Sfiducia al sindaco? Minervini potrebbe salvarsi e restare sindaco di Molfetta
In bilico l'ok alla sfiducia della Minuto. No del gruppo di Pino Amato
giovedì 11 novembre 2021
"Tutto fumo ma niente arrosto".
Non potrebbe esserci detto popolare migliore per commentare quanto andrebbe delineandosi nello scacchiere politico locale a proposito della possibilità di porre fine, in anticipo, all'amministrazione Minervini. Anzi: più passerebbero i giorni e le ore, più il sindaco avrebbe la seria convinzione di portare a termine naturale il proprio mandato con scadenza nella primavera 2022.
Ma andiamo con ordine.
Lunedì 18 ottobre 2021, alle ore 22:30 circa, in Consiglio Comunale i gruppi "Obiettivo Molfetta" e "Popolari per Molfetta" si tirano fuori dalla maggioranza, sostenuta fino a quel momento. Nel frattempo, a conclusione della seduta, Beppe Zanna annuncia che l'opposizione di centrosinistra ha già pronta la mozione di sfiducia nei confronti di Tommaso Minervini.
Ne segue il duro commento del primo cittadino: nessuna dimissione, considerando l'accaduto un atto di irresponsabilità dei consiglieri comunali chiamati ad assumersi le propria responsabilità davanti alla città. Tuttavia per il sindaco sono ore travagliate tanto da avere anche fatto i primi scatolini negli uffici di Lama Scotella.
Ma il tempo passa e la quadra diventa difficile da trovare.
Il Partito Democratico, a voce del proprio commissario Campanella, rivendica la propria posizione all'opposizione da mesi e invita i suoi rappresentanti in Aula Carnicella a fare altrettanto. Cosa che non accade e sicuramente non accadrà con Nicola Piergiovanni e Gianni Facchini che non solo subiscono la cancellazione dall'anagrafe del PD ma di fatto di schierano con Minervini attraverso una lettera aperta alla città di Molfetta.
Lunedì 8 novembre, invece, viene depositata la mozione di sfiducia, firmata da dodici consiglieri: Beppe Zanna, Paola de Candia e Silvia Rana per il centrosinistra, Isa de Bari, Antonello Pisani, Doriana Carabellese per il centrodestra, Luigi Tridente, Leo Binetti, Pasqua Losito, Sergio de Candia e Giuseppe Balestra per "Obiettivo Molfetta" e Pasquale Mancini per "Officine Molfetta".
A mancare è la tredicesima, fondamentale firma.
Resta in bilico quella della senatrice e consigliere comunale di centrodestra Carmela Minuto, la quale ad oggi non ha commentato o rilasciato dichiarazioni a favore o a sfavore della mozione di sfiducia.
Dietrofront, poi, del gruppo "Popalari per Molfetta" di Pino Amato che, attraverso una nota stampa, hanno affermato che non avrebbero mai condiviso le firme alla mozione con forze politiche così distanti da loro.
Ecco, allora, che il bluff potrebbe consumarsi con Minervini ancora alla guida di Molfetta.
Lo si saprà nel prossimo Consiglio Comunale che Nicola Piergiovanni ha già annunciato di convocare a stretto giro proprio sul tema.
Se la mozione non dovesse andare a fine, solo una persona uscirebbe vincitore: il sindaco.
Da oltre un anno alle prese con diverse crisi della propria maggioranza, Tommaso Minervini non ha mai voluto lasciare il mandato ottenuto dagli elettori ma ha sempre preteso che la decisione avvenisse in Aula Carnicella, più che simbolicamnete davanti a tutta Molfetta.
Non potrebbe esserci detto popolare migliore per commentare quanto andrebbe delineandosi nello scacchiere politico locale a proposito della possibilità di porre fine, in anticipo, all'amministrazione Minervini. Anzi: più passerebbero i giorni e le ore, più il sindaco avrebbe la seria convinzione di portare a termine naturale il proprio mandato con scadenza nella primavera 2022.
Ma andiamo con ordine.
Lunedì 18 ottobre 2021, alle ore 22:30 circa, in Consiglio Comunale i gruppi "Obiettivo Molfetta" e "Popolari per Molfetta" si tirano fuori dalla maggioranza, sostenuta fino a quel momento. Nel frattempo, a conclusione della seduta, Beppe Zanna annuncia che l'opposizione di centrosinistra ha già pronta la mozione di sfiducia nei confronti di Tommaso Minervini.
Ne segue il duro commento del primo cittadino: nessuna dimissione, considerando l'accaduto un atto di irresponsabilità dei consiglieri comunali chiamati ad assumersi le propria responsabilità davanti alla città. Tuttavia per il sindaco sono ore travagliate tanto da avere anche fatto i primi scatolini negli uffici di Lama Scotella.
Ma il tempo passa e la quadra diventa difficile da trovare.
Il Partito Democratico, a voce del proprio commissario Campanella, rivendica la propria posizione all'opposizione da mesi e invita i suoi rappresentanti in Aula Carnicella a fare altrettanto. Cosa che non accade e sicuramente non accadrà con Nicola Piergiovanni e Gianni Facchini che non solo subiscono la cancellazione dall'anagrafe del PD ma di fatto di schierano con Minervini attraverso una lettera aperta alla città di Molfetta.
Lunedì 8 novembre, invece, viene depositata la mozione di sfiducia, firmata da dodici consiglieri: Beppe Zanna, Paola de Candia e Silvia Rana per il centrosinistra, Isa de Bari, Antonello Pisani, Doriana Carabellese per il centrodestra, Luigi Tridente, Leo Binetti, Pasqua Losito, Sergio de Candia e Giuseppe Balestra per "Obiettivo Molfetta" e Pasquale Mancini per "Officine Molfetta".
A mancare è la tredicesima, fondamentale firma.
Resta in bilico quella della senatrice e consigliere comunale di centrodestra Carmela Minuto, la quale ad oggi non ha commentato o rilasciato dichiarazioni a favore o a sfavore della mozione di sfiducia.
Dietrofront, poi, del gruppo "Popalari per Molfetta" di Pino Amato che, attraverso una nota stampa, hanno affermato che non avrebbero mai condiviso le firme alla mozione con forze politiche così distanti da loro.
Ecco, allora, che il bluff potrebbe consumarsi con Minervini ancora alla guida di Molfetta.
Lo si saprà nel prossimo Consiglio Comunale che Nicola Piergiovanni ha già annunciato di convocare a stretto giro proprio sul tema.
Se la mozione non dovesse andare a fine, solo una persona uscirebbe vincitore: il sindaco.
Da oltre un anno alle prese con diverse crisi della propria maggioranza, Tommaso Minervini non ha mai voluto lasciare il mandato ottenuto dagli elettori ma ha sempre preteso che la decisione avvenisse in Aula Carnicella, più che simbolicamnete davanti a tutta Molfetta.