Traffico di droga dall'Albania alla Puglia: 16 condanne
Gli inquirenti hanno documentato che la Puglia costituiva la base per smerciare droga in Italia
martedì 29 giugno 2021
19.26
Il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Bari, Marco Galesi, ha condannato 16 imputati, 3 dei quali residenti a Molfetta (due albanesi e un italiano, nda), a pene comprese tra i 13 anni e i 16 mesi di reclusione alla fine del processo con rito abbreviato su un narcotraffico transnazionale tra l'Albania e la Puglia.
I fatti contestati nell'inchiesta "Kulmi" della Direzione Investigativa Antimafia italiana e della Polizia albanese, con l'ausilio internazionale delle Divisioni Interpol e S.I.Re.N.E. della Criminalpol, dell'Ufficio di Collegamento Interforze di Tirana e della Polizia Albanese, e il supporto dell'Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza e della Direzione Investigativa Antimafia di Foggia, Lecce, Bologna, Roma, Napoli e Catanzaro, risalgono agli anni 2017-2018.
Gli inquirenti hanno documentato che la Puglia costituiva la principale base logistica delle organizzazioni criminali albanesi per smerciare sostanze stupefacenti in tutto il territorio italiano. Nei due anni di indagini sono state sequestrate più di 3,5 tonnellate di droga del valore di circa 40 milioni di euro per un totale di circa 7 milioni di dosi, che venivano trasportate dalle coste albanesi a quelle adriatiche - in Puglia - a bordo di gommoni oceanici e, via terra, sui camper turistici.
Dei 16 condannati, 4 sono pregiudicati italiani e 12 sono narcotrafficanti albanesi, per i quali il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Bari ha ordinato l'immediata espulsione a pena espiata. Condanne pesanti per gli albanesi Kreshnik Laçi, conosciuto con lo pseudonimo di "Niku" (5 anni di reclusione e 14.800 euro di multa), Erind Garubi (2 anni e 6 mesi di reclusione e 8.000 euro di multa) e Giovanni D'Angelo (2 anni e 4 mesi di reclusione e 6.400 euro di multa).
Le complesse indagini, effettuate con intercettazioni telefoniche, ambientali, video-riprese e servizi di osservazione, pedinamento e controllo, poi avvalorate dalle dichiarazioni di due pentiti, hanno permesso di arrestare "in mare" a Molfetta due scafisti provenienti dall'Albania con oltre una tonnellata di marijuana. L'indagine un anno fa ha portato a 37 arresti eseguiti nei due Paesi ed al sequestro di beni del valore di circa 4 milioni di euro, tra i quali una fabbrica di caffè a Valona.
L'inchiesta aveva accertato anche la complicità di un carabiniere, Giuliano Pasquale, in servizio alla Stazione di Molfetta, condannato col rito ordinario a 4 anni e 6 mesi di reclusione, accusato di aver aiutato i narcotrafficanti a fabbricare documenti falsi, informandoli delle indagini in corso. 21 imputati sono a processo.
I fatti contestati nell'inchiesta "Kulmi" della Direzione Investigativa Antimafia italiana e della Polizia albanese, con l'ausilio internazionale delle Divisioni Interpol e S.I.Re.N.E. della Criminalpol, dell'Ufficio di Collegamento Interforze di Tirana e della Polizia Albanese, e il supporto dell'Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza e della Direzione Investigativa Antimafia di Foggia, Lecce, Bologna, Roma, Napoli e Catanzaro, risalgono agli anni 2017-2018.
Gli inquirenti hanno documentato che la Puglia costituiva la principale base logistica delle organizzazioni criminali albanesi per smerciare sostanze stupefacenti in tutto il territorio italiano. Nei due anni di indagini sono state sequestrate più di 3,5 tonnellate di droga del valore di circa 40 milioni di euro per un totale di circa 7 milioni di dosi, che venivano trasportate dalle coste albanesi a quelle adriatiche - in Puglia - a bordo di gommoni oceanici e, via terra, sui camper turistici.
Dei 16 condannati, 4 sono pregiudicati italiani e 12 sono narcotrafficanti albanesi, per i quali il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Bari ha ordinato l'immediata espulsione a pena espiata. Condanne pesanti per gli albanesi Kreshnik Laçi, conosciuto con lo pseudonimo di "Niku" (5 anni di reclusione e 14.800 euro di multa), Erind Garubi (2 anni e 6 mesi di reclusione e 8.000 euro di multa) e Giovanni D'Angelo (2 anni e 4 mesi di reclusione e 6.400 euro di multa).
Le complesse indagini, effettuate con intercettazioni telefoniche, ambientali, video-riprese e servizi di osservazione, pedinamento e controllo, poi avvalorate dalle dichiarazioni di due pentiti, hanno permesso di arrestare "in mare" a Molfetta due scafisti provenienti dall'Albania con oltre una tonnellata di marijuana. L'indagine un anno fa ha portato a 37 arresti eseguiti nei due Paesi ed al sequestro di beni del valore di circa 4 milioni di euro, tra i quali una fabbrica di caffè a Valona.
L'inchiesta aveva accertato anche la complicità di un carabiniere, Giuliano Pasquale, in servizio alla Stazione di Molfetta, condannato col rito ordinario a 4 anni e 6 mesi di reclusione, accusato di aver aiutato i narcotrafficanti a fabbricare documenti falsi, informandoli delle indagini in corso. 21 imputati sono a processo.