“Senza nome”, presentata l’opera semplice e potente di Parmiggiani
Sarà ospitata a'interno del Museo Diocesano fino al 26 luglio nell'ambito dell'iniziativa "Rinascere dal dolore"
mercoledì 12 luglio 2017
19.54
L'unione di tutte le varie forze positive all'interno di un territorio viene spesso indicata come l'arma vincente che può portare, passo dopo passo, alla sconfitta della mafia: l'iniziativa "Rinascere dal dolore – Storie e testimoni della lotta alla mafia", in modo speculare, sembra seguire questo assunto, proprio per la riunione di contributi culturali e civili dei più vari e dei più pregevoli.
La manifestazione è stata presentata presso il Museo Diocesano di Molfetta, il quale ospiterà fino al 26 luglio l'opera "Senza nome" di Claudio Parmiggiani, dedicata a Don Pino Puglisi, il parroco antimafia assassinato a Palermo nel 1993. L'opera è stata commissionata dall'AMEI, Associazione Musei Ecclesiastici Italiani, in occasione del suo ventennale dalla fondazione nel 1996, e il Museo Diocesano di Molfetta è solo uno dei dodici in otto regioni che accoglieranno l'opera, in un viaggio che la condurrà a settembre nella sua definitiva collocazione, a Palermo, nella casa Museo del Beato Giuseppe Puglisi.
Il Museo Diocesano di Molfetta ha avuto il merito anche di organizzare una serie di iniziative dedicate alla lotta contro la mafia attorno all'esposizione di quest'opera, tutte presentate nella serata inaugurale presenziata da S.E. Mons. Domenico Cornacchia, e che ha visto come relatori don Michele Bellino, coordinatore regionale AMEI; don Michele Amorosini, direttore del Museo Diocesano; Gaetano Centrone, critico d'arte e docente dell'Accademia di Belle Arti di Foggia; Franca Carlucci del Presidio Libera di Molfetta.
Prima dell'esposizione al pubblico dell'opera, con gli interventi di S.E. Mons. Domenico Cornacchia e di Don Michele Bellino, si è posto un particolare accento sull'importanza della vocazione contemporanea dell'arte sacra attuale, destinata ad essere ospitata nei musei ecclesiastici italiani che sono oltre il 20% del panorama museale italiano. Essi sono stati descritti non più come meri contenitori di opere d'arte, ma, come testimonia il panorama di iniziative del Museo Diocesano di Molfetta, come dei luoghi vivi e pulsanti di energie positive. La riscoperta della contemporaneità non interessa solo i movimenti culturali più recenti, spesso guardati con sospetto, ma anche un ancoraggio sempre più profondo dell'arte anche sacra al mondo di oggi e dei suoi richiami civici, come testimonia la storia di don Pino Puglisi.
Particolarmente significativo l'excursus storico ed artistico di Gaetano Centrone che, partendo da testimonianze dell'arte sacra presente nella nostra Molfetta anche a firma di artisti prestigiosi ma ben poco conosciuti, ha poi delineato con semplicità e ricchezza di dettagli le linee fondanti dell'elemento sacro nell'arte: da un vero e proprio monopolio culturale dei monaci amanuensi, fino alle varie forme di mecenatismo, passando per i vari livelli simbolici dell'arte medievale e alla cesura razionale dell'800, l'arte sacra conosce un nuovo linguaggio nei movimenti contemporanei, tra cui Claudio Parmiggiani assurge un ruolo quasi isolato, non ascrivibile a nessuna corrente precisa, quanto piuttosto ad uno stile autonomo tra l'arte povera e l'avanguardia.
Gaetano Centrone ha sottolineato il carattere fuorviante di ogni interpretazione unica delle opere d'arte, che escludano ogni altro sentire prettamente individuale. Lasciando quindi all'emotività personale la visione dell'opera "Senza nome" di Parmiggiani, aggiungiamo solo che si tratta di un'opera indiscutibilmente semplice, ma immensamente potente: una sorta di squarcio nel buio, che prelude a tutta la tragedia di una vita infranta come un vetro fragilissimo, ma che al contempo lascia passare la luce con la speranza che, appunto, da ogni dolore possa passare una rinascita.
Prossimi appuntamenti presso il Museo Diocesano, la presentazione del volume "Non a caso" di Daniela Marcone, che si terrà giovedì 13 luglio, e lo spettacolo teatrale ispirato a Padre Pino Puglisi, chiamato "U parrinu" che si terrà domenica 23 luglio ad ingresso gratuito.
La manifestazione è stata presentata presso il Museo Diocesano di Molfetta, il quale ospiterà fino al 26 luglio l'opera "Senza nome" di Claudio Parmiggiani, dedicata a Don Pino Puglisi, il parroco antimafia assassinato a Palermo nel 1993. L'opera è stata commissionata dall'AMEI, Associazione Musei Ecclesiastici Italiani, in occasione del suo ventennale dalla fondazione nel 1996, e il Museo Diocesano di Molfetta è solo uno dei dodici in otto regioni che accoglieranno l'opera, in un viaggio che la condurrà a settembre nella sua definitiva collocazione, a Palermo, nella casa Museo del Beato Giuseppe Puglisi.
Il Museo Diocesano di Molfetta ha avuto il merito anche di organizzare una serie di iniziative dedicate alla lotta contro la mafia attorno all'esposizione di quest'opera, tutte presentate nella serata inaugurale presenziata da S.E. Mons. Domenico Cornacchia, e che ha visto come relatori don Michele Bellino, coordinatore regionale AMEI; don Michele Amorosini, direttore del Museo Diocesano; Gaetano Centrone, critico d'arte e docente dell'Accademia di Belle Arti di Foggia; Franca Carlucci del Presidio Libera di Molfetta.
Prima dell'esposizione al pubblico dell'opera, con gli interventi di S.E. Mons. Domenico Cornacchia e di Don Michele Bellino, si è posto un particolare accento sull'importanza della vocazione contemporanea dell'arte sacra attuale, destinata ad essere ospitata nei musei ecclesiastici italiani che sono oltre il 20% del panorama museale italiano. Essi sono stati descritti non più come meri contenitori di opere d'arte, ma, come testimonia il panorama di iniziative del Museo Diocesano di Molfetta, come dei luoghi vivi e pulsanti di energie positive. La riscoperta della contemporaneità non interessa solo i movimenti culturali più recenti, spesso guardati con sospetto, ma anche un ancoraggio sempre più profondo dell'arte anche sacra al mondo di oggi e dei suoi richiami civici, come testimonia la storia di don Pino Puglisi.
Particolarmente significativo l'excursus storico ed artistico di Gaetano Centrone che, partendo da testimonianze dell'arte sacra presente nella nostra Molfetta anche a firma di artisti prestigiosi ma ben poco conosciuti, ha poi delineato con semplicità e ricchezza di dettagli le linee fondanti dell'elemento sacro nell'arte: da un vero e proprio monopolio culturale dei monaci amanuensi, fino alle varie forme di mecenatismo, passando per i vari livelli simbolici dell'arte medievale e alla cesura razionale dell'800, l'arte sacra conosce un nuovo linguaggio nei movimenti contemporanei, tra cui Claudio Parmiggiani assurge un ruolo quasi isolato, non ascrivibile a nessuna corrente precisa, quanto piuttosto ad uno stile autonomo tra l'arte povera e l'avanguardia.
Gaetano Centrone ha sottolineato il carattere fuorviante di ogni interpretazione unica delle opere d'arte, che escludano ogni altro sentire prettamente individuale. Lasciando quindi all'emotività personale la visione dell'opera "Senza nome" di Parmiggiani, aggiungiamo solo che si tratta di un'opera indiscutibilmente semplice, ma immensamente potente: una sorta di squarcio nel buio, che prelude a tutta la tragedia di una vita infranta come un vetro fragilissimo, ma che al contempo lascia passare la luce con la speranza che, appunto, da ogni dolore possa passare una rinascita.
Prossimi appuntamenti presso il Museo Diocesano, la presentazione del volume "Non a caso" di Daniela Marcone, che si terrà giovedì 13 luglio, e lo spettacolo teatrale ispirato a Padre Pino Puglisi, chiamato "U parrinu" che si terrà domenica 23 luglio ad ingresso gratuito.