Un'impresa speciale per cinque ragazze scout di Molfetta con l'associazione "Apertamente"
«I ragazzi ci hanno contagiato con il loro entusiasmo sin dal primo giorno»
giovedì 11 maggio 2023
8.04
Cinque ragazze scout unite dal desiderio di crescere, ma soprattutto di aiutare in maniera concreta chi ne ha bisogno. È l'impresa che ha visto protagoniste Mariateresa La Forgia, Ilenia Ventura, Melissa Angione, Simona Caputi e Flavia Gadaleta, giovani di Molfetta del Gruppo Scout AGESCI Molfetta 1, appartenente alla chiesa del Duomo, che hanno vissuto un'esperienza formativa con l'associazione "ApertaMente".
Nel gergo scoutistico, l'impresa è un sogno che accomuna i membri del reparto (quella fase del percorso scout che va dalla seconda media al secondo superiore) e che cambia la vita a ciascuno di loro. Per le ragazze molfettesi è stato proprio così.
«Siamo state a contatto con diversamente abili che ci hanno contagiato con il loro entusiasmo sin dal primo giorno - racconta Mariateresa - nonostante all'inizio fossimo spaesati un po' tutti, l'affetto naturale che abbiamo provato gli uni verso gli altri ha rotto il ghiaccio».
Il primo incontro, che si è svolto a inizio marzo, è stato interamente dedicato alla conoscenza.
«Avevamo di fronte ragazzi dai 18 anni in su, non sapevamo che tipo di attività proporre, così abbiamo iniziato con le attività di presentazione e con i giochi con la palla, per fare amicizia - continua Simona - poi quelle ore ci hanno (in)segnato così tanto da spingerci a programmare nuovi incontri insieme a loro».
L'esperienza formativa è proseguita volta per volta, ma soprattutto legame dopo legame.
Nei momenti successivi, le giovani scout hanno svolto con i ragazzi anche altre attività ricreative e laboratoriali.
«Nel penultimo incontro abbiamo preparato insieme la pasta di sale, con cui nell'ultimo appuntamento abbiamo realizzato e decorato bracciali - spiega Ilenia - ci era stato detto che di solito i ragazzi hanno paura a toccare gli oggetti, invece si sono messi in gioco e sono stati persino più bravi di noi».
Per Melissa quella con "Apertamente" è stata la prima esperienza in reparto, fatta di attimi che porterà con sé nel suo bagaglio di vita.
«Lo rifarei sicuramente, perché prima dell'impresa non avevo idea di cosa significasse trascorrere del tempo con ragazzi diversamente abili - afferma - invece ora ho imparato a conoscere i loro gusti, le loro passioni e il loro modo di vivere la felicità».
Nonostante l'impresa scout sia terminata, la promessa delle cinque molfettesi è quella di tornare ad "Apertamente". L'idea delle giovani è supportare l'associazione attraverso attività di autofinanziamento, destinate a raccogliere fondi per questa realtà attiva sul territorio.
«L'aspetto più bello è stato vedere la felicità nei loro occhi mentre trascorrevano del tempo con noi - racconta Flavia - abbiamo regalato a questi ragazzi dolcissimi dei momenti di svago e loro hanno donato a noi un affetto incommensurabile».
L'autenticità di questa esperienza è stata condivisa dalle cinque giovani anche con il reparto, il quale ha ospitato un ragazzo di "Apertamente" che, in precedenza, era uno scout.
«È stato molto contento di essere tra noi - sottolineano le ragazze - lo abbiamo accolto e coinvolto in giochi di gruppo, si è sentito subito a proprio agio».
Un'impresa che ha avuto tutto il sapore dell'amicizia, della lealtà e della solidarietà. Un'esperienza unica, che rivive ogni giorno nei cuori di chi vi ha preso parte.
Nel gergo scoutistico, l'impresa è un sogno che accomuna i membri del reparto (quella fase del percorso scout che va dalla seconda media al secondo superiore) e che cambia la vita a ciascuno di loro. Per le ragazze molfettesi è stato proprio così.
«Siamo state a contatto con diversamente abili che ci hanno contagiato con il loro entusiasmo sin dal primo giorno - racconta Mariateresa - nonostante all'inizio fossimo spaesati un po' tutti, l'affetto naturale che abbiamo provato gli uni verso gli altri ha rotto il ghiaccio».
Il primo incontro, che si è svolto a inizio marzo, è stato interamente dedicato alla conoscenza.
«Avevamo di fronte ragazzi dai 18 anni in su, non sapevamo che tipo di attività proporre, così abbiamo iniziato con le attività di presentazione e con i giochi con la palla, per fare amicizia - continua Simona - poi quelle ore ci hanno (in)segnato così tanto da spingerci a programmare nuovi incontri insieme a loro».
L'esperienza formativa è proseguita volta per volta, ma soprattutto legame dopo legame.
Nei momenti successivi, le giovani scout hanno svolto con i ragazzi anche altre attività ricreative e laboratoriali.
«Nel penultimo incontro abbiamo preparato insieme la pasta di sale, con cui nell'ultimo appuntamento abbiamo realizzato e decorato bracciali - spiega Ilenia - ci era stato detto che di solito i ragazzi hanno paura a toccare gli oggetti, invece si sono messi in gioco e sono stati persino più bravi di noi».
Per Melissa quella con "Apertamente" è stata la prima esperienza in reparto, fatta di attimi che porterà con sé nel suo bagaglio di vita.
«Lo rifarei sicuramente, perché prima dell'impresa non avevo idea di cosa significasse trascorrere del tempo con ragazzi diversamente abili - afferma - invece ora ho imparato a conoscere i loro gusti, le loro passioni e il loro modo di vivere la felicità».
Nonostante l'impresa scout sia terminata, la promessa delle cinque molfettesi è quella di tornare ad "Apertamente". L'idea delle giovani è supportare l'associazione attraverso attività di autofinanziamento, destinate a raccogliere fondi per questa realtà attiva sul territorio.
«L'aspetto più bello è stato vedere la felicità nei loro occhi mentre trascorrevano del tempo con noi - racconta Flavia - abbiamo regalato a questi ragazzi dolcissimi dei momenti di svago e loro hanno donato a noi un affetto incommensurabile».
L'autenticità di questa esperienza è stata condivisa dalle cinque giovani anche con il reparto, il quale ha ospitato un ragazzo di "Apertamente" che, in precedenza, era uno scout.
«È stato molto contento di essere tra noi - sottolineano le ragazze - lo abbiamo accolto e coinvolto in giochi di gruppo, si è sentito subito a proprio agio».
Un'impresa che ha avuto tutto il sapore dell'amicizia, della lealtà e della solidarietà. Un'esperienza unica, che rivive ogni giorno nei cuori di chi vi ha preso parte.