Tutti contro tutti, Sinistra Italiana nel caos?
I 1.378 voti e 4,3% alle comunali ma sul partito ci sarebbe lo spettro della crisi
giovedì 15 giugno 2017
Torna l'estate. E rischia di diventare calda per Sinistra Italiana, o almeno per quello che ne resta. Perché, a Molfetta, c'è una vicenda piuttosto singolare.
Un partito che ha ottenuto buone percentuali alle elezioni comunali, prendendo 1.378 voti e il 4,3 % in città, ma che da giorni litiga e si azzuffa come raramente è capitato in passato. Si è persino passati dall'unità alle «discussioni» interne.
Sinistra Italiana contro Paola Natalicchio, l'ex sindaco contro Sinistra Italiana, diverse aree (o anime, o componenti: chiamatele come volete...). Su tutto, gli effetti di un voto che sta provocando, nel microcosmo della politica molfettese, una vera scossa tellurica: la ridefinizione dei rapporti di forza, o degli equilibri, tra chi per anni si è fronteggiato.
Da una parte il gruppo degli ex Sel Silvio Salvemini, Domi Bufi, Giuseppe Spadavecchia, Gano Cataldo, Michele Jacono. E, dall'altra, il neonato gruppo «progressista» che ha puntato su Paola Natalicchio. Uno scontro in piena regola, a colpi di preferenze, iniziative elettorali, alleanze, accordi, conclusosi col voto di domenica scorsa: Natalicchio 497 preferenze, Rana 283, Jacono 177.
Da lì in poi, lo spettacolo che si è visto in questi giorni è noto: dichiarazioni al vetriolo, accuse incrociate tra Paola Natalicchio e Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana («Le direttive da Roma non le ricevo, le rispedirò al mittente. Il mio segretario nazionale non è venuto neanche a farci campagna elettorale. Molfetta è stata un po' lasciata al suo destino» affermava Natalicchio lunedì 12 giugno ai nostri microfoni).
E, sempre nella giornata di lunedì, l'ex sindaco aveva dichiarato a MolfettaViva: «Dovremo fare un'analisi del voto onesta, anche al nostro interno, e comprendere come probabilmente questo progetto aveva dei limiti. È un progetto che ha favorito Rifondazione Comunista ed ha penalizzato le altre due liste che hanno creduto in questo progetto».
Sono bastate queste dichiarazioni affinché si scatenasse la baraonda.
È bene sottolineare come la Natalicchio abbia voluto "smarcarsi" dal ballottaggio del 25 giugno prossimo: «Noi non voteremo nè Tommaso nè Isa de Bari perché noi non votiamo le destre. Personalmente auspico che il sole batta anche il 25 giugno perché intendo assolutamente andare al mare con mio figlio, con la mia famiglia», diceva la Natalicchio tralasciando però che in caso di vittoria di Isa de Bari resterebbe fuori dal Consiglio comunale, e quindi bisognerà fare paradossalmente il tifo per Tommaso Minervini per sedere poi in Consiglio comunale.
Inoltre, Sinistra Italiana, in estate, con il Congresso nominerà il nuovo segretario e questo potrebbe ampliare lo scontro interno tra Paola Natalicchio e il resto del partito. Indiscrezioni, invece, parlano di un'Assemblea di SI, tenutasi martedi, per discutere nel merito la decisione da prendere in vista del ballottaggio.
E tra l'«intendo assolutamente andare al mare» e il «votare scheda bianca» pare si opterà per la seconda opzione. Sarà vero?
Un partito che ha ottenuto buone percentuali alle elezioni comunali, prendendo 1.378 voti e il 4,3 % in città, ma che da giorni litiga e si azzuffa come raramente è capitato in passato. Si è persino passati dall'unità alle «discussioni» interne.
Sinistra Italiana contro Paola Natalicchio, l'ex sindaco contro Sinistra Italiana, diverse aree (o anime, o componenti: chiamatele come volete...). Su tutto, gli effetti di un voto che sta provocando, nel microcosmo della politica molfettese, una vera scossa tellurica: la ridefinizione dei rapporti di forza, o degli equilibri, tra chi per anni si è fronteggiato.
Da una parte il gruppo degli ex Sel Silvio Salvemini, Domi Bufi, Giuseppe Spadavecchia, Gano Cataldo, Michele Jacono. E, dall'altra, il neonato gruppo «progressista» che ha puntato su Paola Natalicchio. Uno scontro in piena regola, a colpi di preferenze, iniziative elettorali, alleanze, accordi, conclusosi col voto di domenica scorsa: Natalicchio 497 preferenze, Rana 283, Jacono 177.
Da lì in poi, lo spettacolo che si è visto in questi giorni è noto: dichiarazioni al vetriolo, accuse incrociate tra Paola Natalicchio e Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana («Le direttive da Roma non le ricevo, le rispedirò al mittente. Il mio segretario nazionale non è venuto neanche a farci campagna elettorale. Molfetta è stata un po' lasciata al suo destino» affermava Natalicchio lunedì 12 giugno ai nostri microfoni).
E, sempre nella giornata di lunedì, l'ex sindaco aveva dichiarato a MolfettaViva: «Dovremo fare un'analisi del voto onesta, anche al nostro interno, e comprendere come probabilmente questo progetto aveva dei limiti. È un progetto che ha favorito Rifondazione Comunista ed ha penalizzato le altre due liste che hanno creduto in questo progetto».
Sono bastate queste dichiarazioni affinché si scatenasse la baraonda.
È bene sottolineare come la Natalicchio abbia voluto "smarcarsi" dal ballottaggio del 25 giugno prossimo: «Noi non voteremo nè Tommaso nè Isa de Bari perché noi non votiamo le destre. Personalmente auspico che il sole batta anche il 25 giugno perché intendo assolutamente andare al mare con mio figlio, con la mia famiglia», diceva la Natalicchio tralasciando però che in caso di vittoria di Isa de Bari resterebbe fuori dal Consiglio comunale, e quindi bisognerà fare paradossalmente il tifo per Tommaso Minervini per sedere poi in Consiglio comunale.
Inoltre, Sinistra Italiana, in estate, con il Congresso nominerà il nuovo segretario e questo potrebbe ampliare lo scontro interno tra Paola Natalicchio e il resto del partito. Indiscrezioni, invece, parlano di un'Assemblea di SI, tenutasi martedi, per discutere nel merito la decisione da prendere in vista del ballottaggio.
E tra l'«intendo assolutamente andare al mare» e il «votare scheda bianca» pare si opterà per la seconda opzione. Sarà vero?