"Tutto incluso 2", confiscati beni per 3 milioni di euro. Anche un agriturismo
La Guardia di Finanza ha messo i sigilli anche ad altri beni immobili del molfettese Sergio Racanati
martedì 8 settembre 2020
12.37
C'è anche un agriturismo alla periferia di Molfetta tra i beni confiscati quest'oggi dalla Guardia di Finanza. I finanzieri, infatti, hanno eseguito un provvedimento di confisca di beni nella disponibilità del molfettese Sergio Racanati, noto alla forze dell'ordine per reati in materia di stupefacenti, usura ed estorsione.
Il provvedimento del Tribunale di Bari (presidente Giulia Romanazzi, giudici Rosa Caramia e Giuseppe Montemurro), in applicazione della normativa antimafia, ha avuto ad oggetto le quote di partecipazione al capitale sociale di un agriturismo, lungo la strada vicinale Fondo Favale, il relativo complesso aziendale, beni immobili e disponibilità finanziarie, costituite da titoli, polizze assicurative, conti correnti e denaro contante, per un valore di circa 3 milioni di euro.
«Trattasi - fa sapere il Comando Provinciale di Bari in un comunicato stampa - di beni già sottoposti a sequestro, nell'ambito dell'operazione denominata "Tutto incluso 2", derivante da una indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Molfetta, che ha consentito di ricostruire il patrimonio del soggetto, costituto anche da beni fittiziamente intestati a terze persone, accumulato nel corso degli anni mediante il reimpiego dei proventi derivanti dalle attività delittuose».
La confisca operata quest'oggi rappresenta l'epilogo di una complessa attività svolta dai militari della locale Tenenza sul conto del 43enne, arrestato il 18 ottobre 2015 al porto di Bari (di ritorno da una crociera con la sua compagna, nda), per estorsione e usura aggravata e continuata. Gli accertamenti patrimoniali eseguiti hanno permesso di verificare la sproporzione tra il valore dei beni nella disponibilità del soggetto ed i redditi dichiarati nel corso degli ultimi 18 anni.
In particolare, secondo l'accusa, l'uomo, ritenuto dagli investigatori di spiccata pericolosità sociale, nonché cugino di Alfredo Fiore, assassinato il 13 marzo 2014 tra le persone che affollavano il mercato settimanale di Molfetta, conduceva un tenore di vita molto elevato grazie ai proventi delle illecite attività con cui aveva accumulato negli anni un patrimonio mobiliare e immobiliare (anche fittiziamente intestato ai familiari conviventi) di circa 3 milioni di euro.
Quote di partecipazione al capitale sociale di un agriturismo, il relativo complesso aziendale, beni immobili e disponibilità finanziarie, costituite da titoli, polizze assicurative, conti correnti e denaro contante. Tutti beni passati dalle mani del molfettese Sergio Racanati al patrimonio dello Stato.
Il provvedimento del Tribunale di Bari (presidente Giulia Romanazzi, giudici Rosa Caramia e Giuseppe Montemurro), in applicazione della normativa antimafia, ha avuto ad oggetto le quote di partecipazione al capitale sociale di un agriturismo, lungo la strada vicinale Fondo Favale, il relativo complesso aziendale, beni immobili e disponibilità finanziarie, costituite da titoli, polizze assicurative, conti correnti e denaro contante, per un valore di circa 3 milioni di euro.
«Trattasi - fa sapere il Comando Provinciale di Bari in un comunicato stampa - di beni già sottoposti a sequestro, nell'ambito dell'operazione denominata "Tutto incluso 2", derivante da una indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Molfetta, che ha consentito di ricostruire il patrimonio del soggetto, costituto anche da beni fittiziamente intestati a terze persone, accumulato nel corso degli anni mediante il reimpiego dei proventi derivanti dalle attività delittuose».
La confisca operata quest'oggi rappresenta l'epilogo di una complessa attività svolta dai militari della locale Tenenza sul conto del 43enne, arrestato il 18 ottobre 2015 al porto di Bari (di ritorno da una crociera con la sua compagna, nda), per estorsione e usura aggravata e continuata. Gli accertamenti patrimoniali eseguiti hanno permesso di verificare la sproporzione tra il valore dei beni nella disponibilità del soggetto ed i redditi dichiarati nel corso degli ultimi 18 anni.
In particolare, secondo l'accusa, l'uomo, ritenuto dagli investigatori di spiccata pericolosità sociale, nonché cugino di Alfredo Fiore, assassinato il 13 marzo 2014 tra le persone che affollavano il mercato settimanale di Molfetta, conduceva un tenore di vita molto elevato grazie ai proventi delle illecite attività con cui aveva accumulato negli anni un patrimonio mobiliare e immobiliare (anche fittiziamente intestato ai familiari conviventi) di circa 3 milioni di euro.
Quote di partecipazione al capitale sociale di un agriturismo, il relativo complesso aziendale, beni immobili e disponibilità finanziarie, costituite da titoli, polizze assicurative, conti correnti e denaro contante. Tutti beni passati dalle mani del molfettese Sergio Racanati al patrimonio dello Stato.