemila cittadini che chiedevano al Comune di attivarsi per il dissequestro e la ripresa dei lavori del porto» spiega l'imprenditore portuale e promotore del movimento "Un'Opera da condurre in Porto" Vito Totorizzo ricordando la petizione popolare presentata al Comune a inizio anno. «Il porto è dei molfettesi e va costruito per Molfetta e per i comuni del circondario. Su questo è arrivato il momento di chiedere il consenso dei cittadini.»
«Non è possibile tollerare ancora il silenzio e l'inerzia di questa Amministrazione» ammonisce Enzo Tatulli, anch'egli tra i promotori dell'iniziativa referendaria. «Molfetta è una città che sta morendo, non è più accettabile che ci sia qualcuno che dica no allo sviluppo. Continuare a far parte della Città Metropolitana, così come svendere il Porto all'Autorità Portuale di Bari, significa di fatto abbandonare Molfetta in un totale isolamento economico, lasciandola fuori da tutti i processi decisionali riguardanti gli indirizzi di finanziamenti europei e nazionali, sanità, rifiuti, opere pubbliche. Attraverso la proposta di un referendum chiediamo a tutti i cittadini di Molfetta di riprendere in mano le sorti di questa città dando il proprio contributo di sensibilità »
Presenti all'anche i consiglieri comunali Ncd Luigi Roselli e Carmela Minuto che nei prossimi giorni presenteranno una proposta in consiglio comunale affinché si arrivi a un regolamento che disciplini lo svolgimento dei referendum.
«Esiste un patto che punta a svendere ad altri la nostra città» continua il senatore Azzollini con chiaro riferimento alla decisione dell'Amministrazione Natalicchio di cedere la gestione del porto all'Autorità Portuale di Bari: «Una scelta scellerata - dice Azzollini - basta andare sul sito internet dell'Autorità del Levante per accorgersi che i bilanci di questo ente sono ogni anno in perdita e che al presidente dell'Autorità Mariani hanno già revocato 86 milioni di euro per l'incapacità di realizzare investimenti.» Il dubbio, quindi, è che i fondi per costruire il porto di Molfetta possano prendere strade diverse da quelle per cui sono stati stanziati. Azzollini non risparmia una stoccata anche a Michele Emiliano che nei giorni scorsi era intervenuto a gamba tesa proprio sulla questione del porto di Molfetta: «Dopo la storia delle cozze pelose e degli "allievi" molfettesi è noto come Emiliano non sia molto bravo con le questioni di mare: da ora in poi farebbe meglio a occuparsi solo di funghi e sivoni.»
La parola ai cittadini, allora. Saranno gli stessi molfettesi a decidere se continuare a far parte della Città Metropolitana di Bari e se lasciare che il porto commerciale della città venga ceduto alla all'Autorità Portuale del Levante. Due scelte importanti per due referendum popolari che a questo punto diventano irrinunciabili «L'Amministrazione Natalicchio con uno scarsissimo senso di democrazia ha del tutto ignorato le firme di circa cinquemila cittadini che chiedevano al Comune di attivarsi per il dissequestro e la ripresa dei lavori del porto» spiega l'imprenditore portuale e promotore del movimento "Un'Opera da condurre in Porto" Vito Totorizzo ricordando la petizione popolare presentata al Comune a inizio anno. «Il porto è dei molfettesi e va costruito per Molfetta e per i comuni del circondario. Su questo è arrivato il momento di chiedere il consenso dei cittadini.»
«Non è possibile tollerare ancora il silenzio e l'inerzia di questa Amministrazione» ammonisce Enzo Tatulli, anch'egli tra i promotori dell'iniziativa referendaria. «Molfetta è una città che sta morendo, non è più accettabile che ci sia qualcuno che dica no allo sviluppo. Continuare a far parte della Città Metropolitana, così come svendere il Porto all'Autorità Portuale di Bari, significa di fatto abbandonare Molfetta in un totale isolamento economico, lasciandola fuori da tutti i processi decisionali riguardanti gli indirizzi di finanziamenti europei e nazionali, sanità, rifiuti, opere pubbliche. Attraverso la proposta di un referendum chiediamo a tutti i cittadini di Molfetta di riprendere in mano le sorti di questa città dando il proprio contributo di sensibilità »
Presenti all'anche i consiglieri comunali Ncd Luigi Roselli e Carmela Minuto che nei prossimi giorni presenteranno una proposta in consiglio comunale affinché si arrivi a un regolamento che disciplini lo svolgimento dei referendum.