Soldi pubblici e monumenti. La risposta di Porta al Sindaco
Piccata replica del consigliere di opposizione a Minervini
martedì 29 gennaio 2019
10.07
Il sindaco Minervini ha deciso di replicare alla nostra denuncia sullo sperpero di 150.000 € per la realizzazione di due monumenti a ricordo della visita di papa Francesco: 150.000 € di lavori affidati direttamente, 150.000 € di spesa pubblica che fanno a pugni con lo spirito di solidarietà e carità.
Il sindaco ci accusa di essere noiosi qualunquisti e decide di "volare alto" nella sua replica, pilotando come lui sa fare l'elicottero della retorica ecumenica a buon mercato.
Lui che parla di memoria storica condivisa, avendo condiviso ogni stagione politica degli ultimi vent'anni di Molfetta sempre dalla parte dei potenti protettori nazionali e regionali di turno.
Lui che ha condiviso palchi con i fascisti e si dichiara salveminiano.
Lui che si erge a maestro (cattivo) di buona amministrazione e copre affidamenti diretti di lavori e opere pubbliche.
Lui che si aggiunge opportunisticamente alla schiera di non disinteressati ferventi devoti.
È vero, i momenti cruciali di una comunità meritano di essere ricordati, solo che il sindaco intende farlo con sfarzo munifico, ostentando i segni del potere, anziché testimoniando la sobrietà del potere dei segni.
Ma evidentemente per il sindaco Minervini, abituato a saltellare da uno schieramento all'altro, insuperabile esempio di italico trasformismo, questi segni di sobrietà sono troppo noiosi.
Il sindaco ci accusa di essere noiosi qualunquisti e decide di "volare alto" nella sua replica, pilotando come lui sa fare l'elicottero della retorica ecumenica a buon mercato.
Lui che parla di memoria storica condivisa, avendo condiviso ogni stagione politica degli ultimi vent'anni di Molfetta sempre dalla parte dei potenti protettori nazionali e regionali di turno.
Lui che ha condiviso palchi con i fascisti e si dichiara salveminiano.
Lui che si erge a maestro (cattivo) di buona amministrazione e copre affidamenti diretti di lavori e opere pubbliche.
Lui che si aggiunge opportunisticamente alla schiera di non disinteressati ferventi devoti.
È vero, i momenti cruciali di una comunità meritano di essere ricordati, solo che il sindaco intende farlo con sfarzo munifico, ostentando i segni del potere, anziché testimoniando la sobrietà del potere dei segni.
Ma evidentemente per il sindaco Minervini, abituato a saltellare da uno schieramento all'altro, insuperabile esempio di italico trasformismo, questi segni di sobrietà sono troppo noiosi.