Sinistra italiana: «Rinnoviamo l'impegno nel solco tracciato nel 2013»

Finita l'estate, si rianima la politica

lunedì 12 settembre 2016 10.55
Dopo un'opportuna pausa estiva, che per molti di noi ha rappresentato una fase di riflessione, analisi, approfondimento, studio e confronto, proviamo a ravvivare il dibattito pubblico in città riportando al centro dell'attenzione una traccia di proposte progettuali, idee, metodi di elaborazione per ricercare soluzioni ai tanti disagi che quotidianamente investono i cittadini.

La sensazione è che dopo la caduta dell'amministrazione nel maggio scorso, sia repentinamente partita la corsa alle improbabili autocandidature, con conseguente valzer dei riposizionamenti, le eterne riproposizioni, i calcoli delle sommatorie algebriche, le nostalgie verso stagioni definitivamente tramontate. Torna nuovamente in auge quella indistinta zona grigia nella quale si invoca l'azzeramento delle differenze "destra/sinistra", indefiniti progetti civici nei quali è più agevole ricollocarsi, fantomatici "grandi centri", primarie prive di progetto, partecipazione e perimetri di coalizione, intese solo come conta interna tra cordate.

Una sorta di "zona franca" politica nella quale far confluire indistintamente vecchi e nuovi trasformisti con la presunzione di potersi ripresentare agli elettori come "il nuovo". Riaffiora l'idea di affidarsi alla solita cricca ristretta, con l'illusione che possa elargire favori e privilegi a tutti i propri sodali. Restiamo fermamente convinti che non sia più tempo dei ristretti comitati d'affari che si suddividono le ormai esigue risorse pubbliche, in cui si continuano ad alimentare clientele, prebende e centri di potere.

Durante il governo di questi tre anni il nostro approccio è stato e sempre sarà quello di mettere al centro principi e valori condivisi, una visione del futuro e un progetto per la città che migliori le condizioni di vita della nostra comunità. Ripartire dalla riqualificazione delle periferie urbane, dal rispetto e la tutela ambientale, con particolare urgenza rivolta agli interventi di riduzione della pericolosità idraulica che questa estate e in questi primi giorni piovosi di settembre ha interessato pesantemente la nostra zona produttiva.

Adeguamento degli strumenti urbanistici al Piano paesaggistico regionale, difesa del diritto alla salute con la riorganizzazione del nostro presidio ospedaliero, completamento e miglioramento del sistema di raccolta differenziata col metodo "porta a porta", mobilità sostenibile, politiche abitative rivolte a chi vive nel disagio, integrazione, un rinnovato rapporto della città col suo mare, riportare al centro del dibattito pubblico gli intollerabili livelli di disoccupazione e le tematiche legate al lavoro.

Non sarà sufficiente appellarsi all'orgoglio di campanile, ai personaggi illustri, al consueto "amore per la città" per affrontare una tale sfida della complessità, né l'affidarsi ciecamente a sedicenti "tecnici" o "esperti" ai quali demandare il compito di farci uscire da una crisi così duratura. Serve al contrario il coraggio e la determinazione di cambiamenti profondi e radicali, frutto di una mobilitazione ampia che inneschi risorse umane e nuove competenze diffuse nella società, capaci di interpretare collettivamente la difficile situazione di crisi che stiamo attraversando.

Con questo spirito intendiamo rinnovare il nostro impegno, nel solco già tracciato nel 2013 e da cui riteniamo impensabile tornare indietro. La conclusione traumatica di quella esperienza ha impedito di attuare fino in fondo quel cambiamento su cui abbiamo ricevuto un ampio consenso da parte dei cittadini. In definitiva riteniamo nostro compito rilanciare quel patto con gli elettori, dando vita a processi democratici sempre più partecipati e innovativi che siano in grado di far uscire i tanti dalle difficoltà delle proprie solitudini, per liberare fiducia e capacità di elaborazione. Un approccio diametralmente opposto rispetto a chi ritiene di concentrare potere decisionale attraverso inconfessabili accordi sottobanco dei soliti noti, che tanti danni hanno causato alla collettività nei decenni passati.