Tre morti in un mese: adesso è l'ora del buon senso
Molfetta piange un'altra vittima della strada. Occorre più educazione e responsabilità
sabato 14 maggio 2016
11.30
Si è consumata ieri mattina l'ultima tragedia sulle strade molfettesi: lungo la statale 16 bis, a perdere la vita è stato il trentaduenne Giacinto Ceccia. Originario di Cerignola, lascia una moglie e un figlio, con lui al momento dell'impatto fatale con il carroattrezzi. Trenta giorni prima, invece, a perdere la vita sono stati Vito Tota e Graziana Cognetti: ventiquattro ore nerissime per Molfetta che vide consumarsi dapprima la tragedia del giovane al Viale e il giorno dopo quella della ragazza andriese sulla provinciale per Terlizzi.
Nelle stesse ore, un altro incidente, all'incrocio di Via Papa Montini: un ragazzo uscì illeso dalla propria auto dopo lo scontro con un'altra.
Senza tralasciare gli altri innumerevoli sinistri avvenuti nel frattempo, l'ultimo sabato sera su Via Madonna dei Martiri.
Allora occorre prendere la situazione di petto. Occorre intervenire. Perchè le tante manifestazioni sulla sicurezza stradale, sull'educazione alla guida servono, eccome, ma forse non bastano più. O più semplicemente non sono mai bastate.
Serve senso di responsabilità, da parte di tutti. Da parte di chi parcheggia in doppia, tripla fila sapendo di intralciare il traffico e la visuale, magari in prossimità di un incrocio, da parte di chi attraversa la strada senza guardare, o di chi, la strada, la scambia per quella di un circuito di Formula Uno o di Moto Gp.
Troppo alto lo sconto che Molfetta sta pagando in questi ultimi tempi. Troppo.
"Una tragedia annunciata", dicevano i residenti del Viale: più degli altri sapevano le insidie che una delle arterie più frequentate della viabilità cittadina nasconde. "Prima o poi accadrà anche qui...", si sente ripetere in altre zone. "Aiutateci a far capire che questa strada non è sicura..." è l'appello di alcuni abitanti delle villette sulla provinciale per Terlizzi che da tempo ci giunge in redazione.
Allora, sarà anche banale ma bisogna ricordarlo a tutti: la vita è una sola e non va sprecata. Alla guida c'è necessità di prudenza e attenzione, di spendere qualche minuto in più ma di arrivare sani e salvi alla meta. Che ci sono delle regole e che non sono campate in aria perchè rispettarle significa rispettare sè stessi e gli altri.
Perchè nessuno di noi è immortale, perchè non vale il "tanto a me non succederà mai".
Perchè solo così Giacinto, Vito e Graziana non sono morti invano.
Nelle stesse ore, un altro incidente, all'incrocio di Via Papa Montini: un ragazzo uscì illeso dalla propria auto dopo lo scontro con un'altra.
Senza tralasciare gli altri innumerevoli sinistri avvenuti nel frattempo, l'ultimo sabato sera su Via Madonna dei Martiri.
Allora occorre prendere la situazione di petto. Occorre intervenire. Perchè le tante manifestazioni sulla sicurezza stradale, sull'educazione alla guida servono, eccome, ma forse non bastano più. O più semplicemente non sono mai bastate.
Serve senso di responsabilità, da parte di tutti. Da parte di chi parcheggia in doppia, tripla fila sapendo di intralciare il traffico e la visuale, magari in prossimità di un incrocio, da parte di chi attraversa la strada senza guardare, o di chi, la strada, la scambia per quella di un circuito di Formula Uno o di Moto Gp.
Troppo alto lo sconto che Molfetta sta pagando in questi ultimi tempi. Troppo.
"Una tragedia annunciata", dicevano i residenti del Viale: più degli altri sapevano le insidie che una delle arterie più frequentate della viabilità cittadina nasconde. "Prima o poi accadrà anche qui...", si sente ripetere in altre zone. "Aiutateci a far capire che questa strada non è sicura..." è l'appello di alcuni abitanti delle villette sulla provinciale per Terlizzi che da tempo ci giunge in redazione.
Allora, sarà anche banale ma bisogna ricordarlo a tutti: la vita è una sola e non va sprecata. Alla guida c'è necessità di prudenza e attenzione, di spendere qualche minuto in più ma di arrivare sani e salvi alla meta. Che ci sono delle regole e che non sono campate in aria perchè rispettarle significa rispettare sè stessi e gli altri.
Perchè nessuno di noi è immortale, perchè non vale il "tanto a me non succederà mai".
Perchè solo così Giacinto, Vito e Graziana non sono morti invano.