Toccare con mano l'innovazione: l'esperienza a Torino della giovane Antonella

Il team Icarus tra la progettazione di aeromodelli e la passione degli studenti

martedì 4 luglio 2023 0.26
A cura di Sara Fiumefreddo
Innovazione, progettazione, confronto e sete di conoscenza. Sono le quattro parole chiave che potrebbero riassumere l'esperienza del team Icarus nato nel Politecnico di Torino, di cui fa parte la giovane Antonella de Dato, originaria di Molfetta, che frequenta in Piemonte il corso di laurea magistrale in Ingegneria Aerospaziale.

Il team Icarus, attivo dal 2015, si occupa della progettazione di aeromodelli e razzomodelli, operando su tre settori. L' ACC, che comprende lo sviluppo di aeroplani da competizione, il RA, che consiste nello sviluppo di un aeromodello autopilotato e alimentato ad energia solare, caratterizzato da un'autonomia virtualmente illimitata sia dal punto di vista energetico sia dal punto di vista del controllo, e DART, che prevede la costruzione di un razzomodello a propellente solido con un utilizzo minimo di componenti commerciali. I tre progetti del team sono poi supportati dall'area IT, che si occupa di tutti i sistemi elettronici ed informatici necessari al supporto dei voli dei diversi prototipi e alla raccolta dei dati.

Abbiamo intervistato Antonella, che ha condiviso con la redazione la sua esperienza: una scelta di vita ben precisa e degli obiettivi ambiziosi.

Cosa significa per te far parte di questo team?
«Il team è un valore aggiunto rispetto agli studi universitari, perchè abbiamo la possibilità di mettere in pratica conoscenze che apprendiamo durante le lezioni e di sviluppare utili hard skills, oltre che soft skills come il lavoro di squadra. Io sono entrata a far parte di questo gruppo nel 2020 come meccanica del volo per il progetto ACC, nel quale mi sono occupata di stabilità, manovrabilità e prestazioni del volo per l'aeroplano della Air Cargo Challenge del 2022. La natura multidisciplinare dell'attività in team mi ha anche permesso di occuparmi, insieme ai miei colleghi, della costruzione dell'ultimo aeromodello, oltre che della campagna di test di volo su di esso. Col tempo sono diventata project manager del progetto ACC, e adesso sono la team leader dell'intero team, quindi sono responsabile di coordinare il gruppo e i diversi progetti, oltre che di altri aspetti come il reclutamento di nuovi membri o la gestione del budget».

In cosa è consistito il progetto con cui avete partecipato alla competizione dello scorso anno?
«Il regolamento della scorsa edizione della Air Cargo Challenge richiedeva lo sviluppo di un prototipo che potesse trasportare delle sacchette di sangue in zone difficilmente raggiungibili, per simulare una situazione emergenziale in cui fosse richiesta assistenza sanitaria. Abbiamo avuto a disposizione un anno per la progettazione del nostro ultimo prototipo, Ichor, in modo che potesse svolgere tale missione rispondendo ai requisiti previsti dal regolamento. Abbiamo curato il design di ogni particolare, integrando gli studi aerodinamici, strutturali e di meccanica del volo. Il risultato ottenuto ci ha portato un'enorme soddisfazione: abbiamo proposto un aeroplano competitivo, il più veloce in gara con velocità di picco anche di 120 km/h. Per me la gara è stata un'esperienza di crescita assolutamente stimolante».

Con che materiali è stato realizzato il vostro aeromodello?
«I nostri aeromodelli sono realizzati con materiali compositi, tipicamente fibra di carbonio in matrice di resina epossidica, lavorati con un processo di laminazione sottovuoto. Questi materiali hanno il doppio vantaggio di avere qualità strutturali molto soddisfacenti, pur essendo molto leggeri. L'aspetto del peso è infatti estremamente importante per le prestazioni in volo di un aeromodello, ed è fondamentale ottimizzarlo. Su Ichor, il nostro ultimo prototipo (nelle foto di seguito, scattate da Sandro Lo Giudice), abbiamo sperimentato una fibra di carbonio innovativa, sottile e leggera, ma molto resistente, con un risultato particolarmente positivo».


Qual è l'aspetto che preferisci di questa esperienza?
«L'aspetto che rende la mia esperienza in team più gratificante e stimolante sono sicuramente i miei compagni di squadra, sempre fonte di arricchimento e di confronto. Ognuno di noi ha un background e un set di competenze diverso, quindi ciascuno apporta ai progetti un punto di vista differente. Inoltre, l'attività in team rappresenta per me l'opportunità magnifica di occuparmi in prima persona di progetti che si trasformano poi in realtà, e questa è una soddisfazione assolutamente inestimabile».

Quali sono i vostri prossimi obiettivi?
«Per quanto riguarda il progetto ACC, quest'anno ci stiamo preparando alla prossima competizione che si terrà nel 2024 in Germania. Stiamo apprendendo competenze più specifiche, testando nuovi materiali e provando nuove tecniche di costruzione, in attesa che sia rilasciato il prossimo regolamento e di poter iniziare a sviluppare il prossimo prototipo. Siamo trepidanti, così come i colleghi delle altre aree del team. In RA è stato svolto quest'anno il primo volo inagurale dell'UAV alimentato a pannelli solari, del quale siamo riusciti a raccogliere già diversi dati. Adesso RA è in una fase di riprogettazione di un nuovo prototipo, la cui prima missione è prevista per il prossimo anno. Questo primo volo, della durata di 6 ore in autonomia, è il primo step di un progetto a lungo termine la cui missione finale è la percorrenza della trasvolata oceanica in completa autonomia. Si tratta di un periodo intenso anche per il progetto DART, il quale effettuerà ad ottobre il primo lancio del razzomodello, con l'obiettivo di partecipare poi nei prossimi anni ad EUROC, una competizione universitaria di rocketry».

Come ti immagini nel futuro lavorativo?
«Sicuramente la mia strada è nel mondo aerospaziale. Per ora, mi affascinano gli aspetti della meccanica e del controllo del volo, sia atmosferico che spaziale, e il mondo dei sistemi di bordo, che consentono di avere una visione di insieme del prodotto aerospaziale. Il settore aerospace è in continua espansione e mi appassiona l'elevatissimo contenuto tecnologico che lo caratterizza. Sto toccando con mano l'innovazione ed è questa la mia idea di futuro».