Sezione Primavera, finalmente si parte (con grande ritardo)

Al progetto aderiscono le scuole "Scardigno" e "San Giovanni Bosco": la Regione sblocca i finanziamenti

venerdì 15 gennaio 2016 9.05
Finalmente le «Sezioni Primavera» possono partire. Seppur con tre mesi di ritardo rispetto all'inizio dell'anno scolastico, qualche giorno fa l'Ufficio scolastico regionale ha dato il via libera al decreto che sblocca l'avvio di questo servizio educativo per la prima infanzia, destinato alle bambine e ai bambini di età compresa fra i 24 e i 36 mesi.

A Molfetta le scuole che aderiscono alla sperimentazione delle Sezioni Primavera sono la "Rosaria Scardigno" e la "San Giovanni Bosco". Gli altri anni si cominciava tra novembre e dicembre, questa volta l'avvio è slittato ancora oltre pregiudicando quasi l'anno scolastico. Le graduatorie dei minori beneficiari erano già pronte da settembre scorso, ma fino a qualche giorno fa nelle segreterie di ciascuna scuola non si sapeva cosa rispondere ai genitori che chiedevano informazioni. Al punto che sono tante le famiglie che, nell'incertezza, si sono viste costrette a rivolgersi a ludoteche ed altri asili nido privati.

La sezione primavera è un servizio pubblico di conciliazione famiglia-lavoro di carattere sperimentale, avviato nel 2011 e confermato ogni anno con grande successo come dimostrano anche le tante domande purtroppo inevase che restano in lista di attesa. Un servizio concepito per quelle famiglie in cui entrambi i genitori lavorano e che, grazie alla sezione primavera, possono così lasciare in una scuola pubblica bambini che non hanno ancora l'età per la classica scuola materna.

«Quest'anno siamo partiti con enorme ritardo rispetto al solito — ammette un funzionario dell'Ufficio scolastico regionale — si attendeva la sottoscrizione dell'accordo quadro a livello regionale e del contributo da parte dell'assessorato regionale al Welfare deliberato solo il 29 dicembre scorso». Cento mila euro è infatti la somma impegnata dalla Regione Puglia, cifra peraltro sempre più bassa rispetto agli anni scorsi, ma quantomeno sufficiente a far partire immediatamente il servizio (un milione di euro circa dovrebbe arrivare dal bilancio dello Stato una volta approvata la prossima legge di stabilità).

Ora le scuole dovranno provvedere subito al reclutamento delle educatrici e avvisare le famiglie dell'imminente avvio. Entro un paio di settimane i bambini potranno entrare finalmente in aula.