Un anno fa moriva mons. Domenico Amato, prete innamorato di don Tonino Bello
Celebrazione a un anno dalla morte di mons. Domenico Amato, ore 19 Cattedrale di Molfetta
martedì 4 ottobre 2016
8.59
Era il 4 Ottobre 2015. E' passato un anno dalla morte di don Mimmo Amato. Un momento storico vissuto intensamente non solo dai cattolici ma dall'intera diocesi. Era stato lui, don Mimmo, in qualità di vice postulatore assieme, a S.E. Mons. Luigi Martella, a muovere i primi passi verso il processo di canonizzazione di don Tonino Bello. Monsignor Luigi Martella, vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, e il Rev.do Mons. Domenico Amato, ci tenevano entrambi molto. Innamorato di don Tonino Bello, del "vescovo degli ultimi", che don Mimmo aveva conosciuto in gioventù quando, da giovane prete lo nominò rettore del seminario vescovile di Molfetta e poi lo mandò, a Roma, a espletare il servizio come assistente nazionale del Msac, gli studenti di Azione cattolica.
Un sacerdote autentico, fuori dal comune, entrato nella storia. Quella con la "S" maiuscola, che registra il ricordo di don Mimmo Amato, venuto a mancare lo scorso anno. La straordinaria portata del suo ministero fa sì che egli sia stato un dono provvidenziale e una bussola sicura per la Chiesa dei nostri tempi, chiamata ad annunciare il Vangelo in un mondo segnato da una profonda crisi di Dio e, di conseguenza, dalla crisi dell'uomo.
Ha saputo coniugare alla perfezione sobrietà di vita e ricerca teologica, per annunciare al mondo la "buona notizia". Dopo aver scritto insieme al coautore, Gianni Di Santo, per Rizzoli la biografia di Mons. Bello, "La messa non è finita. Il vangelo scomodo di don Tonino Bello", nel 2012 aveva dedicato un'ulteriore riflessione al profeta degli ultimi nel testo "Don Tonino Bello, una biografia dell'anima". Tra le sue passioni vi erano i libri, lo studio, la Facoltà Teologica Pugliese, e, da ultimo, la direzione dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose di Bari, insieme all'essere vicario generale della diocesi in cui era nato, Molfetta-Giovinazzo-Ruvo-Terlizzi.
La sua competenza teologica e la sua disponibilità alla tenerezza e alla misericordia, oltre a una straordinaria preparazione dottrinale e una conoscenza non usuale del diritto canonico, erano riconosciute da tutti. La Chiesa pugliese ha perso uno straordinario Pastore, la teologia un raffinato suo interprete. Ma oggi, don Mimmo, l'intera diocesi ti immagina sorridente, al fianco del tuo mentore ed esempio, don Tonino Bello. Chi lo ha conosciuto, racconta di un sacerdote innamorato di Cristo e dal cuore grande. Priorità assoluta per mons. Domenico Amato era stare tra la gente, essere un "pastore", che sappia contagiare la gente con il suo amore per Cristo. Sacerdote che ha indossato la talare ben consapevole di avere in mente una Chiesa che sappia accogliere tutti, che sappia guardare al futuro con speranza, una Chiesa che abbia un cuore senza confini, una Chiesa dalla porta sempre aperta, la "Chiesa del grembiule".
Per questo, alle ore 19, presso la Cattedrale di Molfetta, tutta la Comunità diocesana e le comunità cittadine sono invitate a rendere omaggio e ad elevare preghiere per l'anima fedele del carissimo don Mimmo durante la celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo S.E. Mons. Domenico Cornacchia.
Un sacerdote autentico, fuori dal comune, entrato nella storia. Quella con la "S" maiuscola, che registra il ricordo di don Mimmo Amato, venuto a mancare lo scorso anno. La straordinaria portata del suo ministero fa sì che egli sia stato un dono provvidenziale e una bussola sicura per la Chiesa dei nostri tempi, chiamata ad annunciare il Vangelo in un mondo segnato da una profonda crisi di Dio e, di conseguenza, dalla crisi dell'uomo.
Ha saputo coniugare alla perfezione sobrietà di vita e ricerca teologica, per annunciare al mondo la "buona notizia". Dopo aver scritto insieme al coautore, Gianni Di Santo, per Rizzoli la biografia di Mons. Bello, "La messa non è finita. Il vangelo scomodo di don Tonino Bello", nel 2012 aveva dedicato un'ulteriore riflessione al profeta degli ultimi nel testo "Don Tonino Bello, una biografia dell'anima". Tra le sue passioni vi erano i libri, lo studio, la Facoltà Teologica Pugliese, e, da ultimo, la direzione dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose di Bari, insieme all'essere vicario generale della diocesi in cui era nato, Molfetta-Giovinazzo-Ruvo-Terlizzi.
La sua competenza teologica e la sua disponibilità alla tenerezza e alla misericordia, oltre a una straordinaria preparazione dottrinale e una conoscenza non usuale del diritto canonico, erano riconosciute da tutti. La Chiesa pugliese ha perso uno straordinario Pastore, la teologia un raffinato suo interprete. Ma oggi, don Mimmo, l'intera diocesi ti immagina sorridente, al fianco del tuo mentore ed esempio, don Tonino Bello. Chi lo ha conosciuto, racconta di un sacerdote innamorato di Cristo e dal cuore grande. Priorità assoluta per mons. Domenico Amato era stare tra la gente, essere un "pastore", che sappia contagiare la gente con il suo amore per Cristo. Sacerdote che ha indossato la talare ben consapevole di avere in mente una Chiesa che sappia accogliere tutti, che sappia guardare al futuro con speranza, una Chiesa che abbia un cuore senza confini, una Chiesa dalla porta sempre aperta, la "Chiesa del grembiule".
Per questo, alle ore 19, presso la Cattedrale di Molfetta, tutta la Comunità diocesana e le comunità cittadine sono invitate a rendere omaggio e ad elevare preghiere per l'anima fedele del carissimo don Mimmo durante la celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo S.E. Mons. Domenico Cornacchia.