«Siamo di fronte alla recrudescenza di un gruppetto di delinquenti»
L'analisi del sindaco Tommaso Minervini: «Questo grumo va evirato subito, la Molfetta positiva non resta a guardare»
domenica 17 giugno 2018
11.33
Continuano a giungere reazioni e commenti, dopo il potente ordigno di fabbricazione artigianale fatto esplodere dinanzi alla porta d'ingresso dell'abitazione di Matteo d'Ingeo, coordinatore del movimento civico Liberatorio Politico di Molfetta.
«Quello compiuto ai danni di d'Ingeo, a cui va la solidarietà dell'Amministrazione - scrive Tommaso Minervini -, è un atto vile che non può essere tollerato. Siamo di fronte alla recrudescenza di un gruppetto di delinquenti che va stroncato. Per questo da tempo, con la collaborazione delle forze dell'ordine presenti sul territorio, stiamo intrecciando e monitorando gli episodi di un certo spessore che, per tecniche e modalità, inducono a pensare ad un filo conduttore.
Con l'aiuto di un penalista - prosegue - vogliamo così predisporre una lettura articolata dei fatti di un certo rilievo accaduti in città al fine di rendere concreta, oltre gli auspici e le solidarietà, la collaborazione coi Carabinieri, forze dell'ordine e la Procura della Repubblica. Da tempo stiamo lavorando a tutto tondo per una lettura dei fatti prima che sedimentazioni delinquenziali di un gruppetto si radicalizzino in città, una città attiva, sana, reattiva.
Ma questo grumo va evirato subito! Questo in aggiunta agli investimenti in uomini e mezzi della Polizia Locale e degli investimenti nel campo del settore tecnologico con l'impiego di telecamere sempre più sofisticate. La Molfetta positiva e sana non resta a guardare, ma la promozione alla legalità - conclude Minervini - è un fatto corale, di collaborazione istituzionale, civile, sociale e culturale. Senza scorciatoie e senza strumentalizzazioni».
Intanto proseguono le indagini dei Carabinieri che hanno acquisito le immagini di videosorveglianza degli esercizi commerciali della zona, eseguito perquisizioni domiciliari e sentito in caserma persone informate sui fatti.
«Quello compiuto ai danni di d'Ingeo, a cui va la solidarietà dell'Amministrazione - scrive Tommaso Minervini -, è un atto vile che non può essere tollerato. Siamo di fronte alla recrudescenza di un gruppetto di delinquenti che va stroncato. Per questo da tempo, con la collaborazione delle forze dell'ordine presenti sul territorio, stiamo intrecciando e monitorando gli episodi di un certo spessore che, per tecniche e modalità, inducono a pensare ad un filo conduttore.
Con l'aiuto di un penalista - prosegue - vogliamo così predisporre una lettura articolata dei fatti di un certo rilievo accaduti in città al fine di rendere concreta, oltre gli auspici e le solidarietà, la collaborazione coi Carabinieri, forze dell'ordine e la Procura della Repubblica. Da tempo stiamo lavorando a tutto tondo per una lettura dei fatti prima che sedimentazioni delinquenziali di un gruppetto si radicalizzino in città, una città attiva, sana, reattiva.
Ma questo grumo va evirato subito! Questo in aggiunta agli investimenti in uomini e mezzi della Polizia Locale e degli investimenti nel campo del settore tecnologico con l'impiego di telecamere sempre più sofisticate. La Molfetta positiva e sana non resta a guardare, ma la promozione alla legalità - conclude Minervini - è un fatto corale, di collaborazione istituzionale, civile, sociale e culturale. Senza scorciatoie e senza strumentalizzazioni».
Intanto proseguono le indagini dei Carabinieri che hanno acquisito le immagini di videosorveglianza degli esercizi commerciali della zona, eseguito perquisizioni domiciliari e sentito in caserma persone informate sui fatti.