Si accorcia il numero dei posti disponibili al nido comunale

Il nuovo regolamento sui servizi all’infanzia approvato dal Consiglio non convince. I motivi

martedì 3 giugno 2014 14.24
Venti posti in meno al nido. Il nuovo regolamento sui servizi all'infanzia approvato in Consiglio comunale di fatto, cancellando la sezione primavera ospitata nella scuola materna di via Papa Giovanni XXIII (nei pressi della chiesa Santa Famiglia) per accorparla nell'asilo nido di via Don Minzoni, accorcia il numero dei posti disponibili per il nido. E, dal prossimo anno, i bambini nati tra aprile e maggio non potranno accedere al servizio nido nel settembre successivo perchè le domande si chiudono il 31 marzo. Un "pasticcio" secondo il Nuovo Centro Destra.

«Una scelta assurda e incomprensibile - sottolinea Luigi Roselli, già assessore ai Servizi Socio-Educativi durante l'amministrazione Azzollini - per fare spazio in un'unica struttura alla sezione primavera si sacrificano 20 posti nido. Negli anni dell'amministrazione Azzollini grazie ai lavori di ampliamento dell'asilo nido di via don Minzoni eravamo riusciti a migliorare il servizio, a potenziare le attrezzature, a mettere in sicurezza gli ambienti, ad ampliare gli spazi e soprattutto ad aumentare la capienza da 50 a 69 bambini. A questi si sommavano i 20 posti della sezione primavera di viale Giovanni XXIII, portando complessivamente la capienza delle strutture comunali da 50 a 89 bambini. Al contrario, con Natalicchio non solo si penalizzano i quartieri di Ponente che perdono la sezione primavera, ma si abbassa complessivamente l'offerta comunale da 89 a 69 posti disponibili».

Ma, secondo quanto denuncia il Ncd «Anticipando al 31 marzo la scadenza per le domande di iscrizione (finora era possibile presentare la domanda entro il mese di maggio), Natalicchio taglia fuori dal nido tutti i bambini nati tra aprile e maggio. In altre parole, se al 31 marzo una mamma si trovasse in stato di gravidanza non potrebbe più presentare la domanda di iscrizione e, in base al nuovo regolamento, a settembre (all'inizio dell'anno scolastico) il bambino pur avendo già dai tre ai sei mesi non potrebbe più accedere all'asilo nido comunale».

E non finisce qui. «In consiglio comunale - conclude Roselli - con uno spirito collaborativo ho proposto un emendamento che, pur lasciando la scadenza al 31 marzo, avrebbe consentito comunque alle donne in attesa di presentare con riserva la domanda di iscrizione al nido. Natalicchio e la sinistra hanno negato pure questa possibilità, negando di fatto un diritto al bambino in quanto essere vivente concepito. Una scelta gravissima con cui alla fine si penalizzano gravemente le giovani famiglie».