"Soccia, che storia!": il contributo della molfettese Maria in un podcast su Bologna
Il prodotto realizzato con Matteo Alessi e Daniele Gasparri svela curiosità sul capoluogo dell'Emilia Romagna
lunedì 15 gennaio 2024
Unire passione, divertimento e studio. Siamo a Bologna, uno dei contesti universitari più frequentati dai molfettesi e non solo. Dall'idea di Maria Saponieri, giovane originaria di Molfetta, e di due colleghi universitari, Matteo Alessi e Daniele Gasparri, nasce il podcast "Soccia, che storia!"
Si tratta di un progetto svolto nell'ambito dell'esame "Laboratorio di Storytelling Multimediale" del corso di laurea magistrale in Comunicazione pubblica e d'impresa dell'"Alma Mater Studiorum".
«Era possibile scegliere tra diverse opzioni, tra cui podcast, articolo, reportage fotografico, video, reel, post social – esordisce Maria - le tematiche erano la città di Bologna, la vita universitaria e/o da studente fuori sede, dato che a Bologna la maggioranza degli studenti vengono da fuori, il nostro corso di laurea, la condizione giovanile, la cultura dei giovani, i media digitali e la comunicazione d'impresa».
L'obiettivo del lavoro è pubblicare alcuni degli elaborati sulla pagina Instagram del corso di laurea, @compassunibo. Gli argomenti, quindi, devono essere coerenti con il piano editoriale del profilo.
«Io e i miei colleghi abbiamo pensato di realizzare un podcast che raccontasse aneddoti e leggende sulla città di Bologna – spiega la giovane molfettese - esistono "i 7 segreti di Bologna", sette curiosità sulla città molto famose, che quindi abbiamo escluso poiché già largamente conosciute. Per questo motivo, abbiamo deciso di cercare delle storie più insolite o meno conosciute, cercando sui libri della biblioteca comunale del capoluogo dell'Emilia».
Ne sono nati una puntata pilota e 6 episodi da circa 5 minuti, suddivisi in due macro categorie: 3 aneddoti "dark" e 3 fatti curiosi. Daniele e Matteo sono gli speaker che si alternano negli episodi, mentre Maria ha curato il backstage, occupandosi dei testi e della stesura di un piano e di un calendario editoriale.
«"Soccia, che storia!" è un'esclamazione bolognese, infatti contiene la parola dialettale "Soccia", che indica sorpresa – precisa Maria - se "traducessimo" il titolo in molfettese, potrebbe essere un "Moh, che storia!"».
Curiosa anche la copertina del prodotto multimediale, che raffigura due personaggi vestiti da detective, che rimandano al voler cercare delle storie curiose.
«Il font che abbiamo scelto è molto voluminoso, intende trasmette una certa leggerezza e giocosità, in linea con l'obiettivo d'intrattenere gli ascoltatori – aggiunge la molfettese - per quanto riguarda i colori, l'arancione è uno dei colori caratteristici di Bologna, dove quasi tutti gli edifici del centro storico sono arancioni, o di tonalità vicine come il rosso, il giallo e il marrone».
A questo si aggiunge il fatto che l'arancione è anche un colore caldo, comunemente considerato giocoso. Esaltato dal contrasto con un grigio scuro, che si potrebbe associare agli aneddoti "dark".
Una combinazione di tante belle idee che, ancora una volta, connettono la città di Molfetta con altre realtà culturali.
Si tratta di un progetto svolto nell'ambito dell'esame "Laboratorio di Storytelling Multimediale" del corso di laurea magistrale in Comunicazione pubblica e d'impresa dell'"Alma Mater Studiorum".
«Era possibile scegliere tra diverse opzioni, tra cui podcast, articolo, reportage fotografico, video, reel, post social – esordisce Maria - le tematiche erano la città di Bologna, la vita universitaria e/o da studente fuori sede, dato che a Bologna la maggioranza degli studenti vengono da fuori, il nostro corso di laurea, la condizione giovanile, la cultura dei giovani, i media digitali e la comunicazione d'impresa».
L'obiettivo del lavoro è pubblicare alcuni degli elaborati sulla pagina Instagram del corso di laurea, @compassunibo. Gli argomenti, quindi, devono essere coerenti con il piano editoriale del profilo.
«Io e i miei colleghi abbiamo pensato di realizzare un podcast che raccontasse aneddoti e leggende sulla città di Bologna – spiega la giovane molfettese - esistono "i 7 segreti di Bologna", sette curiosità sulla città molto famose, che quindi abbiamo escluso poiché già largamente conosciute. Per questo motivo, abbiamo deciso di cercare delle storie più insolite o meno conosciute, cercando sui libri della biblioteca comunale del capoluogo dell'Emilia».
Ne sono nati una puntata pilota e 6 episodi da circa 5 minuti, suddivisi in due macro categorie: 3 aneddoti "dark" e 3 fatti curiosi. Daniele e Matteo sono gli speaker che si alternano negli episodi, mentre Maria ha curato il backstage, occupandosi dei testi e della stesura di un piano e di un calendario editoriale.
«"Soccia, che storia!" è un'esclamazione bolognese, infatti contiene la parola dialettale "Soccia", che indica sorpresa – precisa Maria - se "traducessimo" il titolo in molfettese, potrebbe essere un "Moh, che storia!"».
Curiosa anche la copertina del prodotto multimediale, che raffigura due personaggi vestiti da detective, che rimandano al voler cercare delle storie curiose.
«Il font che abbiamo scelto è molto voluminoso, intende trasmette una certa leggerezza e giocosità, in linea con l'obiettivo d'intrattenere gli ascoltatori – aggiunge la molfettese - per quanto riguarda i colori, l'arancione è uno dei colori caratteristici di Bologna, dove quasi tutti gli edifici del centro storico sono arancioni, o di tonalità vicine come il rosso, il giallo e il marrone».
A questo si aggiunge il fatto che l'arancione è anche un colore caldo, comunemente considerato giocoso. Esaltato dal contrasto con un grigio scuro, che si potrebbe associare agli aneddoti "dark".
Una combinazione di tante belle idee che, ancora una volta, connettono la città di Molfetta con altre realtà culturali.