Se n’è andata Michela Murgia, un’intellettuale legata a Molfetta
Il ricordo di Paola Natalicchio: «Molfetta era fonte d’ispirazione nei suoi discorsi politici»
venerdì 11 agosto 2023
15.07
Se n'è andata nelle scorse ore Michela Murgia, una delle più grandi scrittrici nel panorama italiano ed europeo contemporanei. Molfetta l'aveva ospitata il 22 febbraio del 2016, in occasione della rassegna letteraria "Parola data".
Paola Natalicchio, allora sindaco di Molfetta, racconta alla redazione di MolfettaViva il suo rapporto con la scrittrice e la sua vicinanza alla nostra città.
«Il mio legame con Michela Murgia è stato prima quel legame che si crea tra una lettrice e la propria scrittrice preferita – esordisce – fino a quando, nel 2013, a seguito della pubblicazione del mio libro "Il regno di Op", non ho conosciuto Paola Gallo, editor di Einaudi che seguiva Michela».
Tutto è iniziato, quindi, in quel fatidico 2013. Gli anni in cui Paola Natalicchio ha amministrato la città sono stati gli stessi in cui Michela Murgia ha portato avanti il suo attivismo politico. A novembre del 2013 Murgia si è candidata alla presidenza della Regione Sardegna con "Sardegna Possibile".
«I nostri impegni politici si sono intrecciati, le campagne che tutte e due portavamo avanti erano strettamente connesse – racconta Natalicchio – Michela citava spesso Molfetta nei suoi discorsi politici, perché riteneva il nostro operato una fonte d'ispirazione per quel laboratorio di cittadinanza attiva in cui credeva fortemente».
Solo in seguito, a settembre 2014, in occasione della rassegna "Dialoghi" che si svolge a Trani, è avvenuto l'incontro personale tra Paola Natalicchio e Michela Murgia.
«Colsi l'occasione per invitarla a Molfetta, dove presentò il suo capolavoro "Chirù" nella Sala Consiliare a Palazzo di Città – aggiunge Natalicchio – ricordo benissimo quella serata, in cui Michela parlò di merito e di uguaglianza con tanti giovani attivisti con cui instaurò delle relazioni forti e con i quali, negli anni, è sempre voluta restare in contatto».
Quella non fu la mera presentazione di un libro, ma molto di più.
«Per me quel 22 febbraio fu una carezza che confermò quanto Michela fosse interessata a Molfetta – sottolinea Paola Natalicchio – voleva conoscere i luoghi e le persone, per cui parlò con i giovani, fece una passeggiata a Corso Dante e nelle vie del centro storico, ascoltò con curiosità la storia di Palazzo Giovene e di Piazza Municipio e ancora oggi le sono grata per tutto questo».
Paola Natalicchio ricorda Michela Murgia anche come una delle intellettuali più influenti nel polo progressista italiano. Simbolico l'incontro avvenuto dopo le elezioni europee nel 2019 a L'Espresso, per volontà di Marco Damilano, tra Michela Murgia, Paola Natalicchio ed Elly Schlein.
«L'ultima volta che ho visto Michela è stato lo scorso 8 maggio, al Teatro Carcano di Milano, in occasione di uno spettacolo teatrale strepitoso insieme alla scrittrice Chiara Valerio portato in scena pochi giorni dopo l'intervista in cui Michela aveva annunciato la sua malattia – prosegue Natalicchio – ho potuto vedere ancor di più quanto il pubblico, specialmente le donne e i giovani, riconoscessero Michela come una figura simbolo dei nostri tempi».
Ma l'aspetto che più ha colpito Paola Natalicchio in questo contesto è l'energia che Michela emanava nonostante avesse un carcinoma renale al quarto stadio.
«Michela indossava la feroce malattia che aveva senza che gli altri si accorgessero del peso – commenta – ricordo ancora la sua ironia quella sera, fu incredibile».
Michela Murgia è un'intellettuale che ha sicuramente lasciato un segno indelebile.
«Michela aveva uno sguardo lungo sull'attualità – conclude Natalicchio – la ricorderò sempre come un'intellettuale con la testa nel cielo, come una persona attenta ai territori in cui era presente e come una delle più grandi scrittrici dei nostri giorni, parte del nostro patrimonio letterario».
Paola Natalicchio, allora sindaco di Molfetta, racconta alla redazione di MolfettaViva il suo rapporto con la scrittrice e la sua vicinanza alla nostra città.
«Il mio legame con Michela Murgia è stato prima quel legame che si crea tra una lettrice e la propria scrittrice preferita – esordisce – fino a quando, nel 2013, a seguito della pubblicazione del mio libro "Il regno di Op", non ho conosciuto Paola Gallo, editor di Einaudi che seguiva Michela».
Tutto è iniziato, quindi, in quel fatidico 2013. Gli anni in cui Paola Natalicchio ha amministrato la città sono stati gli stessi in cui Michela Murgia ha portato avanti il suo attivismo politico. A novembre del 2013 Murgia si è candidata alla presidenza della Regione Sardegna con "Sardegna Possibile".
«I nostri impegni politici si sono intrecciati, le campagne che tutte e due portavamo avanti erano strettamente connesse – racconta Natalicchio – Michela citava spesso Molfetta nei suoi discorsi politici, perché riteneva il nostro operato una fonte d'ispirazione per quel laboratorio di cittadinanza attiva in cui credeva fortemente».
Solo in seguito, a settembre 2014, in occasione della rassegna "Dialoghi" che si svolge a Trani, è avvenuto l'incontro personale tra Paola Natalicchio e Michela Murgia.
«Colsi l'occasione per invitarla a Molfetta, dove presentò il suo capolavoro "Chirù" nella Sala Consiliare a Palazzo di Città – aggiunge Natalicchio – ricordo benissimo quella serata, in cui Michela parlò di merito e di uguaglianza con tanti giovani attivisti con cui instaurò delle relazioni forti e con i quali, negli anni, è sempre voluta restare in contatto».
Quella non fu la mera presentazione di un libro, ma molto di più.
«Per me quel 22 febbraio fu una carezza che confermò quanto Michela fosse interessata a Molfetta – sottolinea Paola Natalicchio – voleva conoscere i luoghi e le persone, per cui parlò con i giovani, fece una passeggiata a Corso Dante e nelle vie del centro storico, ascoltò con curiosità la storia di Palazzo Giovene e di Piazza Municipio e ancora oggi le sono grata per tutto questo».
Paola Natalicchio ricorda Michela Murgia anche come una delle intellettuali più influenti nel polo progressista italiano. Simbolico l'incontro avvenuto dopo le elezioni europee nel 2019 a L'Espresso, per volontà di Marco Damilano, tra Michela Murgia, Paola Natalicchio ed Elly Schlein.
«L'ultima volta che ho visto Michela è stato lo scorso 8 maggio, al Teatro Carcano di Milano, in occasione di uno spettacolo teatrale strepitoso insieme alla scrittrice Chiara Valerio portato in scena pochi giorni dopo l'intervista in cui Michela aveva annunciato la sua malattia – prosegue Natalicchio – ho potuto vedere ancor di più quanto il pubblico, specialmente le donne e i giovani, riconoscessero Michela come una figura simbolo dei nostri tempi».
Ma l'aspetto che più ha colpito Paola Natalicchio in questo contesto è l'energia che Michela emanava nonostante avesse un carcinoma renale al quarto stadio.
«Michela indossava la feroce malattia che aveva senza che gli altri si accorgessero del peso – commenta – ricordo ancora la sua ironia quella sera, fu incredibile».
Michela Murgia è un'intellettuale che ha sicuramente lasciato un segno indelebile.
«Michela aveva uno sguardo lungo sull'attualità – conclude Natalicchio – la ricorderò sempre come un'intellettuale con la testa nel cielo, come una persona attenta ai territori in cui era presente e come una delle più grandi scrittrici dei nostri giorni, parte del nostro patrimonio letterario».