Sinistra Italiana: «Il sindaco si dimetta». Rifondazione: «La storia più triste di Molfetta»
I commenti dell'opposizione di centro sinistra agli ultimi fatti di cronaca
mercoledì 9 giugno 2021
Sinistra Italiana e Rifondazione Comunista chiedono in coro le dimissioni di Tommaso Minervini dalla carica di sindaco della città di Molfetta: il primo cittadino è tra gli indagati dell'inchiesta "Fantasia al potere" condotta dalla Procura di Trani e che ha portato in carcere l'ex assessore ai lavori pubblici Mariano Caputo, l'ex consigliere comunale Sara Castriotta e un funzionario del Comune oltre ad altri imprenditori locali alcuni dei quali attualmente ai domiciliari.
«Lo abbiamo denunciato politicamente tante volte - scrive Sinistra Italiana in una nota - prima ancora dell'intervento della Magistratura: l'abbraccio tra politica e affarismo, in questi anni di governo dell'amministrazione guidata dal sindaco Tommaso Minervini, aveva superato da tempo i livelli di guardia. Oggi, però, le informazioni diffuse dagli organi inquirenti nella conferenza stampa di Barletta disegnano un quadro agghiacciante, con tanto di video e di prove che fugano dubbi e spalancano scenari inquietanti. Gli indagati, compreso il sindaco, si difenderanno nei processi. Ora, però, si tratta di difendere Molfetta: la macchina comunale, i diritti dei cittadini, delle imprese, il bilancio comunale, i principi costituzionali di trasparenza, onestà, legalità».
Oltre alle dimissioni del sindaco il partito, in Consiglio Comunale con la dottoressa Silvia Rana, chiede «l'intervento urgente del Ministero dell'Interno, per valutare la gravità di queste infiltrazioni; sollevazione della società civile molfettese, finora troppo silenziosa e generosa verso una stagione amministrativa che si è rivelata la peggiore di sempre, segnata da un trasformismo politico imperdonabile - con un Pd gravemente complice – e da un tragico deterioramento delle istituzioni cittadine, svendute al miglior offerente».
Dello stesso avviso l'altra forza di centrosinistra molfettese, Rifondazione comunista con Campagni di Strada in Aula Carnicella rappresentati da Beppe Zanna e Paola de Candia.
«Il problema - si legge in una nota diffusa alla stampa - per quanto ci riguarda è squisitamente politico, gran parte dei risultati di cui il sindaco si fregia portano la firma dell'ex assessore ai lavori pubblici, licenziato in fretta e furia. Per questo il sindaco Minervini si autosospenda, in attesa di chiarire la sua situazione e per evitare la paralisi amministrativa. Meglio ancora se un gesto di alta responsabilità istituzionale come le dimissioni».
«Molfetta - prosegue Rifondazione comunista - ha bisogno di costruire una coalizione d'emergenza capace di spazzare via questa amministrazione e ogni sua componente che ha trovato nella figura del sindaco Minervini il punto di equilibrio di interessi particolari spesso in contrasto con il bene della città. A gennaio abbiamo lanciato un appello pubblico che a parte qualche contatto non si è concretizzato nell'inizio di un percorso. Non c'è più tempo di ragionare su equilibri e su stantii riti della politica che non esiste più, c'è la necessità di dare una scossa alla nostra città che solo la politica può dare e non certo le inchieste della magistratura. L'amministrazione Tammacco-Minervini-PD, compresi coloro che non hanno criticato per poi rimanere sempre sotto l'ala protettrice del sindaco Minervini, strappando magari un assessore dopo l'ennesimo rimpasto, devono essere consegnati alla storia più triste della nostra città. In una fase di emergenza sociale, economica e politica è necessario che i cittadini tornino a prendere in mano il loro futuro».
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«Lo abbiamo denunciato politicamente tante volte - scrive Sinistra Italiana in una nota - prima ancora dell'intervento della Magistratura: l'abbraccio tra politica e affarismo, in questi anni di governo dell'amministrazione guidata dal sindaco Tommaso Minervini, aveva superato da tempo i livelli di guardia. Oggi, però, le informazioni diffuse dagli organi inquirenti nella conferenza stampa di Barletta disegnano un quadro agghiacciante, con tanto di video e di prove che fugano dubbi e spalancano scenari inquietanti. Gli indagati, compreso il sindaco, si difenderanno nei processi. Ora, però, si tratta di difendere Molfetta: la macchina comunale, i diritti dei cittadini, delle imprese, il bilancio comunale, i principi costituzionali di trasparenza, onestà, legalità».
Oltre alle dimissioni del sindaco il partito, in Consiglio Comunale con la dottoressa Silvia Rana, chiede «l'intervento urgente del Ministero dell'Interno, per valutare la gravità di queste infiltrazioni; sollevazione della società civile molfettese, finora troppo silenziosa e generosa verso una stagione amministrativa che si è rivelata la peggiore di sempre, segnata da un trasformismo politico imperdonabile - con un Pd gravemente complice – e da un tragico deterioramento delle istituzioni cittadine, svendute al miglior offerente».
Dello stesso avviso l'altra forza di centrosinistra molfettese, Rifondazione comunista con Campagni di Strada in Aula Carnicella rappresentati da Beppe Zanna e Paola de Candia.
«Il problema - si legge in una nota diffusa alla stampa - per quanto ci riguarda è squisitamente politico, gran parte dei risultati di cui il sindaco si fregia portano la firma dell'ex assessore ai lavori pubblici, licenziato in fretta e furia. Per questo il sindaco Minervini si autosospenda, in attesa di chiarire la sua situazione e per evitare la paralisi amministrativa. Meglio ancora se un gesto di alta responsabilità istituzionale come le dimissioni».
«Molfetta - prosegue Rifondazione comunista - ha bisogno di costruire una coalizione d'emergenza capace di spazzare via questa amministrazione e ogni sua componente che ha trovato nella figura del sindaco Minervini il punto di equilibrio di interessi particolari spesso in contrasto con il bene della città. A gennaio abbiamo lanciato un appello pubblico che a parte qualche contatto non si è concretizzato nell'inizio di un percorso. Non c'è più tempo di ragionare su equilibri e su stantii riti della politica che non esiste più, c'è la necessità di dare una scossa alla nostra città che solo la politica può dare e non certo le inchieste della magistratura. L'amministrazione Tammacco-Minervini-PD, compresi coloro che non hanno criticato per poi rimanere sempre sotto l'ala protettrice del sindaco Minervini, strappando magari un assessore dopo l'ennesimo rimpasto, devono essere consegnati alla storia più triste della nostra città. In una fase di emergenza sociale, economica e politica è necessario che i cittadini tornino a prendere in mano il loro futuro».
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