Terremoto in Turchia e Siria, si mobilita anche la Diocesi
Avviata la raccolta fondi nelle parrocchie
martedì 14 febbraio 2023
Il terremoto del sei febbraio scorso ha causato distruzioni gravissime sia nel sud-est della Turchia che nel nord della Siria. Alla data odierna il numero complessivo delle vittime accertate ha superato le diecimila e decine di migliaia sono i feriti, in particolare nei distretti di Kahramanmaraş, Gaziantep, Şanlıurfa, Diyarbakır, Adana, Adıyaman e Malatya. Il bilancio tuttavia sembra destinato ad aggravarsi.
Anche in Siria i danni sono apparsi sin da subito enormi, nelle città di Aleppo, Lattakia, Idlib, Hama, con centinaia di morti, dispersi e feriti, ed un numero imprecisato di sfollati (probabilmente decine di migliaia). Le numerose scosse seguite a quella principale rendono molto rischiosi i soccorsi. Chiaramente la situazione è resa ancora più drammatica dalla condizione in cui versa il Paese dopo 12 anni di guerra.
Gli uffici della Caritas diocesana dell'Anatolia hanno subito danni rendendo complicata l'operatività. Il personale sta bene, ma purtroppo già si contano tra i morti alcuni beneficiari, volontari, familiari e amici. La Caritas diocesana dell'Anatolia, in coordinamento con le autorità locali e con Caritas Turchia, sta accogliendo gli sfollati in luoghi sicuri all'aperto.
Nell'immediato rimane vitale poter continuare a garantire luoghi sicuri con cibo, coperte e acqua potabile, beni di prima necessità, in particolare per l'infanzia.
Resta valido l'appello a non mobilitare beni materiali e persone, lasciando lavorare gli operatori già presenti in loco che hanno attivato prontamente tutti gli strumenti di coordinamento necessari.
Anche in Siria si scava sotto le macerie nella speranza di trovare sopravvissuti o di salvare i propri beni, sfidando la sorte a causa delle numerose scosse secondarie. L'assistenza ai moltissimi sfollati e feriti è ora la sfida principale, soprattutto per sopravvivere al rigido inverno del nord della Siria. Servono prima di tutto cure mediche per i feriti (medicinali, materiali e personale sanitario) e alloggi di emergenza, in grado di fornire un riparo il più confortevole possibile, cibo, acqua potabile e generi di prima necessità (coperte, indumenti pesanti, kit igienici…).
La Caritas Italiana è impegnata in Turchia e Siria da molti anni in collaborazione con le rispettive Caritas nazionali. Già prima del terremoto era attiva a sostegno delle Caritas, fornendo un accompagnamento tecnico per lo sviluppo organizzativo, lo sviluppo e la gestione di progetti di assistenza umanitaria, riabilitazione economica e percorsi di riabilitazione psico-sociale e di riconciliazione per migranti e giovani.
Al fine di un sostenere gli interventi e il coordinamento, si propongono alcune modalità operative e indicazioni, tra le quali avviare una raccolta fondi a livello parrocchiale e/o cittadino in favore delle popolazioni colpite dal terremoto in Turchia e Siria che è possibile devolvere per gli interventi di soccorso tramite donazioni con causale "emergenza-terremoto Siria-Turchia" (iban: IT35X07601 04 0000 00020 878708, Diocesi Di Molfetta Ruvo Giovinazzo Terlizzi).
Anche in Siria i danni sono apparsi sin da subito enormi, nelle città di Aleppo, Lattakia, Idlib, Hama, con centinaia di morti, dispersi e feriti, ed un numero imprecisato di sfollati (probabilmente decine di migliaia). Le numerose scosse seguite a quella principale rendono molto rischiosi i soccorsi. Chiaramente la situazione è resa ancora più drammatica dalla condizione in cui versa il Paese dopo 12 anni di guerra.
Gli uffici della Caritas diocesana dell'Anatolia hanno subito danni rendendo complicata l'operatività. Il personale sta bene, ma purtroppo già si contano tra i morti alcuni beneficiari, volontari, familiari e amici. La Caritas diocesana dell'Anatolia, in coordinamento con le autorità locali e con Caritas Turchia, sta accogliendo gli sfollati in luoghi sicuri all'aperto.
Nell'immediato rimane vitale poter continuare a garantire luoghi sicuri con cibo, coperte e acqua potabile, beni di prima necessità, in particolare per l'infanzia.
Resta valido l'appello a non mobilitare beni materiali e persone, lasciando lavorare gli operatori già presenti in loco che hanno attivato prontamente tutti gli strumenti di coordinamento necessari.
Anche in Siria si scava sotto le macerie nella speranza di trovare sopravvissuti o di salvare i propri beni, sfidando la sorte a causa delle numerose scosse secondarie. L'assistenza ai moltissimi sfollati e feriti è ora la sfida principale, soprattutto per sopravvivere al rigido inverno del nord della Siria. Servono prima di tutto cure mediche per i feriti (medicinali, materiali e personale sanitario) e alloggi di emergenza, in grado di fornire un riparo il più confortevole possibile, cibo, acqua potabile e generi di prima necessità (coperte, indumenti pesanti, kit igienici…).
La Caritas Italiana è impegnata in Turchia e Siria da molti anni in collaborazione con le rispettive Caritas nazionali. Già prima del terremoto era attiva a sostegno delle Caritas, fornendo un accompagnamento tecnico per lo sviluppo organizzativo, lo sviluppo e la gestione di progetti di assistenza umanitaria, riabilitazione economica e percorsi di riabilitazione psico-sociale e di riconciliazione per migranti e giovani.
Al fine di un sostenere gli interventi e il coordinamento, si propongono alcune modalità operative e indicazioni, tra le quali avviare una raccolta fondi a livello parrocchiale e/o cittadino in favore delle popolazioni colpite dal terremoto in Turchia e Siria che è possibile devolvere per gli interventi di soccorso tramite donazioni con causale "emergenza-terremoto Siria-Turchia" (iban: IT35X07601 04 0000 00020 878708, Diocesi Di Molfetta Ruvo Giovinazzo Terlizzi).