«Scarichi irregolari nella zona Asi di Molfetta», 17 ispezioni e 4 indagati
L'accusa della Procura di Trani: inquinamento ambientale e violazioni del testo unico ambientale. Tra gli indagati c'è il presidente Vulcano
martedì 3 settembre 2024
16.56
La Capitaneria di Porto hanno eseguito un decreto di ispezione della Procura della Repubblica di Trani a carico di 17 ditte commerciali interne al consorzio Asi di Molfetta. L'ipotesi è che abbiano violato le varie norme ambientali che regolano gli scarichi fognari, sversando direttamente nella falda i reflui ritenuti inquinanti.
Sono quattro le persone a cui sono stati notificati gli avvisi di garanzia nell'indagine diretta dal pubblico ministero Marco Gambardella: si tratta del presidente del Consorzio, Pierluigi Vulcano, del direttore generale Domenico Mariani, di Giuseppe Riccardi, presidente di Asi spa, e Pierluca Macchia, responsabile tecnico Asi spa, in qualità di proprietari e di gestori della sede. Per tutti l'accusa, contestata in concorso, è inquinamento ambientale e violazioni del testo unico ambientale.
Per tutti l'accusa è di concorso in inquinamento ambientale e violazioni del decreto legislativo n. 152/2016, ovvero «condotte omissive» da parte dei vertici Asi. Secondo quanto emerso, i quattro indagati avrebbero consentito «la prosecuzione da parte delle aziende presenti nella zona Asi di Molfetta, di scarichi abusivi di acque reflue sia industriali sia di dilavamento» che avrebbero poi determinato «l'inquinamento della falda acquifera e di porzioni significative del sottosuolo».
L'attività di indagine, che ha visto gli uomini della Guardia Costiera impegnati nei mesi scorsi in attività d'acquisizione documentale, intende accertare «il corretto trattamento dei reflui industriali prodotti all'interno delle aree commerciali inserite all'interno del consorzio» di Molfetta e verificare «il possesso delle prescritte autorizzazioni ambientali per l'esercizio delle singole attività e dell'eventuale compromissione dell'ambiente marino-costiero circostante», è spiegato una nota.
60 i militari del Nucleo Speciale di Intervento della Capitaneria di Porto e della Direzione Marittima di Bari arrivati stamane a Molfetta, con l'ausilio un elicottero e tre biologi. Nel corso delle scorse settimane, il personale ha anche eseguito esami e attività di monitoraggio ambientale. Inoltre, sono stati acquisiti documenti tra gli uffici della Regione Puglia, Comune di Molfetta, Città Metropolitana di Bari, Arpa Puglia, Acquedotto Pugliese, Consorzio Asi e Autorità Idrica Pugliese.
«Abbiamo sempre collaborato con la magistratura - dicono dal Consorzio Asi di Molfetta - fornendo tutta la documentazione richiesta. Quando è emersa la prova fotografica di un possibile scarico abusivo, abbiamo rapidamente effettuato un sopralluogo con i nostri tecnici segnalando noi alla Procura ciò che è emerso».
Sono quattro le persone a cui sono stati notificati gli avvisi di garanzia nell'indagine diretta dal pubblico ministero Marco Gambardella: si tratta del presidente del Consorzio, Pierluigi Vulcano, del direttore generale Domenico Mariani, di Giuseppe Riccardi, presidente di Asi spa, e Pierluca Macchia, responsabile tecnico Asi spa, in qualità di proprietari e di gestori della sede. Per tutti l'accusa, contestata in concorso, è inquinamento ambientale e violazioni del testo unico ambientale.
Per tutti l'accusa è di concorso in inquinamento ambientale e violazioni del decreto legislativo n. 152/2016, ovvero «condotte omissive» da parte dei vertici Asi. Secondo quanto emerso, i quattro indagati avrebbero consentito «la prosecuzione da parte delle aziende presenti nella zona Asi di Molfetta, di scarichi abusivi di acque reflue sia industriali sia di dilavamento» che avrebbero poi determinato «l'inquinamento della falda acquifera e di porzioni significative del sottosuolo».
L'attività di indagine, che ha visto gli uomini della Guardia Costiera impegnati nei mesi scorsi in attività d'acquisizione documentale, intende accertare «il corretto trattamento dei reflui industriali prodotti all'interno delle aree commerciali inserite all'interno del consorzio» di Molfetta e verificare «il possesso delle prescritte autorizzazioni ambientali per l'esercizio delle singole attività e dell'eventuale compromissione dell'ambiente marino-costiero circostante», è spiegato una nota.
60 i militari del Nucleo Speciale di Intervento della Capitaneria di Porto e della Direzione Marittima di Bari arrivati stamane a Molfetta, con l'ausilio un elicottero e tre biologi. Nel corso delle scorse settimane, il personale ha anche eseguito esami e attività di monitoraggio ambientale. Inoltre, sono stati acquisiti documenti tra gli uffici della Regione Puglia, Comune di Molfetta, Città Metropolitana di Bari, Arpa Puglia, Acquedotto Pugliese, Consorzio Asi e Autorità Idrica Pugliese.
«Abbiamo sempre collaborato con la magistratura - dicono dal Consorzio Asi di Molfetta - fornendo tutta la documentazione richiesta. Quando è emersa la prova fotografica di un possibile scarico abusivo, abbiamo rapidamente effettuato un sopralluogo con i nostri tecnici segnalando noi alla Procura ciò che è emerso».