Treni strapieni. Paghi e resti in piedi
Trasporto ferroviario a pezzi con rincari ingiustificati
martedì 8 aprile 2014
07.22
Treni carichi all'inverosimile. Stipati come sardine, i viaggiatori, per la maggior parte studenti e lavoratori che si servono quotidianamente del treno, sono costretti a stringersi all'inverosimile. Una vicenda surreale, come testimonia Giordano un pendolare. « Per andare in Università – dice - ho la sfortuna di trovarmi a bordo del treno per Bari e il servizio peggiora ogni giorno che passa. C'è ogni mattina una marea di gente, tanto che alla fermata Bari-Palese più di uno studente e lavoratore che aspetta di salire rischia di rimanere a terra. Purtroppo la causa principale è la disorganizzazione generale di Trenitalia. Credo che i problemi nascano quando viene magari soppressa una corsa senza essere sostituita – continua - costringendo i passeggeri a stiparsi in quella successiva, con le conseguenze che vediamo ogni giorno».
A conti fatti ogni giorno bisogna vedersela con treni sovraffollati nella stazione della propria città, dove sicuramente sarebbe necessaria una diversa rimodulazione della composizione del materiale rotabile e maggiore attenzione alla pulizia dei mezzi, compresi i finestrini. Manca una vera offerta commerciale che soddisfi la grande domanda di mobilità. I treni vecchi e fatiscenti cadono a pezzi. E questo è un dato di fatto. Corrosi dalla ruggine e devastati dai guasti con sedili rotti, sporchi e inutilizzabili. Per non parlare dei servizi igienici, spesso inadoperabili. Un disagio quotidiano che per i pendolari continua da anni. E poi i ritardi. Perenni. Che fanno diventare i viaggi dei pendolari una vera e propria odissea.
Vista la situazioni viene da chiedersi: perché l'alta velocità vede crescere investimenti e utili mentre i treni per i pendolari sono abbandonati? Crescono le Frecce rosse, diminuiscono i tempi di percorrenza tra Roma e Milano, ma nell'universo parallelo i regionali sono sempre meno. I treni a percorrenza breve sono sempre più ridotti ai minimi termini. A volte non solo in ritardo, non passano proprio. Saltano una, due, tre corse per un'avaria, uno sciopero senza preavviso. Viste le circostanza diventa davvero difficile giustificare il pagare sempre di più per servizi che valgono sempre di meno. Alla fine, come sempre, i rincari introdotti a livello di ferrovie nazionali si sono scaricati sulle fasce più deboli della popolazione e sugli utenti pendolari.
Insomma, la situazione del trasporto ferroviario ha ricadute non certo positive sulla città, che ogni giorno vede studenti universitari e lavoratori, sperare che il treno sia più vuoto del solito. Una vera e propria utopia con susseguente aumento di nervosismo, per chi acquista il biglietto dei convogli regionali e si trova a dover sgomitare con decine di altre persone nelle stesse condizioni, per salirvi. Ma non è tutto, perché dopo i binari sbrecciati e i viaggi in treno che tanto somigliano a quelli dei carri bestiame sono arrivati i rincari sui biglietti a partire da settembre 2013. Aumentare di un altro 7% il biglietto dei treni significa non comprendere le difficoltà che i cittadini stanno attraversando e significa agire in maniera totalmente opposta alla politica, evidentemente solo propagandata dalla Regione, che dovrebbe incentivare il trasporto su rotaia. Gli aumenti, secondo i bene informati, derivano degli adeguamenti alle variazioni Istat, previsti dai contratti di servizio tra la Regione e le società concessionarie di trasporto pubblico e già più volte rimandati dalla Regione. Quello che, però, Trenitalia dimentica è che la situazione dei treni è veramente un pessimo "biglietto" per chi viaggia quotidianamente.
A conti fatti ogni giorno bisogna vedersela con treni sovraffollati nella stazione della propria città, dove sicuramente sarebbe necessaria una diversa rimodulazione della composizione del materiale rotabile e maggiore attenzione alla pulizia dei mezzi, compresi i finestrini. Manca una vera offerta commerciale che soddisfi la grande domanda di mobilità. I treni vecchi e fatiscenti cadono a pezzi. E questo è un dato di fatto. Corrosi dalla ruggine e devastati dai guasti con sedili rotti, sporchi e inutilizzabili. Per non parlare dei servizi igienici, spesso inadoperabili. Un disagio quotidiano che per i pendolari continua da anni. E poi i ritardi. Perenni. Che fanno diventare i viaggi dei pendolari una vera e propria odissea.
Vista la situazioni viene da chiedersi: perché l'alta velocità vede crescere investimenti e utili mentre i treni per i pendolari sono abbandonati? Crescono le Frecce rosse, diminuiscono i tempi di percorrenza tra Roma e Milano, ma nell'universo parallelo i regionali sono sempre meno. I treni a percorrenza breve sono sempre più ridotti ai minimi termini. A volte non solo in ritardo, non passano proprio. Saltano una, due, tre corse per un'avaria, uno sciopero senza preavviso. Viste le circostanza diventa davvero difficile giustificare il pagare sempre di più per servizi che valgono sempre di meno. Alla fine, come sempre, i rincari introdotti a livello di ferrovie nazionali si sono scaricati sulle fasce più deboli della popolazione e sugli utenti pendolari.
Insomma, la situazione del trasporto ferroviario ha ricadute non certo positive sulla città, che ogni giorno vede studenti universitari e lavoratori, sperare che il treno sia più vuoto del solito. Una vera e propria utopia con susseguente aumento di nervosismo, per chi acquista il biglietto dei convogli regionali e si trova a dover sgomitare con decine di altre persone nelle stesse condizioni, per salirvi. Ma non è tutto, perché dopo i binari sbrecciati e i viaggi in treno che tanto somigliano a quelli dei carri bestiame sono arrivati i rincari sui biglietti a partire da settembre 2013. Aumentare di un altro 7% il biglietto dei treni significa non comprendere le difficoltà che i cittadini stanno attraversando e significa agire in maniera totalmente opposta alla politica, evidentemente solo propagandata dalla Regione, che dovrebbe incentivare il trasporto su rotaia. Gli aumenti, secondo i bene informati, derivano degli adeguamenti alle variazioni Istat, previsti dai contratti di servizio tra la Regione e le società concessionarie di trasporto pubblico e già più volte rimandati dalla Regione. Quello che, però, Trenitalia dimentica è che la situazione dei treni è veramente un pessimo "biglietto" per chi viaggia quotidianamente.