Un anno dalla tragedia del Franco P: a che punto siamo

Raguseo, segretario regionale Uiltrasporti: «Ritrovare i corpi dei dispersi resta una priorità»

giovedì 18 maggio 2023 7.09
A cura di Sara Fiumefreddo
La notte tra il 18 e il 19 maggio 2022 Molfetta si è svegliata nel dolore. Il rimorchiatore Franco P, dov'erano a bordo il nostromo Sergio Bufo e il direttore di macchina Mauro Mongelli, entrambi molfettesi, è affondato a largo della costa barese. Una vicenda drammatica su cui vigono ancora molte, troppe domande e su cui la giustizia non è stata ancora fatta.

Per conoscere gli sviluppi della dinamica abbiamo intervistato Giuseppe Raguseo, segretario regionale Uiltrasporti settore marittimi, nonchè responsabile Uiltrasporti Molfetta.

È passato un anno dalla tragedia che ha visto due concittadini tra le vittime, ma sulla vicenda non c'è ancora chiarezza. A che punto siamo?
«Dalle notizie che abbiamo sono ancora in corso delle indagini, sulle quali è a lavoro la magistratura, che le ha affidate alla direzione marittima di Bari. Sappiamo per certo anche che un'attrezzatura speciale rov ha fatto un sopralluogo in profondità delle acque, nella speranza di individuare qualche segnale di presenza dei due naufraghi. Purtroppo, a oggi, non ci sono stati avvistamenti. Ritrovare i corpi dei dispersi resta una priorità non solo per le famiglie, ma per tutta la comunità».

Secondo lei si sta facendo il possibile nelle indagini?
«Purtroppo le indagini di questo genere non sono semplici, se si vuole lavorare bene bisogna fare gli accertamenti con la dovuta cautela e con i giusti tempi. So per certo che c'è massimo impegno da parte delle autorità marittime e della magistratura. Non è un'operazione facile, bisogna capire ancora cosa può essere accaduto e soprattutto perchè».

Crede che per il recupero dei corpi sarà necessaria una mobilitazione da parte delle famiglie e della comunità cittadina?
«Su queste vicende è fondamentale l'intervento della collettività, ben venga l'apporto dei cittadini, ma non dobbiamo dimenticarci che la comunità è rappresentata dallo Stato. Operazioni delicate come questa non si fanno a stretto giro, non può e non deve essere un'iniziativa isolata gestita da pochi. Ci vogliono risorse, autorizzazioni e permessi che devono arrivare necessariamente dal governo».

Sulla base della sua esperienza nel settore, qual è l'ipotesi più probabile sulla dinamica del naufragio?
«Non è ancora stata fatta luce sulle dinamiche, sono ancora in corso delle indagini anche su questo aspetto. Alcune versioni parlano della possibilità di cedimenti strutturali, altri delle condizioni meteo marine. A mio parere il meteo può essere stato un fattore che ha aggravato l'incidente, ma non può esserne stata la causa scatenante».

Qual è il vostro impegno come Uiltrasporti in riferimento all'accaduto?
«Come Uiltrasporti Molfetta possiamo creare movimenti di opinioni tendenti a salvaguardare la sicurezza sul posto di lavoro, non solo in mare ma in generale. Abbiamo promosso campagne per far capire che la sicurezza e la dignità della persona sul posto di lavoro devono essere anteposti a tutto. Un lavoratore che esce da casa deve fare ritorno nella propria dimora, è impensabile il contrario. Saremo presenti alla commemorazione di oggi pomeriggio, abbiamo fatto sapere alle famiglie delle vittime che siamo a disposizione per qualsiasi tipo di supporto e necessità. Questo è un momento triste per tutta la gente di mare. Quando accadono queste tragedie, è un'enorme sofferenza per tutti coloro che vivono o hanno vissuto il mare. In questa giornata dovremmo cercare di non rendere vano il sacrificio di queste persone che purtroppo hanno già perso la vita. Bisognerebbe prendere lezione da queste vicende e cercare,quanto più possibile, le cause vere di questi incidenti, per poter prevenire e scongiurare simili episodi in futuro».