1994-2024: trent'anni dall'affondamento del motopesca "Francesco Padre"
Minervini: «Quella tragedia ha profondamente segnato l’intera comunità»
lunedì 4 novembre 2024
8.14
Sono trenta gli anni trascorsi dall'affondamento del motopesca Francesco padre avvenuto al largo delle coste del Montenegro, nella notte tra il 3 e il 4 novembre del 1994. Una notte tragica che ha strappato le vite a Giovanni Pansini, Saverio Gadaleta, Luigi De Giglio, Francesco Zaza, Mario De Nicolo, capitano/armatore e componenti dell'equipaggio del motopeschereccio "Francesco padre", e a Leone, il cane di bordo.
Su questo drammatico evento si è espresso il sindaco, Tommaso Minervini.
"All'epoca c'era l'embargo alla ex Jugoslavia. Per quelle morti nessuno ha pagato. Quella tragedia ha profondamente segnato l'intera comunità. Nessuno riuscirà mai a dimenticare quanto è accaduto e fa male la consapevolezza che le profondità del mare saranno per sempre l'ultimo rifugio per i resti umani dei componenti dell'equipaggio del Francesco padre e della loro mascotte, Leone. In occasione del 25esimo anniversario di quella tragedia ho avuto modo di incontrare i parenti di quegli uomini che al mare hanno immolato la loro vita".
"Nei loro sguardi ho letto il dolore, quello più intenso e profondo, che nasce dalla certezza che non potranno mai recuperare le spoglie mortali dei loro cari ormai sepolte nel mare. E non posso non ricordare, in questa circostanza, la tragedia del rimorchiatore Franco P che, maggio di due anni fa, si inabissò al largo delle coste baresi. A bordo, tra gli altri, c'erano Mauro Mongelli di 59 anni e Sergio Bufo di 60 anni, entrambi di Molfetta, rispettivamente direttore di macchina e nostromo, anche loro ingoiati dal mare".
"Rinnovo alle famiglie di questi uomini la mia vicinanza e quella della intera comunità".
Su questo drammatico evento si è espresso il sindaco, Tommaso Minervini.
"All'epoca c'era l'embargo alla ex Jugoslavia. Per quelle morti nessuno ha pagato. Quella tragedia ha profondamente segnato l'intera comunità. Nessuno riuscirà mai a dimenticare quanto è accaduto e fa male la consapevolezza che le profondità del mare saranno per sempre l'ultimo rifugio per i resti umani dei componenti dell'equipaggio del Francesco padre e della loro mascotte, Leone. In occasione del 25esimo anniversario di quella tragedia ho avuto modo di incontrare i parenti di quegli uomini che al mare hanno immolato la loro vita".
"Nei loro sguardi ho letto il dolore, quello più intenso e profondo, che nasce dalla certezza che non potranno mai recuperare le spoglie mortali dei loro cari ormai sepolte nel mare. E non posso non ricordare, in questa circostanza, la tragedia del rimorchiatore Franco P che, maggio di due anni fa, si inabissò al largo delle coste baresi. A bordo, tra gli altri, c'erano Mauro Mongelli di 59 anni e Sergio Bufo di 60 anni, entrambi di Molfetta, rispettivamente direttore di macchina e nostromo, anche loro ingoiati dal mare".
"Rinnovo alle famiglie di questi uomini la mia vicinanza e quella della intera comunità".