Continua il Settenario alla B. V. Addolorata della Chiesa di Santo Stefano
Il culto dell’Addolorata in streaming sul nostro giornale
sabato 28 marzo 2020
17.13
Il culto e la devozione alla B. V. Addolorata sono un altro aspetto della pietà confraternale molfettese. Essa ha radici profonde e gode di grande popolarità tra i fedeli. A Molfetta l'immagine della Beata Vergine viene esposta pubblicamente alla venerazione nei sette giorni che precedono il quinto venerdì di Quaresima (Venerdì di Passione), quando tradizionalmente si celebra la festa dei Dolori di Maria. In questi giorni si svolge la pia pratica del Settenario dell'Addolorata. Il testo del Settenario dell'Addolorata, praticato in numerose parrocchie di Molfetta, è identico nella struttura e nella forma letteraria al quello contenuto nei tre registri manoscritti risalenti alla seconda metà del secolo scorso e conservati nell'Archivio Diocesano di Molfetta. La suddivisione settenaria delle meditazioni ricalca l'impostazione classica della Via Matris concepita in parallelo con la Via Crucis e tendente a far meditare sui dolori della Beata Vergine:
«In questo sacro Settenario, con tenerezza insieme e compunzione di cuore, contempleremo i dolori acerbissimi della Madre di Dio, ed accompagnandola in essi col dolore più intenso dei nostri peccati la supplicheremo in tal modo:…»
Al primo dolore provato con la profezia di Simeone, seguono la fuga in Egitto, lo smarrimento di Gesù a Gerusalemme, la notizia dell'arresto, l'incontro sulla via del Calvario, la crocifissione e la sepoltura. In questi momenti è sempre previsto il riconoscimento dei propri peccati e il proposito di non peccare più. Il Settenario muta i testi musicali desunti dal Pio esercizio di Maria Desolata, una pratica devozionale che si svolgeva già nel 1845 quando Sergio Panunzio (1812-1886) fece eseguire le strofe in musica. Ad esso si aggiunge il duetto Sento l'amaro pianto tratto dalla Via Crucis di Giuseppe Peruzzi (1837-1918), mentre il Pianto di Maria ("Non più dite che sola fra tutte") corrisponde alla strofa del Sacro Oratorio dei cinque misteri dolorosi dedicata a "Maria Addolorata i pie' della croce" (ancora oggi eseguito in Santo Stefano nei Venerdì di Quaresima).
«In questo sacro Settenario, con tenerezza insieme e compunzione di cuore, contempleremo i dolori acerbissimi della Madre di Dio, ed accompagnandola in essi col dolore più intenso dei nostri peccati la supplicheremo in tal modo:…»
Al primo dolore provato con la profezia di Simeone, seguono la fuga in Egitto, lo smarrimento di Gesù a Gerusalemme, la notizia dell'arresto, l'incontro sulla via del Calvario, la crocifissione e la sepoltura. In questi momenti è sempre previsto il riconoscimento dei propri peccati e il proposito di non peccare più. Il Settenario muta i testi musicali desunti dal Pio esercizio di Maria Desolata, una pratica devozionale che si svolgeva già nel 1845 quando Sergio Panunzio (1812-1886) fece eseguire le strofe in musica. Ad esso si aggiunge il duetto Sento l'amaro pianto tratto dalla Via Crucis di Giuseppe Peruzzi (1837-1918), mentre il Pianto di Maria ("Non più dite che sola fra tutte") corrisponde alla strofa del Sacro Oratorio dei cinque misteri dolorosi dedicata a "Maria Addolorata i pie' della croce" (ancora oggi eseguito in Santo Stefano nei Venerdì di Quaresima).