Torre dell’Alfiere, un casale del '500 nell'agro di Molfetta

Antico complesso architettonico situato in Contrada San Domenico

mercoledì 6 novembre 2024
Passeggiando nelle campagne molfettesi è facile imbattersi in torri o edifici rudimentali che trasudano storia e antiche credenze o leggende dei secoli a venire. Allo stesso tempo, però, si tratta di complessi architettonici anni fa affascinanti e sedi della grande nobiltà, i quali con il passare degli anni a causa dell'erosione dei materiali con i quali furono costruiti -essenzialmente pietra-, cadono a pezzi versando in situazioni catastrofiche.

Un esempio in particolare, riguarda proprio Torre dell'Alfiere situata tra le città di Bitonto e Molfetta, e famosa per la sua bellissima visuale dall'alto. Un casale fortificato comunicante con le vicine Casina de Gemmis, Torre del Sacrista e Casale San Martino, che ormai versa in condizioni critiche con un'ala della struttura da tempo crollata, e con numerose crepe ai lati che rischiano da un momento all'altro, di provocarne il crollo definitivo. Le sue origini sono piuttosto difficili da decifrare, ma secondo alcune stime e i pochi reperti locali, la struttura dovrebbe risalire intorno al XVI secolo, e prende il nome dal proprietario: Domenico Nisio. Nominato infatti "Alfiere del Regno" – titolo riconosciuto in età medievale e moderna a chiunque si fosse messo maggiormente in mostra in un conflitto e a chi portava lo stendardo delle milizie- nella famosa Battaglia di Bitonto del 24 maggio 1473 per la successione nel Regno di Napoli, si trasferì in Puglia insieme alla sua famiglia nel XVII secolo, e più precisamente a Molfetta, territorio nel quale possedeva diversi beni nell'attuale centro storico.

È una Torre alta circa 10 m e a due piani dalla pianta irregolare: il primo vista la presenza di un focolare si pensa possa essere stato ad uso prettamente abitativo; quello inferiore, invece, utilizzato per il ricovero degli animali e come specie di deposito per la conservazione degli alimenti. Considerando i ruderi attuali e l'assenza di elementi di difesa, l'ipotesi più accreditata è che possa aver vestito i panni di semplice abitazione per la famiglia Nisio. Una bella costruzione priva di arcate e dalla quale le aperture dei muri perimetrali lasciano presagire la presenza in passato di affacci esterni.

Al giorno d'oggi, purtroppo, di questa vecchia abitazione presente della compagna molfettese restano solamente ruderi, e versa in condizioni critiche. L'obiettivo del progetto finanziato dall'UE "Rediscovery of RurArt", è quello di richiamare l'attenzione su edifici e strutture storiche come questa per provare a valorizzare un patrimonio spesso troppo sottovalutato.