Se la crisi economica fa morire la tradizione
Solo due i pescherecci al sorteggio per l’8 settembre.
mercoledì 15 luglio 2015
7.25
Molfetta, tra le marinerie più rigogliose. Molfetta, porto di lampare e paranze. Molfetta, città della festa della Madonna dei Martiri, portata in processione in mare circondata da tutte le imbarcazioni locali.
Ormai, tutto questo è solo un triste ricordo. Il porto è sempre più malinconicamente vuoto, il faro lampeggia per richiamare barche che sempre più spesso lasciano le acque della città per trovare fortuna altrove e non tornano più, stanziandosi lì dove le acque sono più ricche.
Il declino della tradizione è ormai evidente.
Lampante è quanto successo domenica in occasione del sorteggio per il natante che sarà al centro dei festeggiamenti dell'8 settembre. Due sole le imbarcazioni presentatesi: il Pasquale e Cristina, dedito alla pescaturismo, e il Nicolangela (la barca sorteggiata), lampara della famiglia Gadaleta.
Troppo pesante la crisi economica che si è abbattuta sul reparto, troppo alti i costi da sostenere.
La razionalità che prevale sull'onore e l'orgoglio di portare il simulacro a bordo.
Perché, per partecipare alla festa servono risorse: basti pensare che il peschereccio viene rifatto nuovamente, dalla pittura alla pulizia. Per addobbarlo bisogna fermarsi e perdere parecchie giornate di lavoro, come del resto anche dopo, quando tutto finisce e bisogna riportarlo a come deve essere per usarlo nelle battute di pesca. A ciò si aggiungono i costi per gli ornamenti e per il cibo e le bevande che gli armatori devono offrire, come da tradizione, a chi invitano a bordo.
Perciò non deve sorprendere se anche quest'anno le barche che seguiranno la sagra a mare saranno sempre poche.
Ma, soprattutto, non deve sorprendere se magari il Nicolangela porterà la Madonna da solo. La decisione sulla "damigella" non è ancora stata svelata anche per via delle dimensioni del natante ( costruito ex novo qualche anno fa), più grande delle altre lampare molfettesi. Forse, allora, la scelta ricadrà su qualche peschereccio delle città limitrofe o sullo stesso Pasquale e Cristina.
La decisione sarà resa nota nei prossimi giorni.
Ormai, tutto questo è solo un triste ricordo. Il porto è sempre più malinconicamente vuoto, il faro lampeggia per richiamare barche che sempre più spesso lasciano le acque della città per trovare fortuna altrove e non tornano più, stanziandosi lì dove le acque sono più ricche.
Il declino della tradizione è ormai evidente.
Lampante è quanto successo domenica in occasione del sorteggio per il natante che sarà al centro dei festeggiamenti dell'8 settembre. Due sole le imbarcazioni presentatesi: il Pasquale e Cristina, dedito alla pescaturismo, e il Nicolangela (la barca sorteggiata), lampara della famiglia Gadaleta.
Troppo pesante la crisi economica che si è abbattuta sul reparto, troppo alti i costi da sostenere.
La razionalità che prevale sull'onore e l'orgoglio di portare il simulacro a bordo.
Perché, per partecipare alla festa servono risorse: basti pensare che il peschereccio viene rifatto nuovamente, dalla pittura alla pulizia. Per addobbarlo bisogna fermarsi e perdere parecchie giornate di lavoro, come del resto anche dopo, quando tutto finisce e bisogna riportarlo a come deve essere per usarlo nelle battute di pesca. A ciò si aggiungono i costi per gli ornamenti e per il cibo e le bevande che gli armatori devono offrire, come da tradizione, a chi invitano a bordo.
Perciò non deve sorprendere se anche quest'anno le barche che seguiranno la sagra a mare saranno sempre poche.
Ma, soprattutto, non deve sorprendere se magari il Nicolangela porterà la Madonna da solo. La decisione sulla "damigella" non è ancora stata svelata anche per via delle dimensioni del natante ( costruito ex novo qualche anno fa), più grande delle altre lampare molfettesi. Forse, allora, la scelta ricadrà su qualche peschereccio delle città limitrofe o sullo stesso Pasquale e Cristina.
La decisione sarà resa nota nei prossimi giorni.