Tra legno e mare: il racconto del maestro d'ascia molfettese Gianluca Salvemini

«Il rischio è che molti abbandonino l'idea perchè non sanno dove formarsi»

martedì 21 maggio 2024 6.16
A cura di Sara Fiumefreddo
Passione per il mare, interesse verso le imbarcazioni in legno e tanta curiosità. Oltre, naturalmente, alla tradizione di famiglia. Questi gli elementi che hanno portato il giovane molfettese Gianluca Salvemini, 25 anni, a diventare maestro d'ascia.

Si tratta di un mestiere di spicco che appartiene ai vecchi cantieri navali, cui Molfetta è fortemente legata. Ai tempi, le imbarcazioni venivano costruite prevalentemente in legno e di figure come questa c'era forte richiesta.

Oggi il mondo è cambiato, la tecnologia e il progresso fanno da padroni, ma i mestieri non scompaiono, trovano il modo di (r)esistere. A raccontarlo e a darne esempio è proprio Gianluca, che ha condiviso la sua esperienza e ha dispensato dei consigli utili per chi vorrebbe seguire questa strada.

Come e perchè hai deciso di diventare maestro d'ascia?
«Ho deciso di diventare maestro d'ascia per la passione che mi è stata tramandata da mio nonno e in seguito da mio padre. Una passione che mi è stata trasmessa sin da bambino, quando andavo in cantiere e vedevo loro costruire molte imbarcazioni. La curiosità verso questo mestiere mi ha spinto a voler portare avanti la tradizione di famiglia e a decidere di intraprendere il percorso formativo e di studio per diventare maestro d'ascia, avendo avuto la fortuna di poter essere formato, in primis, da loro».

Dove lavori e di cosa ti occupi?
«Attualmente lavoro già nel cantiere di famiglia. Ci occupiamo di restauro e manutenzione di barche, come pescherecci, gozzi e piccole imbarcazioni in legno. Continuerò nel tempo a provare ad apportare sempre migliorie nel cantiere, offrendo un servizio dato da professionalità e competenza».

Un mestiere d'altri tempi: come può essere innovato e portato avanti?
«Un mestiere che sarà difficile da innovare poiché la nostra professione è data maggiormente dalla manovalanza e dalla conoscenza degli stati del legno che vanno a comporre un'imbarcazione, lavorazioni che difficilmente potrebbero essere eseguite da macchinari. Questo mestiere può essere portato avanti con la passione verso le barche di legno e verso il mare. Un incentivo potrebbe essere quello di creare corsi di formazione per chi vuole avvicinarsi a questo settore e non ha, a differenza mia, la possibilità di essere formato in casa. Il rischio è che molti abbandonino l'idea perchè non sanno dove formarsi».

Come ci si avvicina a questo settore?
«Ci si avvicina a questo settore sentendo una passione verso il mare ma soprattutto la passione di poter continuare a dar vita a qualcosa che invecchiando, come il legno fa, ha bisogno sempre di più cura».

Quali consigli daresti a chi vuole intraprendere questa strada?
«Consiglio di impegnarsi nel portare avanti questi mestieri manovali che non potranno essere rimpiazzati e sostituiti nel tempo, visto che con l'avvento e l'evoluzione della tecnologia ci sono sempre meno persone disposte al sacrifico di un lavoro manuale. Spesso si preferisce un lavoro più semplice e comodo che, però, talvolta porta molte meno soddisfazioni a livello personale».