Se i destini della Giunta regionale passano per Molfetta
Che ruolo avranno Guglielmo Minervini e Saverio Tammacco?
venerdì 5 giugno 2015
7.50
Conclusa la campagna acquisti (sarà il tempo a stabilire se in bene o in male), tocca adesso al mister (leggasi Michele Emiliano) stabilire con quale modulo schierare la propria formazione per farla rendere al meglio.
Perché un dato è certo: tra vecchie glorie e nomi nuovi, resta da stabilire gli equilibri. Che sono regionali ma che incideranno, e non poco, anche sulle varie situazioni locali nonché nazionali. Basti pensare al "modello Puglia", tanto voluto dal neo governatore: lavoro serrato con il Movimento 5 Stelle, alleanza magari non ufficiale ma ufficiosa. Quanto basta, tuttavia, per far avere qualche mal di pancia a Matteo Renzi.
Così, adesso c'è da capire quale effettiva fisionomia avrà il governo di Michele Emiliano.
Dieci saranno gli assessori: lo Statuto prevede che due possono essere esterni mentre, gioco forza, gli altri otto devono essere scelti tra i consiglieri eletti. E qui sorge già un problema: le quote rosa. Voci dicono che il sindaco di Puglia avrebbe dato mandato a una squadra di legali di studiare il modo di nominare cinque assessori esterni per ampliare le frecce nel suo arco. In sintesi: dopo il no di Laricchia all'assessorato all'ambiente, e quello che sembrerebbe essere arrivato anche dalle altre grilline, neo consigliere, Emiliano vorrebbe avere il potere di avere altre donne in ruoli nevralgici della sua squadra.
Squadra in cui Emiliano dovrà anche fare i conti con Molfetta, ovvero Guglielmo Minervini e Saverio Tammacco.
L'ex assessore alle politiche giovanili e ai trasporti dell'era Vendola che ruolo avrà? E' risaputo che i rapporti tra i due non sono idilliaci: molto hanno inciso le primarie del Pd e la volontà di Minervini di lasciare il Partito democratico per Noi a sinistra con la Puglia in una campagna elettorale in cui si è sì appoggiato il candidato del centro sinistra ma con parecchie critiche ad alleanze e coalizione.
"Emiliano non lo vorrebbe in giunta, visti i trascorsi burrascosi alle Primarie. Se potrà, lo destinerà alla presidenza dell'Aula, secondo la prassi pluridecennale che il capo della giunta e il presidente del Consiglio appartengano a partiti diversi, consuetudine interrotta da Vendola negli ultimi 5 anni", scrive Francesco Strippoli sul Corriere del Mezzogiorno.
L'ex sindaco di Bari riuscirebbe a far convivere il suo carisma con quello dell'ex sindaco di Molfetta in un ruolo così cruciale? Chissà.
C'è poi Saverio Tammacco. Con novemila e passa voti, ha contribuito, e non poco, alla vittoria di Emiliano, un ruolo di rappresentatività sembra quasi rivendicabile. Ma come concilierebbe con la sua posizione all'opposizione con il centro destra nel consiglio comunale di Molfetta?
Perché un dato è certo: tra vecchie glorie e nomi nuovi, resta da stabilire gli equilibri. Che sono regionali ma che incideranno, e non poco, anche sulle varie situazioni locali nonché nazionali. Basti pensare al "modello Puglia", tanto voluto dal neo governatore: lavoro serrato con il Movimento 5 Stelle, alleanza magari non ufficiale ma ufficiosa. Quanto basta, tuttavia, per far avere qualche mal di pancia a Matteo Renzi.
Così, adesso c'è da capire quale effettiva fisionomia avrà il governo di Michele Emiliano.
Dieci saranno gli assessori: lo Statuto prevede che due possono essere esterni mentre, gioco forza, gli altri otto devono essere scelti tra i consiglieri eletti. E qui sorge già un problema: le quote rosa. Voci dicono che il sindaco di Puglia avrebbe dato mandato a una squadra di legali di studiare il modo di nominare cinque assessori esterni per ampliare le frecce nel suo arco. In sintesi: dopo il no di Laricchia all'assessorato all'ambiente, e quello che sembrerebbe essere arrivato anche dalle altre grilline, neo consigliere, Emiliano vorrebbe avere il potere di avere altre donne in ruoli nevralgici della sua squadra.
Squadra in cui Emiliano dovrà anche fare i conti con Molfetta, ovvero Guglielmo Minervini e Saverio Tammacco.
L'ex assessore alle politiche giovanili e ai trasporti dell'era Vendola che ruolo avrà? E' risaputo che i rapporti tra i due non sono idilliaci: molto hanno inciso le primarie del Pd e la volontà di Minervini di lasciare il Partito democratico per Noi a sinistra con la Puglia in una campagna elettorale in cui si è sì appoggiato il candidato del centro sinistra ma con parecchie critiche ad alleanze e coalizione.
"Emiliano non lo vorrebbe in giunta, visti i trascorsi burrascosi alle Primarie. Se potrà, lo destinerà alla presidenza dell'Aula, secondo la prassi pluridecennale che il capo della giunta e il presidente del Consiglio appartengano a partiti diversi, consuetudine interrotta da Vendola negli ultimi 5 anni", scrive Francesco Strippoli sul Corriere del Mezzogiorno.
L'ex sindaco di Bari riuscirebbe a far convivere il suo carisma con quello dell'ex sindaco di Molfetta in un ruolo così cruciale? Chissà.
C'è poi Saverio Tammacco. Con novemila e passa voti, ha contribuito, e non poco, alla vittoria di Emiliano, un ruolo di rappresentatività sembra quasi rivendicabile. Ma come concilierebbe con la sua posizione all'opposizione con il centro destra nel consiglio comunale di Molfetta?