Susanna Camusso: «Di Vittorio padre di questa nostra grande organizzazione»
Il segretario generale Cgil presente a Molfetta per ricordare il sindacalista pugliese a 60 anni dalla scomparsa
sabato 4 novembre 2017
2.58
«Di Vittorio è figlio di un'epoca straordinaria, ha saputo agire sulla storia del paese di quella stagione in modo impegnativo e lasciando un tratto che credo porti noi giustamente a dire che siamo figli di quella storia e di quell'esperienza».
Con queste parole Susanna Camusso, Segretario Generale della Cgil, ha aperto il suo intervento nel corso della cerimonia di commemorazione di Giuseppe Di Vittorio che si è svolta proprio a Molfetta, presso la villa comunale, lì dove tra il verde spicca proprio la statua del sindacalista scomparso ormai da sessant'anni.
Proprio ai piedi della statua la Camusso, alla presenza altresì del sindaco Tommaso Minervini e del segretario generale della Cgil di Bari, Gigia Bucci, assieme ai tanti presenti, appartenenti o meno al sindacato, hanno deposto una corona di alloro.
Una triplice figura, quella di Di Vittorio, sindacalista, antifascista e politico, cui molti si sono ispirati, non solo per l'impegno profuso nella risoluzione dei problemi del lavoro nel marasma, allora come oggi, della questione meridionale, ma altresì per la sua umanità, per la genuinità delle parole e delle azioni, probabilmente retaggio di origini contadine della propria famiglia. Ne sono state un limpido esempio le letture di alcuni suoi scritti e di una lettera della figlia Baldina nel corso della commemorazione. Ne è un esempio la testimonianza di Mimì Spadavecchia che ha seguito passo passo le sue orme e prendendo la parola ha ricordato quando nel 1982 si è concretizzata la volontà di realizzare una statua in onore del grande sindacalista pugliese; idea che trovò il sostegno dell'allora sindaco Finocchiaro. Ed è stato il pensiero di Di Vittorio ad accompagnare Susanna Camusso nella battaglia in merito al contrasto del caporalato che poi ha portato alla Legge 199/2016.
«Giuseppe Di Vittorio è il padre di questa nostra grande organizzazione, è una parte fondamentale di un paese che ha saputo ricostruirsi e lo ha fatto sul lavoro, sulla fatica, con l'impegno di tante lavoratrici e tanti lavoratori. E in fondo noi oggi vogliamo di nuovo una cosa molto semplice, che il lavoro degli uomini e delle donne sia riconosciuto e sia messo in valore, che la si smetta di pensare che tutto è deciso da altro, che la loro presenza è l'equivalente di una merce qualunque nel mercato; che si smetta di idolatrare l'idea di imprese che sembra agiscano indipendentemente dal fatto che ci siano lavoratori; che si smetta di immaginare che i governi non hanno una funzione», ha affermato il segretario Camusso.
Con queste parole Susanna Camusso, Segretario Generale della Cgil, ha aperto il suo intervento nel corso della cerimonia di commemorazione di Giuseppe Di Vittorio che si è svolta proprio a Molfetta, presso la villa comunale, lì dove tra il verde spicca proprio la statua del sindacalista scomparso ormai da sessant'anni.
Proprio ai piedi della statua la Camusso, alla presenza altresì del sindaco Tommaso Minervini e del segretario generale della Cgil di Bari, Gigia Bucci, assieme ai tanti presenti, appartenenti o meno al sindacato, hanno deposto una corona di alloro.
Una triplice figura, quella di Di Vittorio, sindacalista, antifascista e politico, cui molti si sono ispirati, non solo per l'impegno profuso nella risoluzione dei problemi del lavoro nel marasma, allora come oggi, della questione meridionale, ma altresì per la sua umanità, per la genuinità delle parole e delle azioni, probabilmente retaggio di origini contadine della propria famiglia. Ne sono state un limpido esempio le letture di alcuni suoi scritti e di una lettera della figlia Baldina nel corso della commemorazione. Ne è un esempio la testimonianza di Mimì Spadavecchia che ha seguito passo passo le sue orme e prendendo la parola ha ricordato quando nel 1982 si è concretizzata la volontà di realizzare una statua in onore del grande sindacalista pugliese; idea che trovò il sostegno dell'allora sindaco Finocchiaro. Ed è stato il pensiero di Di Vittorio ad accompagnare Susanna Camusso nella battaglia in merito al contrasto del caporalato che poi ha portato alla Legge 199/2016.
«Giuseppe Di Vittorio è il padre di questa nostra grande organizzazione, è una parte fondamentale di un paese che ha saputo ricostruirsi e lo ha fatto sul lavoro, sulla fatica, con l'impegno di tante lavoratrici e tanti lavoratori. E in fondo noi oggi vogliamo di nuovo una cosa molto semplice, che il lavoro degli uomini e delle donne sia riconosciuto e sia messo in valore, che la si smetta di pensare che tutto è deciso da altro, che la loro presenza è l'equivalente di una merce qualunque nel mercato; che si smetta di idolatrare l'idea di imprese che sembra agiscano indipendentemente dal fatto che ci siano lavoratori; che si smetta di immaginare che i governi non hanno una funzione», ha affermato il segretario Camusso.