Traffico di droga. Coinvolto anche un carabiniere: era in servizio a Molfetta
Giuliano Pasquale, di 54 anni, è finito ai domiciliari: è accusato di aver fornito informazioni riservate a un narcotrafficante albanese
mercoledì 1 luglio 2020
11.48
C'è anche un carabiniere accusato di aver fornito informazioni riservate a un narcotrafficante albanese tra le 37 persone arrestate ieri (27 in Italia, 15 in carcere e 12 agli arresti domiciliari) su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e dell'Autorità Giudiziaria albanese.
Al militare, l'appuntato Giuliano Pasquale, di 54 anni, sono stati concessi i domiciliari. All'epoca - i fatti contestati risalgono agli anni 2017-2018 - era in servizio alla Stazione di Molfetta, città in cui risiedeva il narcotrafficante albanese, poi fu trasferito quando l'Arma ebbe cognizione del suo coinvolgimento nell'inchiesta. L'uomo si sarebbe attivato dopo che l'Antimafia sequestrò un carico di droga custodito in un camper di un barese che è stato arrestato a Saranda, in Albania.
Dopo quest'episodio, il narcotrafficante chiese aiuto al militare il quale, entrando più volte nella banca dati interforze utilizzando le credenziali della Stazione di Molfetta, avrebbe fornito informazioni attinte dalla banca dati del Ministero dell'Interno e contribuito alla fabbricazione di documenti di identità falsi. Durante le indagini, infatti, sono state sequestrate carte d'identità italiane contraffatte, intestate a ignari cittadini pugliesi, utilizzate dagli albanesi per espatriare in Europa.
Il procuratore di Bari, Giuseppe Volpe, ha evidenziato che l'inchiesta ha rivelato un «fenomeno che ha visto la criminalità albanese impegnata nei traffici avvalersi di manovalanza pugliese e anche di personalità deviate delle istituzioni».
Al militare, l'appuntato Giuliano Pasquale, di 54 anni, sono stati concessi i domiciliari. All'epoca - i fatti contestati risalgono agli anni 2017-2018 - era in servizio alla Stazione di Molfetta, città in cui risiedeva il narcotrafficante albanese, poi fu trasferito quando l'Arma ebbe cognizione del suo coinvolgimento nell'inchiesta. L'uomo si sarebbe attivato dopo che l'Antimafia sequestrò un carico di droga custodito in un camper di un barese che è stato arrestato a Saranda, in Albania.
Dopo quest'episodio, il narcotrafficante chiese aiuto al militare il quale, entrando più volte nella banca dati interforze utilizzando le credenziali della Stazione di Molfetta, avrebbe fornito informazioni attinte dalla banca dati del Ministero dell'Interno e contribuito alla fabbricazione di documenti di identità falsi. Durante le indagini, infatti, sono state sequestrate carte d'identità italiane contraffatte, intestate a ignari cittadini pugliesi, utilizzate dagli albanesi per espatriare in Europa.
Il procuratore di Bari, Giuseppe Volpe, ha evidenziato che l'inchiesta ha rivelato un «fenomeno che ha visto la criminalità albanese impegnata nei traffici avvalersi di manovalanza pugliese e anche di personalità deviate delle istituzioni».