Tenta di strangolare la madre e di accoltellare la sorella. Arrestato un 53enne
L'episodio in un appartamento di via Puccini, determinante la prontezza di riflessi di due agenti della Polizia Locale
martedì 18 luglio 2023
13.44
Un episodio che sfugge alla ragionevolezza. Un 53enne avrebbe tentato di strangolare la propria madre, prima di provare a colpire anche sua sorella, brandendo un coltello. Ma è stato arrestato. Una giornata da incubo, quella del 19 giugno scorso, a Molfetta, dove S.S. - le sue iniziali - è stato arrestato dalla Polizia Locale.
L'uomo, accusato di tentato omicidio, detenzione di arma da taglio atta ad offendere e resistenza a pubblico ufficiale, su disposizione del pubblico ministero della Procura della Repubblica di Trani, Maria Isabella Scamarcio, è stato portato in carcere. Il personale molfettese, comandato dal tenente colonnello Cosimo Aloia, dopo una richiesta telefonica pervenuta al Comando, è infatti intervenuto per trarre in arresto l'uomo, già noto alle forze dell'ordine, prima che fosse troppo tardi.
Giunti sul posto, gli agenti hanno sentito delle urla provenire dall'abitazione di una 80enne, in via Puccini, e, poco dopo, hanno notato un uomo, poi identificato nel 53enne, che, in stato d'agitazione, ha iniziato ad inveire contro di loro lamentandosi di «dover assistere la madre allettata e amputata». E proprio in quegli attimi è sopraggiunta la sorella dell'uomo, di 59 anni, entrata in casa per verificare le condizioni della madre «in quanto dall'abitazione non proveniva più alcun lamento».
Subito dopo, la donna, uscendo dall'abitazione inseguita dal fratello, ha riferito agli agenti che la madre «era stata aggredita dall'uomo», il quale «aveva tentato di strangolarla e morderla». Forse questa frase ha fatto scattare l'ira del 53enne che, dopo aver inveito ancora contro la sorella, le si è scagliato contro, rientrando e uscendo velocemente dalla casa con un coltello da cucina. Brandendo l'arma, infatti, avrebbe cercato di colpirla alle sue spalle, «in prossimità delle zone vitali».
Un'aggressione che sarebbe finita in tragedia se non fosse stato per la prontezza di riflessi invidiabile dei due agenti che ha permesso alla donna di divincolarsi e di fuggire, oltre ad intimare all'uomo di fermarsi e di gettare l'arma. Ma non per questo l'aggressore ha desistito. Anzi, in preda ad una rabbia cieca, ingiustificata, non si è dato per vinto, costringendo gli agenti, «valutato l'imminente pericolo di vita in cui si trovava la donna», a placcarlo «in spregio della propria incolumità».
L'uomo, bloccato con «l'uso degli strumenti di servizio», è stato disarmato: il coltello, con una lama a punta di 19 centimetri, è stato sequestrato, mentre finito in manette, il 53enne è stato poi trasferito presso gli uffici di via Molfettesi d'America e, al termine delle formalità di rito, è stato rinchiuso nel penitenziario di Trani.
L'uomo, accusato di tentato omicidio, detenzione di arma da taglio atta ad offendere e resistenza a pubblico ufficiale, su disposizione del pubblico ministero della Procura della Repubblica di Trani, Maria Isabella Scamarcio, è stato portato in carcere. Il personale molfettese, comandato dal tenente colonnello Cosimo Aloia, dopo una richiesta telefonica pervenuta al Comando, è infatti intervenuto per trarre in arresto l'uomo, già noto alle forze dell'ordine, prima che fosse troppo tardi.
Giunti sul posto, gli agenti hanno sentito delle urla provenire dall'abitazione di una 80enne, in via Puccini, e, poco dopo, hanno notato un uomo, poi identificato nel 53enne, che, in stato d'agitazione, ha iniziato ad inveire contro di loro lamentandosi di «dover assistere la madre allettata e amputata». E proprio in quegli attimi è sopraggiunta la sorella dell'uomo, di 59 anni, entrata in casa per verificare le condizioni della madre «in quanto dall'abitazione non proveniva più alcun lamento».
Subito dopo, la donna, uscendo dall'abitazione inseguita dal fratello, ha riferito agli agenti che la madre «era stata aggredita dall'uomo», il quale «aveva tentato di strangolarla e morderla». Forse questa frase ha fatto scattare l'ira del 53enne che, dopo aver inveito ancora contro la sorella, le si è scagliato contro, rientrando e uscendo velocemente dalla casa con un coltello da cucina. Brandendo l'arma, infatti, avrebbe cercato di colpirla alle sue spalle, «in prossimità delle zone vitali».
Un'aggressione che sarebbe finita in tragedia se non fosse stato per la prontezza di riflessi invidiabile dei due agenti che ha permesso alla donna di divincolarsi e di fuggire, oltre ad intimare all'uomo di fermarsi e di gettare l'arma. Ma non per questo l'aggressore ha desistito. Anzi, in preda ad una rabbia cieca, ingiustificata, non si è dato per vinto, costringendo gli agenti, «valutato l'imminente pericolo di vita in cui si trovava la donna», a placcarlo «in spregio della propria incolumità».
L'uomo, bloccato con «l'uso degli strumenti di servizio», è stato disarmato: il coltello, con una lama a punta di 19 centimetri, è stato sequestrato, mentre finito in manette, il 53enne è stato poi trasferito presso gli uffici di via Molfettesi d'America e, al termine delle formalità di rito, è stato rinchiuso nel penitenziario di Trani.