Piano di riordino ospedaliero, al "Mons.Bello" restano solo 70 posti letto
Erano 101. Le carte al vaglio del Ministero dell'Economia e della Salute
sabato 3 dicembre 2016
8.01
Il piano di riordino ospedaliero taglia 31 posti letto all'ospedale "Mons.Bello" di Molfetta: a fronte dei 101 esistenti, con l'approvazione definitiva da parte della Giunta regionale, nel nosocomio cittadino ce ne saranno 70.
Dunque, confermate sostanzialmente tutte le indiscrezioni circolate già a inizio anno. Non solo verranno smantellati i reparti di Cardiologia e Urologia ma anche meno posti per la degenza dei malati che dovrebbero essere divisi tra i reparti di chirurgia generale, medicina generale e ortopedia e traumatologia.
Escludendo gli ospedali a Bari, a Molfetta c'è il taglio più netto nel Nord Barese se si considera che il "Sarcone" di Terlizzi ne perde complessivamente tre e «l'ospedale di Corato perde il punto nascita ma vede un potenziamento della chirurgia generale (+14) e della medicina generale (+20)», è scritto nella delibera.
Intanto giovedì 1 dicembre la delibera contente il nuovo assetto della sanità regionale è stata inoltrata ai Ministeri dell'Economia e della Salute per le analisi necessarie. Poi la parola passerà al Consiglio della Regione Puglia.
Dunque, confermate sostanzialmente tutte le indiscrezioni circolate già a inizio anno. Non solo verranno smantellati i reparti di Cardiologia e Urologia ma anche meno posti per la degenza dei malati che dovrebbero essere divisi tra i reparti di chirurgia generale, medicina generale e ortopedia e traumatologia.
Escludendo gli ospedali a Bari, a Molfetta c'è il taglio più netto nel Nord Barese se si considera che il "Sarcone" di Terlizzi ne perde complessivamente tre e «l'ospedale di Corato perde il punto nascita ma vede un potenziamento della chirurgia generale (+14) e della medicina generale (+20)», è scritto nella delibera.
Intanto giovedì 1 dicembre la delibera contente il nuovo assetto della sanità regionale è stata inoltrata ai Ministeri dell'Economia e della Salute per le analisi necessarie. Poi la parola passerà al Consiglio della Regione Puglia.