Sequestro a scopo di estorsione: minacciati per 40 euro. Preso un 33enne
L'uomo è finito in carcere: avrebbe chiesto soldi a tre ragazzi «imponendo» ad uno di loro di «rimanere insieme a lui»
venerdì 21 giugno 2024
6.56
Prima l'incontro con tre ragazzi sul lungomare di Molfetta, poi il sequestro di uno di loro in attesa che gli altri due tornassero con i soldi prelevati da uno sportello bancomat. 40 euro in cambio della liberazione. È accusato di sequestro di persona a scopo di estorsione il 33enne Nicola De Bari, richiuso nel carcere di Trani.
Ad arrestarlo, fra sabato e domenica, intorno alle ore 01.30, sono stati i Carabinieri, i quali, dopo la segnalazione di una rapina «in danno di tre soggetti» avvenuta sul lungomare Colonna, sono intervenuti sul posto ed hanno fermato l'uomo, sottoposto all'obbligo di dimora con la prescrizione di non allontanarsi dalla propria abitazione durante le ore notturne. A colpire il fatto che, «accortosi dell'auto di servizio, con una mossa repentina si nascondeva tra le vetture ivi parcheggiate».
Perquisito dai militari dell'Aliquota Radiomobile (addosso aveva 80 euro) e portato negli uffici di via Caduti di Nassiriya, gli investigatori hanno presto ricostruito l'intera vicenda. L'uomo, arrestato il 25 maggio per violenza e per minaccia pubblico ufficiale, avrebbe sequestrato un ragazzo per «conseguire un ingiusto profitto come prezzo della sua liberazione» da due amici della vittima dopo aver fermato uno di loro per «chiedergli in prestito un accendino». Una scusa per fare soldi.
Il 33enne, infatti, dopo avere raggiunto anche gli altri due amici della vittima - l'incontro fortuito con loro, però, ha consentito di allertare il 112 -, «li minacciava di un male ingiusto, ove non gli avessero consegnato 20 euro a testa, dichiarando che in caso contrario sarebbe andato a prendere "il ferro" (la pistola) e che "non ci avrebbe pensato due volte ad agire"». Non avendo la disponibilità di contanti, poi, «costringeva due delle vittime a recarsi presso un vicino sportello bancomat».
Non solo: «imponeva con minaccia» ad uno di loro di «rimanere insieme a lui - in piazza Garibaldi - fino a quando» gli altri due «non fossero tornati con la somma pretesa». Dopo aver incassato 40 euro era convinto di essere riuscito nel suo colpo, ma è incappato in una gazzella dell'Arma. I militari l'hanno portato negli uffici della Compagnia cittadina, dove «andava in escandescenza urlando contro gli operanti, colpendo il muro con pugni e battendosi il petto con fare minaccioso».
Inevitabile, a quel punto, l'arresto anche per resistenza a pubblico ufficiale oltre alla violazione degli obblighi: la misura, mercoledì, è stata convalidata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Ivan Barlafante, che ha confermato la custodia in carcere. Il 33enne è difeso dall'avvocato Michele Salvemini.
Ad arrestarlo, fra sabato e domenica, intorno alle ore 01.30, sono stati i Carabinieri, i quali, dopo la segnalazione di una rapina «in danno di tre soggetti» avvenuta sul lungomare Colonna, sono intervenuti sul posto ed hanno fermato l'uomo, sottoposto all'obbligo di dimora con la prescrizione di non allontanarsi dalla propria abitazione durante le ore notturne. A colpire il fatto che, «accortosi dell'auto di servizio, con una mossa repentina si nascondeva tra le vetture ivi parcheggiate».
Perquisito dai militari dell'Aliquota Radiomobile (addosso aveva 80 euro) e portato negli uffici di via Caduti di Nassiriya, gli investigatori hanno presto ricostruito l'intera vicenda. L'uomo, arrestato il 25 maggio per violenza e per minaccia pubblico ufficiale, avrebbe sequestrato un ragazzo per «conseguire un ingiusto profitto come prezzo della sua liberazione» da due amici della vittima dopo aver fermato uno di loro per «chiedergli in prestito un accendino». Una scusa per fare soldi.
Il 33enne, infatti, dopo avere raggiunto anche gli altri due amici della vittima - l'incontro fortuito con loro, però, ha consentito di allertare il 112 -, «li minacciava di un male ingiusto, ove non gli avessero consegnato 20 euro a testa, dichiarando che in caso contrario sarebbe andato a prendere "il ferro" (la pistola) e che "non ci avrebbe pensato due volte ad agire"». Non avendo la disponibilità di contanti, poi, «costringeva due delle vittime a recarsi presso un vicino sportello bancomat».
Non solo: «imponeva con minaccia» ad uno di loro di «rimanere insieme a lui - in piazza Garibaldi - fino a quando» gli altri due «non fossero tornati con la somma pretesa». Dopo aver incassato 40 euro era convinto di essere riuscito nel suo colpo, ma è incappato in una gazzella dell'Arma. I militari l'hanno portato negli uffici della Compagnia cittadina, dove «andava in escandescenza urlando contro gli operanti, colpendo il muro con pugni e battendosi il petto con fare minaccioso».
Inevitabile, a quel punto, l'arresto anche per resistenza a pubblico ufficiale oltre alla violazione degli obblighi: la misura, mercoledì, è stata convalidata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Ivan Barlafante, che ha confermato la custodia in carcere. Il 33enne è difeso dall'avvocato Michele Salvemini.