Spaccio di droga in famiglia: marito, moglie e figli tornano in libertà

Revocato il carcere: tutti hanno ammesso gli addebiti, riferendo di aver iniziato a lavorare per cambiare la loro vita. Lunedì il Riesame

giovedì 9 febbraio 2023 0.25
A cura di Nicola Miccione
Hanno ammesso gli addebiti, riferendo di avere iniziato a lavorare (due di loro, secondo i documenti, hanno trovato «una stabile attività lavorativa») per cambiare la loro vita. Per questo il 60enne Antonio Minervini, sua moglie, la 58enne Vincenza Rizzi, e sui due figli di 24 anni, Domenico e Giuseppe, sono tornati in libertà.

A restituirgliela, dopo gli interrogatori di garanzia di venerdì, è stato ieri il giudice del Tribunale di Trani, Marina Chiddo, che ha accolto le istanze dei loro avvocati difensori, Michele Salvemini e Giuseppe Germinario, ritenendo finite le esigenze cautelari, considerando che «i fatti» di cui sono accusati «risalgono a più di un anno fa». Tutti hanno ammesso gli addebiti, riferendo anche di «aver iniziato a lavorare per cambiare vita e di uscire dal circuito criminale in cui erano inseriti».

I quattro sono stati arrestati il 31 gennaio scorso dai Carabinieri per i reati di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti e, solo per il padre, di tentato omicidio in concorso nel duello a colpi di pistola fra Ruggero, suo terzo figlio, e Cosma Damiano Grosso. Avrebbero, inoltre, «in concorso fra loro», da aprile a giugno 2021, svolto presso la propria casa, «un'importante attività di spaccio, in modo costante e per un lungo periodo di tempo» con 608 cessioni di hashish e di marijuana.

L'intera famiglia Minervini è stata accompagnata in carcere, a Trani, ma vi è rimasta appena una settimana, perché il giudice, dopo gli interrogatori di garanzia, ha revocato la misura. Solo Domenico avrà l'obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria. Lunedì, intanto, si tornerà in aula, al Tribunale del Riesame.