Tornano a ridere le strade a Molfetta. L'intervista a Vito d'Ingeo
Bilancio positivo per l’edizione 2017 di “Ti fiabo e ti racconto”
lunedì 28 agosto 2017
Dopo la scorsa annata tenutasi fuori Molfetta, "Ti fiabo e ti racconto" è tornato a casa per la sua ventiduesima edizione: tra il 22 e il 24 agosto 2017 si è svolto infatti in città il festival diffuso di spettacoli ed animazioni "Le strade che ridono", in una tre giorni inedita che ha visto coinvolti molti più quartieri delle edizioni precedenti: sono stati infatti interessati dalla kermesse ben ventidue luoghi, tra cui anche alcuni collocati nelle periferie di Molfetta.
Il successo del festival è stato immediatamente percepibile, vista la partecipazione sempre numerosa di bambini, ragazzi ed adulti ai vari spettacoli disseminati in città, confermando il profondo legame affettivo che ha l'estate culturale molfettese per "Ti fiabo e ti racconto".
Abbiamo quindi incontrato Vito d'Ingeo, direttore artistico della manifestazione, per delineare un resoconto a conclusione di questa edizione.
"Ti fiabo e ti racconto" è uno degli appuntamenti fissi dell'estate molfettese per piccoli e genitori. Con che bilancio si conclude questa edizione 2017 di spettacoli diffusi?
Il bilancio di questa edizione è assolutamente positivo. Siamo stati letteralmente invasi da un'ondata di interesse, stimiamo una partecipazione di 10000 persone, anche se si tratta di numeri ancora incompleti. E' un risultato che ci inorgoglisce molto. Quella di quest'anno era un'edizione a cui tenevamo in modo particolare: si trattava di un ritorno in città dopo un anno fuori Molfetta, a Bitonto. Era necessario riconciliarci con il nostro pubblico ed abbiamo sentito in modo palpabile l'abbraccio della comunità molfettese, per cui il festival è un vero e proprio punto di riferimento per il territorio. Un altro motivo di orgoglio è stato quello di poter incentivare una rivalutazione dei luoghi turistici di Molfetta: anche in questa edizione, infatti, sono stati molti abitanti delle città limitrofe a frequentare il festival. E' stata una scommessa, che adesso possiamo considerare vinta grazie alla rete di artisti, comitati, associazioni e parrocchie che ci hanno aiutato in questo progetto, senza dimenticare la buona intesa che si è avuta con l'amministrazione comunale.
Come pensa che sia cambiato e stia cambiando "Ti fiabo e ti racconto" dalla sua prima edizione?
La novità principale è stata quella di aver allargato molto l'area di svolgimento del festival per le strade della città. Oltre a zone tradizionalmente interessate da spettacoli e manifestazioni, abbiamo portato "Le strade che ridono" anche in quartieri più periferici, come Piazza Immacolata, l'oratorio della chiesa "San Giuseppe" o la Chiesa "Madonna della Rosa", per citarne solo alcuni. Ciò ci ha consentito di intercettare il pubblico di prossimità. E' stato bello vedere gente residente in Piazza Immacolata seguire degli spettacoli vicino casa propria, e poi successivamente rivederli in altre zone della città, attratti appunto dalla manifestazione. Un altro elemento di novità è stata l'assoluta gratuità della manifestazione, a sottolinearne anche il carattere sociale: volevamo essere noi ad andare incontro al pubblico nella maniera più inclusiva possibile.
C'è qualcosa che vi sarebbe piaciuto realizzare e che magari rinviate all'edizione 2018?
Naturalmente, la nostra speranza resta sempre quella di poter tornare all'Anfiteatro di Ponente. Il teatro per ragazzi è sempre la struttura portante della manifestazione. Siamo coscienti di quante aspettative siano maturate nel nostro anno di assenza, e quindi di quante probabilmente ancora ne matureranno per la prossima edizione.
C'è qualche episodio che l'ha colpita particolarmente in questa edizione?
Mi ha colpito il gran numero di adulti presenti ai vari spettacoli, non solo in veste di accompagnatori. Questo ci ha ripagato della grande attenzione posta nella scelta degli spettacoli, così da garantirne una qualità variegata che potesse incontrare i gusti di un pubblico ampio: d'altronde, ognuno di noi desidera tornare bambino, anche solo per qualche ora.
RETTIFICA: rettifichiamo quanto da noi scritto in un precedente articolo. Per l'organizzazione della rassegna la Giunta comunale ha stanziato 17 mila Euro, anzichè oltre 20 mila Euro come da noi riportato. Ci scusiamo per l'errore.
Il successo del festival è stato immediatamente percepibile, vista la partecipazione sempre numerosa di bambini, ragazzi ed adulti ai vari spettacoli disseminati in città, confermando il profondo legame affettivo che ha l'estate culturale molfettese per "Ti fiabo e ti racconto".
Abbiamo quindi incontrato Vito d'Ingeo, direttore artistico della manifestazione, per delineare un resoconto a conclusione di questa edizione.
"Ti fiabo e ti racconto" è uno degli appuntamenti fissi dell'estate molfettese per piccoli e genitori. Con che bilancio si conclude questa edizione 2017 di spettacoli diffusi?
Il bilancio di questa edizione è assolutamente positivo. Siamo stati letteralmente invasi da un'ondata di interesse, stimiamo una partecipazione di 10000 persone, anche se si tratta di numeri ancora incompleti. E' un risultato che ci inorgoglisce molto. Quella di quest'anno era un'edizione a cui tenevamo in modo particolare: si trattava di un ritorno in città dopo un anno fuori Molfetta, a Bitonto. Era necessario riconciliarci con il nostro pubblico ed abbiamo sentito in modo palpabile l'abbraccio della comunità molfettese, per cui il festival è un vero e proprio punto di riferimento per il territorio. Un altro motivo di orgoglio è stato quello di poter incentivare una rivalutazione dei luoghi turistici di Molfetta: anche in questa edizione, infatti, sono stati molti abitanti delle città limitrofe a frequentare il festival. E' stata una scommessa, che adesso possiamo considerare vinta grazie alla rete di artisti, comitati, associazioni e parrocchie che ci hanno aiutato in questo progetto, senza dimenticare la buona intesa che si è avuta con l'amministrazione comunale.
Come pensa che sia cambiato e stia cambiando "Ti fiabo e ti racconto" dalla sua prima edizione?
La novità principale è stata quella di aver allargato molto l'area di svolgimento del festival per le strade della città. Oltre a zone tradizionalmente interessate da spettacoli e manifestazioni, abbiamo portato "Le strade che ridono" anche in quartieri più periferici, come Piazza Immacolata, l'oratorio della chiesa "San Giuseppe" o la Chiesa "Madonna della Rosa", per citarne solo alcuni. Ciò ci ha consentito di intercettare il pubblico di prossimità. E' stato bello vedere gente residente in Piazza Immacolata seguire degli spettacoli vicino casa propria, e poi successivamente rivederli in altre zone della città, attratti appunto dalla manifestazione. Un altro elemento di novità è stata l'assoluta gratuità della manifestazione, a sottolinearne anche il carattere sociale: volevamo essere noi ad andare incontro al pubblico nella maniera più inclusiva possibile.
C'è qualcosa che vi sarebbe piaciuto realizzare e che magari rinviate all'edizione 2018?
Naturalmente, la nostra speranza resta sempre quella di poter tornare all'Anfiteatro di Ponente. Il teatro per ragazzi è sempre la struttura portante della manifestazione. Siamo coscienti di quante aspettative siano maturate nel nostro anno di assenza, e quindi di quante probabilmente ancora ne matureranno per la prossima edizione.
C'è qualche episodio che l'ha colpita particolarmente in questa edizione?
Mi ha colpito il gran numero di adulti presenti ai vari spettacoli, non solo in veste di accompagnatori. Questo ci ha ripagato della grande attenzione posta nella scelta degli spettacoli, così da garantirne una qualità variegata che potesse incontrare i gusti di un pubblico ampio: d'altronde, ognuno di noi desidera tornare bambino, anche solo per qualche ora.
RETTIFICA: rettifichiamo quanto da noi scritto in un precedente articolo. Per l'organizzazione della rassegna la Giunta comunale ha stanziato 17 mila Euro, anzichè oltre 20 mila Euro come da noi riportato. Ci scusiamo per l'errore.