Sgominata dalla Dda una organizzazione criminale
Tra i 36 arrestati anche un molfettese
mercoledì 16 dicembre 2015
12.16
C'è anche il 50enne molfettese Vito Diniddio tra i 36 arrestati dalla Polizia di Stato nel corso di una operazione condotta per smantellare una organizzazione criminale dedita alle estorsioni, al commercio di sostanze stupefacenti, sfruttamento della prostituzione e altri svariati reati.
L'arresto è stato predisposto dal Gip del Tribunale di Bari, su richiesta della locale Direzione investigativa Antimafia, a seguito di una attività investigativa avviata nel 2012 dalla Squadra Mobile, dopo un attentato incendiario verificatosi nel quartiere barese di Poggiofranco, ai danni di un esercizio commerciale attivo nell'ambito della ristorazione. Un episodio che ha fatto emergere gli intrecci degli arrestati con il clan barese degli "Anemolo", nonché con Cosimo Zonno detto "Fusc' Fusc'", altro esponente della criminalità organizzata, attivo nella commercializzazione di sostanze stupefacenti.
A seguito di quelle prime indagini furono sequestrati 5,100 kg di hashish, 1 kg di marijuana e 100 grammi di cocaina. Da quei sequestri, che portarono in carcere tre soggetti colti in flagranza di reato, furono avviate ulteriori indagini che portarono agli arresti altre 7 persone e a ulteriori sequestri di sostanze stupefacenti per un totale di 47,543 kg di hashish, 8,579 kg di marijuana, 4,193 kg di cocaina e 1,463 kg di eroina. Il gruppo criminale, questo è emerso dalle indagini, si riforniva di significativi quantitativi di sostanze stupefacenti da soggetti riconducibili al clan "Palermiti" attivo nel quartiere Japigia di Bari e da cittadini albanesi. Sostanze che poi venivano rivendute a trafficanti attivi nella provincia di Bari, nonché provenienti dalla provincia di Foggia, dalla Basilicata e dalla Calabria.
Nello stesso contesto è stata accertata anche l'esistenza di un'associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento e al favoreggiamento della prostituzione gestito da cittadini romeni. Infine è stato possibile ricostruire quella che, allo stato, appare una sistematica truffa ai danni dell'INPS a fronte di false patologie, tali da incidere anche sul regime cautelare di uno degli indagati. Diniddo, insieme ad altri 9 soggetti, è stato posto ai domiciliari.
Per 21 degli arrestati si sono aperte le porte del carcere, gli ultimi 5 hanno ricevuto la misura cautelare di obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.
L'arresto è stato predisposto dal Gip del Tribunale di Bari, su richiesta della locale Direzione investigativa Antimafia, a seguito di una attività investigativa avviata nel 2012 dalla Squadra Mobile, dopo un attentato incendiario verificatosi nel quartiere barese di Poggiofranco, ai danni di un esercizio commerciale attivo nell'ambito della ristorazione. Un episodio che ha fatto emergere gli intrecci degli arrestati con il clan barese degli "Anemolo", nonché con Cosimo Zonno detto "Fusc' Fusc'", altro esponente della criminalità organizzata, attivo nella commercializzazione di sostanze stupefacenti.
A seguito di quelle prime indagini furono sequestrati 5,100 kg di hashish, 1 kg di marijuana e 100 grammi di cocaina. Da quei sequestri, che portarono in carcere tre soggetti colti in flagranza di reato, furono avviate ulteriori indagini che portarono agli arresti altre 7 persone e a ulteriori sequestri di sostanze stupefacenti per un totale di 47,543 kg di hashish, 8,579 kg di marijuana, 4,193 kg di cocaina e 1,463 kg di eroina. Il gruppo criminale, questo è emerso dalle indagini, si riforniva di significativi quantitativi di sostanze stupefacenti da soggetti riconducibili al clan "Palermiti" attivo nel quartiere Japigia di Bari e da cittadini albanesi. Sostanze che poi venivano rivendute a trafficanti attivi nella provincia di Bari, nonché provenienti dalla provincia di Foggia, dalla Basilicata e dalla Calabria.
Nello stesso contesto è stata accertata anche l'esistenza di un'associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento e al favoreggiamento della prostituzione gestito da cittadini romeni. Infine è stato possibile ricostruire quella che, allo stato, appare una sistematica truffa ai danni dell'INPS a fronte di false patologie, tali da incidere anche sul regime cautelare di uno degli indagati. Diniddo, insieme ad altri 9 soggetti, è stato posto ai domiciliari.
Per 21 degli arrestati si sono aperte le porte del carcere, gli ultimi 5 hanno ricevuto la misura cautelare di obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.