Schiuma e fanghi allo sbocco del depuratore. Di nuovo
Ennesimo esposto, depositato in procura dalla Lac Puglia
martedì 30 settembre 2014
7.32
Nuovo esposto alla Procura di Trani, nel mirino, ancora una volta, il "solito" tratto di mare, quello a nord di Molfetta più precisamente lo sbocco del depuratore di Molfetta in zona Torre Calderina.
Durante un giro di vigilanza del territorio, i volontari della LAC Puglia hanno fotografato nuovamente la presenza di forte concentrazione di schiuma e fanghi allo sbocco del depuratore di Molfetta, una lingua di oltre duecento metri lineari a monte ed a valle dello sbocco, ed hanno avuto modo di apprezzare oltre ad un odore nauseabondo e tipico dei tensioattivi.
Schiuma e fanghi presenti anche sulla battigia. Decisamente una cornice già vista in diverse altre occasioni e che mette in evidenza per l'ennesima volta, qualora ve ne fosse bisogno, la necessità di sistemare l'impianto di depurazione ma anche l'intero tratto di costa di Torre Calderina. Un'area che resta comunque destinata alla sosta dell'avifauna migratoria. Ed è proprio in questi giorni, che si registra un buon passo di migratori come documentato anche da alcuni fotogrammi effettuati dagli attivisti della LAC che riprendono alcune cicogne mentre sorvolano proprio lo scarico molfettese. Insomma uno spettacolo che le 5 cicogne non avranno certamente apprezzato.
La LAC Puglia (lega per l'abolizione della caccia) per il tramite del suo delegato Pasquale Salvemini ha presentato un ulteriore esposto alla procura di Trani chiedendo di accertare eventuali responsabili di tale scempio che ormai pare essere indelebile in quel tratto di costa. Ma non finisce qui purtroppo, ancora pescatori a ridosso dello scarico.
«Non finiremo mai di monitorare tutta la zona - - ha dichiarato Pasquale Salvemini, delegato regionale della Lac - al fine di predisporre una mappatura precisa e puntuale sui quattro scarichi che invadono quel tratto di costa. Ed è appena cominciata, grazie alla disponibilità di alcuni sub esperti, la mappatura di tutto il fondale marino dell'area».
Durante un giro di vigilanza del territorio, i volontari della LAC Puglia hanno fotografato nuovamente la presenza di forte concentrazione di schiuma e fanghi allo sbocco del depuratore di Molfetta, una lingua di oltre duecento metri lineari a monte ed a valle dello sbocco, ed hanno avuto modo di apprezzare oltre ad un odore nauseabondo e tipico dei tensioattivi.
Schiuma e fanghi presenti anche sulla battigia. Decisamente una cornice già vista in diverse altre occasioni e che mette in evidenza per l'ennesima volta, qualora ve ne fosse bisogno, la necessità di sistemare l'impianto di depurazione ma anche l'intero tratto di costa di Torre Calderina. Un'area che resta comunque destinata alla sosta dell'avifauna migratoria. Ed è proprio in questi giorni, che si registra un buon passo di migratori come documentato anche da alcuni fotogrammi effettuati dagli attivisti della LAC che riprendono alcune cicogne mentre sorvolano proprio lo scarico molfettese. Insomma uno spettacolo che le 5 cicogne non avranno certamente apprezzato.
La LAC Puglia (lega per l'abolizione della caccia) per il tramite del suo delegato Pasquale Salvemini ha presentato un ulteriore esposto alla procura di Trani chiedendo di accertare eventuali responsabili di tale scempio che ormai pare essere indelebile in quel tratto di costa. Ma non finisce qui purtroppo, ancora pescatori a ridosso dello scarico.
«Non finiremo mai di monitorare tutta la zona - - ha dichiarato Pasquale Salvemini, delegato regionale della Lac - al fine di predisporre una mappatura precisa e puntuale sui quattro scarichi che invadono quel tratto di costa. Ed è appena cominciata, grazie alla disponibilità di alcuni sub esperti, la mappatura di tutto il fondale marino dell'area».