Un anno di Mons. Cornacchia: «Questa comunità merita un 10»

La Chiesa di Mons. Cornacchia all'insegna della semplicità e della vicinanza alla gente

domenica 5 marzo 2017
A cura di Andrea Teofrasto
Discorsi a braccio, un linguaggio semplice e immediato. Ecco il primo anno di episcopato di Mons. Cornacchia. Era il 15 gennaio 2016 quando il Pontefice nominò Cornacchia vescovo della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, prima di entrare in Diocesi il 20 febbraio 2016.

La Chiesa di don Mimmo, come lo chiamano i fedeli, è una chiesa all'insegna della semplicità che vuole essere più vicina alla gente. Al centro sempre la famiglia, la missione della Chiesa e dei parroci e il contatto continuo e costante con i fedeli. «Se dovessi dare un voto a quest'anno – dice dalle pagine del settimanale Luce e Vita – darei un 10 con lode, non a me ma a questa splendida comunità diocesana che mi ha accolto, ospitato e ha avuto comprensione e pazienza con me. Siamo riusciti ad alzarci dopo un periodo un po' triste dovuto alla dipartita del Vescovo prima e del Vicario poi».

Continui i suoi richiami alla famiglia e al ruolo dei genitori. Mons. Cornacchia ha inventato un nuovo linguaggio fatto di contatti con i fedeli, tanto da spingerlo dai molfettesi d'America che lui stesso a voluto raggiungere lo scorso settembre, di selfie con i giovani che con lui sono stati in Polonia, per la Giornata Mondiale della Gioventù, di baci e benedizioni ai bambini, di parole semplici ma efficaci.