Ucciso con almeno 70 coltellate. A Santo Spirito i funerali di Franco Dogna
Il ricordo dei parenti: «Ovunque andasse aggregava»
lunedì 13 gennaio 2025
17.03
Si sono svolti questo pomeriggio, 13 gennaio, nella parrocchia dello Spirito Santo, a Santo Spirito, popoloso quartiere a Nord di Bari, i funerali di Franco Dogna, l'impiegato 63enne ucciso tra il 7 e l'8 gennaio scorso in via Torino con non meno di 70 coltellate.
Il rito funebre è stato officiato da don Cosimino Di Masi, suo cugino di primo grado, il quale durante l'omelia ha voluto sottolineare l'importanza del rito collettivo di accompagnamento alla Casa del Padre di un uomo "mite", amatissimo da tante persone a lui vicine e dai colleghi di lavoro.
Molti quelli presenti a Bari provenienti da Molfetta, Giovinazzo, Bitonto per ricordare un collega ed un amico che in Exprivia si era fatto apprezzare per i suoi modi e per il suo saper stare insieme agli altri.
Commovente il ricordo del nipote della vittima, Daniele, che ha rimarcato a più riprese non solo lo stretto legame con i fratelli di Granco Dogna, ma anche il suo sapere essere «ovunque andasse era aggregante», uomo che univa e non divideva e che «lasciava il segno» in positivo in chiunque avesse avuto la fortuna di incontrarlo sulla sua strada.
Un saluto collettivo di una comunità, quella santospiritese, rione in cui Dogna si era trasferito nel 2018, che attende giustizia. Quelle 70 e più coltellate inferte a Dogna, sono state in realtà inferte ad una intera comunità che oggi si interroga su chi possa aver voluto così male ad un uomo a cui era difficile volerne.
Il rito funebre è stato officiato da don Cosimino Di Masi, suo cugino di primo grado, il quale durante l'omelia ha voluto sottolineare l'importanza del rito collettivo di accompagnamento alla Casa del Padre di un uomo "mite", amatissimo da tante persone a lui vicine e dai colleghi di lavoro.
Molti quelli presenti a Bari provenienti da Molfetta, Giovinazzo, Bitonto per ricordare un collega ed un amico che in Exprivia si era fatto apprezzare per i suoi modi e per il suo saper stare insieme agli altri.
Commovente il ricordo del nipote della vittima, Daniele, che ha rimarcato a più riprese non solo lo stretto legame con i fratelli di Granco Dogna, ma anche il suo sapere essere «ovunque andasse era aggregante», uomo che univa e non divideva e che «lasciava il segno» in positivo in chiunque avesse avuto la fortuna di incontrarlo sulla sua strada.
Un saluto collettivo di una comunità, quella santospiritese, rione in cui Dogna si era trasferito nel 2018, che attende giustizia. Quelle 70 e più coltellate inferte a Dogna, sono state in realtà inferte ad una intera comunità che oggi si interroga su chi possa aver voluto così male ad un uomo a cui era difficile volerne.