Truffa dei diamanti, casi anche a Molfetta
In cosa consiste e come difendersi: le dichiarazioni dell'Avv. Antonio Calvani
lunedì 25 febbraio 2019
10.18
"Le notizie diffuse in questi giorni relative alla cosiddetta 'truffa dei diamanti' che ha coinvolto moltissime persone in tutta Italia, compresi volti noti dello spettacolo (a cominciare da Vasco Rossi), e sulla quale sta indagando la Procura della Repubblica di Milano, riportano all'attenzione dell'opinione pubblica un tema del quale ci occupiamo da tempo".
A dichiararlo è l'Avv. Antonio Calvani, referente locale dell'Unione Nazionale Consumatori.
"Sono giunte anche ai nostri sportelli di Molfetta e di Bisceglie, infatti – continua l'avvocato Calvani –, segnalazioni relative a casi in cui alcuni istituti bancari hanno proposto ai risparmiatori di acquistare, da società specializzate nel settore (che poi pagavano alla banca ricche commissioni), pietre preziose, prospettando questo come un investimento sicuro dal momento che i diamanti sono da sempre considerati (al pari dell'oro) un 'bene rifugio' per tutelare o addirittura accrescere il proprio capitale in caso di estrema incertezza sui mercati finanziari. Il problema, anche in questo caso, come già accaduto per le azioni illiquide delle banche popolari, è che questo investimento è stato proposto dalle banche senza mettere i risparmiatori nelle condizioni di valutarne a pieno i rischi, senza considerare che il valore reale dei diamanti venduti era spesso inferiore a quello di acquisto e che le prospettive di aumento del valore del capitale investito erano basate su previsioni del tutto non realistiche. A tutto questo aggiungasi che quando i risparmiatori hanno chiesto di vendere i diamanti, hanno incontrato grandi difficoltà nonostante alcuni istituti bancari avessero garantito nei prospetti informativi, al momento dell'acquisto, un servizio di ricollocamento delle pietre preziose. Nei mesi scorsi, come noto, anche l'Antitrust era intervenuta su questo argomento elevando sanzioni per oltre 12 milioni di euro nei confronti di banche e società di vendita di diamanti, coinvolte in questo vero e proprio sistema".
"Tra l'altro, a seguito del fallimento dichiarato nelle scorse settimane dal Tribunale di Milano della Intermarket Diamond Business, una delle due aziende attive nel collocamento dei diamanti, gli investitori che non hanno ritirato le pietre lasciandole in custodia alla società, dovranno rivolgersi al curatore fallimentare per tornarne in possesso, depositando un'apposita istanza entro il termine perentorio e inderogabile dell'8 marzo 2019. C'è poco tempo, quindi, per non vedere aggiungersi, al danno già subito, anche la beffa di perdere il possesso dei diamanti acquistati".
"Anche questo caso – spiega il referente locale dell'Unione Nazionale Consumatori – ripropone all'attenzione di tutti e, in particolare, delle istituzioni la necessità di adoperarsi per realizzare, sui territori, progetti di educazione finanziaria, a partire dalle scuole, in modo da educare i cittadini, sin da giovanissimi, a riconoscere i rischi di certe operazioni. Sotto altro profilo è indispensabile rafforzare, a tutti i livelli, gli organi di vigilanza in modo da prevenire truffe e operazioni poco trasparenti che troppo spesso vengono perpetrate a danno dei risparmiatori. Ben vengano le indagini della magistratura, ma purtroppo spesso queste intervengono troppo tardi, quando i buoi sono già scappati dalla stalla e i cittadini hanno perso i loro risparmi".
"Il nostro invito a quanti abbiano acquistato diamanti dalle banche – conclude l'avv. Calvani – è quello di rivolgersi ai nostri sportelli, compilando sul nostro sito l'apposito modulo presente sulla pagina dedicata a questo argomento (http://www.consumatorifelici.it/diamanti1/) o inviando una e.mail all'indirizzo info@consumatorifelici.it , in modo da valutare l'opportunità di agire nelle sedi competenti per il risarcimento dei danni subiti".
A dichiararlo è l'Avv. Antonio Calvani, referente locale dell'Unione Nazionale Consumatori.
"Sono giunte anche ai nostri sportelli di Molfetta e di Bisceglie, infatti – continua l'avvocato Calvani –, segnalazioni relative a casi in cui alcuni istituti bancari hanno proposto ai risparmiatori di acquistare, da società specializzate nel settore (che poi pagavano alla banca ricche commissioni), pietre preziose, prospettando questo come un investimento sicuro dal momento che i diamanti sono da sempre considerati (al pari dell'oro) un 'bene rifugio' per tutelare o addirittura accrescere il proprio capitale in caso di estrema incertezza sui mercati finanziari. Il problema, anche in questo caso, come già accaduto per le azioni illiquide delle banche popolari, è che questo investimento è stato proposto dalle banche senza mettere i risparmiatori nelle condizioni di valutarne a pieno i rischi, senza considerare che il valore reale dei diamanti venduti era spesso inferiore a quello di acquisto e che le prospettive di aumento del valore del capitale investito erano basate su previsioni del tutto non realistiche. A tutto questo aggiungasi che quando i risparmiatori hanno chiesto di vendere i diamanti, hanno incontrato grandi difficoltà nonostante alcuni istituti bancari avessero garantito nei prospetti informativi, al momento dell'acquisto, un servizio di ricollocamento delle pietre preziose. Nei mesi scorsi, come noto, anche l'Antitrust era intervenuta su questo argomento elevando sanzioni per oltre 12 milioni di euro nei confronti di banche e società di vendita di diamanti, coinvolte in questo vero e proprio sistema".
"Tra l'altro, a seguito del fallimento dichiarato nelle scorse settimane dal Tribunale di Milano della Intermarket Diamond Business, una delle due aziende attive nel collocamento dei diamanti, gli investitori che non hanno ritirato le pietre lasciandole in custodia alla società, dovranno rivolgersi al curatore fallimentare per tornarne in possesso, depositando un'apposita istanza entro il termine perentorio e inderogabile dell'8 marzo 2019. C'è poco tempo, quindi, per non vedere aggiungersi, al danno già subito, anche la beffa di perdere il possesso dei diamanti acquistati".
"Anche questo caso – spiega il referente locale dell'Unione Nazionale Consumatori – ripropone all'attenzione di tutti e, in particolare, delle istituzioni la necessità di adoperarsi per realizzare, sui territori, progetti di educazione finanziaria, a partire dalle scuole, in modo da educare i cittadini, sin da giovanissimi, a riconoscere i rischi di certe operazioni. Sotto altro profilo è indispensabile rafforzare, a tutti i livelli, gli organi di vigilanza in modo da prevenire truffe e operazioni poco trasparenti che troppo spesso vengono perpetrate a danno dei risparmiatori. Ben vengano le indagini della magistratura, ma purtroppo spesso queste intervengono troppo tardi, quando i buoi sono già scappati dalla stalla e i cittadini hanno perso i loro risparmi".
"Il nostro invito a quanti abbiano acquistato diamanti dalle banche – conclude l'avv. Calvani – è quello di rivolgersi ai nostri sportelli, compilando sul nostro sito l'apposito modulo presente sulla pagina dedicata a questo argomento (http://www.consumatorifelici.it/diamanti1/) o inviando una e.mail all'indirizzo info@consumatorifelici.it , in modo da valutare l'opportunità di agire nelle sedi competenti per il risarcimento dei danni subiti".