Un anno senza Guglielmo Minervini

Un anno senza la sua “rivoluzione gentile” che sempre più manca alla politica

mercoledì 2 agosto 2017
A cura di Matteo Diamante
E' trascorso esattamente un anno da quando l'ex Sindaco di Molfetta Guglielmo Minervini ci lasciava, portando con se tutti quei valori umani, civici e politici che in tutta la sua vita aveva pubblicamente sbandierato e perseguito.

Un anno senza Guglielmo Minervini è stato un anno con un vuoto abissale, la cui mancanza si è fatta fortemente sentire sia a livello locale che regionale (dove, ricordiamo, Minervini aveva ricoperto più volte l'incarico di Consigliere Regionale e Assessore Regionale).

Il tempo delle commemorazioni lascia il tempo che trova, poiché, più che ricordare il giorno della sua morte, sarebbe necessario ricordare tutta la sua vita e soprattutto quanto di importante è riuscito a trasmettere attraverso quella passione smisurata per la politica, quella con la "P" maiuscola.

Nei giorni successivi a quel buio 2 agosto, furono in tanti i media che facevano coincidere la scomparsa di Guglielmo Minervini con la fine di un quasi trentennale periodo storico, partito da Don Tonino Bello e giunto sino a Niki Vendola.
Con la sua "rivoluzione gentile" l'ex primo cittadino di Molfetta era riuscito a far emergere un modo di fare politica sconosciuto a molti; una politica considerata un mezzo e non un fine, per arrivare ad uno degli obiettivi principali dei suoi mandati amministrativi: i giovani. L'iniziativa di "Bollenti Spiriti" rappresenta un esempio emblematico di cosa un ente pubblico può essere in grado di fare per favorire la crescita e lo sviluppo di una società, che dovrebbe essere basata sulla salvaguardia delle forze giovanili, le sole capaci di far crescere un Paese moderno.

Dicevamo, un anno in cui molto è mancato del modo di pensare e agire di Guglielmo Minervini, deceduto da Consigliere Regionale di maggioranza in carica, ma sempre più in contrasto con il modo di fare politica del Governatore Michele Emiliano.
Chissà come avrebbe visto questo rimasto in Giunta, chissà che cosa avrebbe scritto puntualmente alle prime luci dell'alba sulla sua pagina Facebook?

L'assenza di Guglielmo Minervini si è fortemente sentita anche a livello locale.
La campagna elettorale si è conclusa da poco, ma proviamo a guardare indietro; riflettiamo sull'incapacità del centrosinistra di arrivare unito alle elezioni amministrative e soprattutto di esprimere il nome di un proprio candidato sindaco. Quello che era successo nel 2013, quando fu proprio Guglielmo Minervini a riportare a Molfetta Paola Natalicchio, puntando su un nome nuovo, su un volto giovane e con idee capaci di trovare la condivisione di molti.
Possiamo dire che al centrosinistra è mancato proprio Guglielmo Minervini e il suo ruolo di regista attivo nei tavoli politici di concertazione, molti dei quali (nella storia di qualche mese fa) si concludevano con un misero nulla si fatto.

L'eredità di Guglielmo Minervini, a poche settimane dalla sua scomparsa, è stata raccolta dalla Fondazione che porta il suo nome, fortemente voluta dalla sua famiglia. In poco meno di un anno, la Fondazione Guglielmo Minervini si è fatta promotrice di diversi eventi ed iniziative. Anche nell'evento del 28 luglio scorso la stessa Fondazione ha deciso di puntare ancora una volta l'attenzione su quei temi che hanno caratterizzato il percorso di Guglielmo Minervini, proiettato a guardare sempre in avanti e a cogliere nel futuro la possibilità del cambiamento.

Il tutto è racchiuso nell'ultimo scritto dell'ex assessore regionale alle politiche giovanili, dal titolo "La politica generativa", pubblicato pochi giorni prima della sua morte. Per Guglielmo la politica generativa era la chiave di volta per ritessere il legame tra cittadini e istituzioni e sconfiggere davvero una crisi che non è soltanto economica, ma può, deve, tramutarsi in occasione per il cambiamento.

Arrivederci Gugielmo!