Solidarietà ai lavoratori della unione sindacale di base di Molfetta
Rifondazione comunista dalla parte degli ausiliari della sosta sul piede di guerra
venerdì 20 giugno 2014
7.42
«Massimo sostegno allo sciopero del pubblico impiego indetto dall'Unione Sindacale di Base». Rifondazione comunista sostiene lo sciopero dei lavoratori della unione sindacale di base di Molfetta.
«La riforma della Pubblica Amministrazione presentata dal governo Renzi – puntualizza una nota - non ha niente a che vedere con un progetto di riqualificazione e rilancio della pubblica amministrazione, continua infatti con la logica della riduzione del perimetro pubblico, del taglio di servizi e diritti dei cittadini.
Non si affronta in nessun modo la necessità di stabilizzare i quasi 300.000 precari (di cui oltre 80.000 con contratti in scadenza) che garantiscono servizi essenziali a fronte del taglio di 250.000 posti di lavoro negli ultimi 5 anni, in una pubblica amministrazione che è tra le più sottodimensionate d'Europa».
E ancora. «Demansionamento e mobilità obbligatoria entro 50 km sono le soluzioni per tutte le lavoratrici e i lavoratori che a seguito dei tagli e degli accorpamenti previsti, saranno dichiarati in esubero.
Si ampliano i dirigenti esterni a chiamata a scapito di chi entra attraverso concorso pubblico. Si tagliano del 50% i permessi sindacali, compresi quelli delle RSU. Il tutto mentre prosegue il blocco della contrattazione. L'intento è chiaro: fare in modo che il settore pubblico non possa funzionare al meglio, per poter millantare la maggior efficienza del privato e quindi la necessità di privatizzazioni. Lavoratori poco motivati e malpagati producono servizi pubblici poco efficienti».
In conclusione. «Questa è anche la situazione degli ausiliari della sosta, da più di dieci anni in attesa del full time, di un contratto che rispecchi le mansioni effettivamente svolte e iniziative che valorizzino lo svolgimento del servizio e le competenze acquisite negli anni».
«La riforma della Pubblica Amministrazione presentata dal governo Renzi – puntualizza una nota - non ha niente a che vedere con un progetto di riqualificazione e rilancio della pubblica amministrazione, continua infatti con la logica della riduzione del perimetro pubblico, del taglio di servizi e diritti dei cittadini.
Non si affronta in nessun modo la necessità di stabilizzare i quasi 300.000 precari (di cui oltre 80.000 con contratti in scadenza) che garantiscono servizi essenziali a fronte del taglio di 250.000 posti di lavoro negli ultimi 5 anni, in una pubblica amministrazione che è tra le più sottodimensionate d'Europa».
E ancora. «Demansionamento e mobilità obbligatoria entro 50 km sono le soluzioni per tutte le lavoratrici e i lavoratori che a seguito dei tagli e degli accorpamenti previsti, saranno dichiarati in esubero.
Si ampliano i dirigenti esterni a chiamata a scapito di chi entra attraverso concorso pubblico. Si tagliano del 50% i permessi sindacali, compresi quelli delle RSU. Il tutto mentre prosegue il blocco della contrattazione. L'intento è chiaro: fare in modo che il settore pubblico non possa funzionare al meglio, per poter millantare la maggior efficienza del privato e quindi la necessità di privatizzazioni. Lavoratori poco motivati e malpagati producono servizi pubblici poco efficienti».
In conclusione. «Questa è anche la situazione degli ausiliari della sosta, da più di dieci anni in attesa del full time, di un contratto che rispecchi le mansioni effettivamente svolte e iniziative che valorizzino lo svolgimento del servizio e le competenze acquisite negli anni».