Ricostruito il volto del cavaliere di Castiglione: al lavoro anche una esperta molfettese
Si tratta della dottoressa Fabrizia Andriani
lunedì 1 maggio 2017
L'Italia è uno dei Paesi al mondo con più scavi e ritrovamenti archeologici, luogo di origine di reperti invidiati da tutto il mondo. Allo stesso tempo, però, l'archeologia nel Bel Paese è un campo caratterizzato da croniche mancanze di fondi e precarietà per gli addetti ai lavori. Ma nonostante alcune criticità del settore c'è ancora oggi qualcuno che vuole fornirci indicazioni sulla vita quotidiana dei nostri antenati. «Si tratta - dichiara il Prof. Sandro Sublimi Saponetti - di un felice connubio tra scienza, arte e scienze umane, di un progetto multidisciplinare di alto livello in cui si uniscono intelligenze di diversa formazione e competenza, caratterizzato da collaborazione, integrazione e discussione dei dati».
«Il Laboratorio di Antropologia del Dipartimento di Biologia dell'Uniba - spiega la Dott.ssa molfettese Fabrizia Andriani (classe 1991) - sta portando avanti l'attività di ricerca svolta su materiale osteologico rinvenuto in scavi archeologici. Su tale materiale vengono svolti una molteplicità di studi, in primis quelli antropologici, i quali si occupano della ricostruzione del profilo biologico dell'individuo, della valutazione del sesso e dell'età di morte, oltre che, della diagnostica differenziale delle patologie e dell'eventuale causa di morte degli stessi».
All'area archeologica, dunque, serve una voce e servono dei corpi per raccontare cosa siano i suoi resti e cosa rappresentano. Secondo il Prof. Sublimi Saponetti «la nostra attività non si limita allo stretto ambito dei laboratori, ma investe anche un fecondo rapporto col territorio, gli enti, le amministrazioni, gli organismi di tutela per progettare insieme lo sviluppo e la valorizzazione dei nostri numerosissimi beni culturali».
Generalmente, gli studi effettuati dal Laboratorio di Antropologia del Dipartimento di Biologia dell'Uniba, si affacciano su un intervallo di tempo che va dal quinto millennio a.C. fino alla fine del Medioevo (1492). Un esempio, ultimamente portato a termine, è quello del "cavaliere di Castiglione", un individuo rinvenuto appunto a Castiglione (antico borgo medievale limitrofo a Conversano), sul quale sono stati effettuati una serie di studi, ricostruzione del volto compresa.
«L'indagine è a tutto campo - continua Sublimi Saponetti - e spazia dallo studio dell'ambiente naturale, alla storia, l'archeologia, gli studi architettonici, l'antropologia, la chimica della paleonutrizione, le indagini biomolecolari, le scansioni tomografiche computerizzate, le tecnologie digitali e la stampa 3D, le tecniche forensi di ricostruzione forense del volto a partire dal cranio, l'esperienza artistica di modellazione e scultura, la storia del costume nelle varie epoche. E siamo in attesa dei risultati del radiocarbonio, del DNA antico e del rapporto degli isotopi di H e N».
«Siamo attivi non solo sul territorio - asserisce la giovane dottoressa - (attraverso molteplici collaborazioni con la Soprintendenza Archeologia, belle Arti e paesaggio per la città metropolitana di Bari) ma anche su scala internazionale in quanto siamo in partnership con l'Università di La Trobe in Australia». «Vorremmo quindi, - conclude il Prof. Sublimi Saponetti - con questa indagine, indicare un percorso possibile, un lavoro guida di progettualità integrata tra studi di varia origine, che costituisca una sorta di protocollo d'indagine nella fruizione dei beni culturali della nostra regione».
La molfettese, Fabrizia Andriani, studiosa, che cerca tra la polvere antichità sepolte si è prettamente occupata, della parte statistica del campione, valutando legami di parentela e flussi migratori. Oltre a lei il gruppo di ricerca del Laboratorio di Antropologia guidato dal Prof. Sandro Sublimi Saponetti è costituito da altre giovani dottoresse fra cui Francesca Baldassarre, Ginevra Panzarino, Emanuela Bertini, Maria Iodice, Ilaria Vigliarolo.
Per la bontà del progetto portato avanti, fondamentale è stata la collaborazione tra il Politecnico di Bari (Dipartimento di Scienze dell'Ingegneria Civile e dell'Architettura), l'Università degli Studi di Pisa (Dipartimento di Biologia), La Trobe University, Melburne, AUS (Department of Archaeology and History), il Polo Museale della Puglia, l'I.R.C.C.S. Ente Ospedaliero S. De Bellis di Castellana, l'Associazione di promozione sociale Polyxena e alcune professionalità fra cui scultori, storici, storici dell'arte, archeologi, enti privati e studenti del corso di laurea magistrale in Scienze della Natura (Uniba).
«Il Laboratorio di Antropologia del Dipartimento di Biologia dell'Uniba - spiega la Dott.ssa molfettese Fabrizia Andriani (classe 1991) - sta portando avanti l'attività di ricerca svolta su materiale osteologico rinvenuto in scavi archeologici. Su tale materiale vengono svolti una molteplicità di studi, in primis quelli antropologici, i quali si occupano della ricostruzione del profilo biologico dell'individuo, della valutazione del sesso e dell'età di morte, oltre che, della diagnostica differenziale delle patologie e dell'eventuale causa di morte degli stessi».
All'area archeologica, dunque, serve una voce e servono dei corpi per raccontare cosa siano i suoi resti e cosa rappresentano. Secondo il Prof. Sublimi Saponetti «la nostra attività non si limita allo stretto ambito dei laboratori, ma investe anche un fecondo rapporto col territorio, gli enti, le amministrazioni, gli organismi di tutela per progettare insieme lo sviluppo e la valorizzazione dei nostri numerosissimi beni culturali».
Generalmente, gli studi effettuati dal Laboratorio di Antropologia del Dipartimento di Biologia dell'Uniba, si affacciano su un intervallo di tempo che va dal quinto millennio a.C. fino alla fine del Medioevo (1492). Un esempio, ultimamente portato a termine, è quello del "cavaliere di Castiglione", un individuo rinvenuto appunto a Castiglione (antico borgo medievale limitrofo a Conversano), sul quale sono stati effettuati una serie di studi, ricostruzione del volto compresa.
«L'indagine è a tutto campo - continua Sublimi Saponetti - e spazia dallo studio dell'ambiente naturale, alla storia, l'archeologia, gli studi architettonici, l'antropologia, la chimica della paleonutrizione, le indagini biomolecolari, le scansioni tomografiche computerizzate, le tecnologie digitali e la stampa 3D, le tecniche forensi di ricostruzione forense del volto a partire dal cranio, l'esperienza artistica di modellazione e scultura, la storia del costume nelle varie epoche. E siamo in attesa dei risultati del radiocarbonio, del DNA antico e del rapporto degli isotopi di H e N».
«Siamo attivi non solo sul territorio - asserisce la giovane dottoressa - (attraverso molteplici collaborazioni con la Soprintendenza Archeologia, belle Arti e paesaggio per la città metropolitana di Bari) ma anche su scala internazionale in quanto siamo in partnership con l'Università di La Trobe in Australia». «Vorremmo quindi, - conclude il Prof. Sublimi Saponetti - con questa indagine, indicare un percorso possibile, un lavoro guida di progettualità integrata tra studi di varia origine, che costituisca una sorta di protocollo d'indagine nella fruizione dei beni culturali della nostra regione».
La molfettese, Fabrizia Andriani, studiosa, che cerca tra la polvere antichità sepolte si è prettamente occupata, della parte statistica del campione, valutando legami di parentela e flussi migratori. Oltre a lei il gruppo di ricerca del Laboratorio di Antropologia guidato dal Prof. Sandro Sublimi Saponetti è costituito da altre giovani dottoresse fra cui Francesca Baldassarre, Ginevra Panzarino, Emanuela Bertini, Maria Iodice, Ilaria Vigliarolo.
Per la bontà del progetto portato avanti, fondamentale è stata la collaborazione tra il Politecnico di Bari (Dipartimento di Scienze dell'Ingegneria Civile e dell'Architettura), l'Università degli Studi di Pisa (Dipartimento di Biologia), La Trobe University, Melburne, AUS (Department of Archaeology and History), il Polo Museale della Puglia, l'I.R.C.C.S. Ente Ospedaliero S. De Bellis di Castellana, l'Associazione di promozione sociale Polyxena e alcune professionalità fra cui scultori, storici, storici dell'arte, archeologi, enti privati e studenti del corso di laurea magistrale in Scienze della Natura (Uniba).