Scandalo "appalti" al Comune di Molfetta. Minervini al Consiglio: «Resto alla guida della città»
Le parole del sindaco alla massima assise cittadina
lunedì 16 novembre 2020
16.33
Niente dimissioni. Tommaso Minervini resta alla guida della città di Molfetta, a maggior ragione alla luce della grave situazione pandemica e dell'emergenza sanitaria in corso.
Il sindaco si rivolge al Consiglio Comunale, convocato nel pomeriggio di oggi, per meglio appurare quanto accaduto a proposito degli avvisi di garanzia di cui è stato destinatario nel procedimento, condotto dalla Procura di Trani, relativo agli appalti per la riqualificazione di Piazza Aldo Moro e i lavori necessari per la ripresa del cantiere del porto.
La decisione di non lasciare la guida del Comune Minervini l'aveva già ampiamente affermata nell'immediatezza degli eventi di cronaca. Ora la riconferma che parte dalla piena di convinzione di poter chiarire alle competenti autorità giudiziarie la propria posizione, forte di oltre 43 anni al servizio delle istituzioni sia come professionista sia come amministratore.
«La mia storia è lì», commenta un quasi commosso Minervini davanti al Consiglio comunale.
«La responsabilità penale è personale e io voglio chiarire il prima possibile una storia pubblica per la quale oggi mi ritrovo a svolgere la funzione di sindaco per un mandato che ho interpretato con l'obbligo del fare e tanto è stato fatto, forse troppo. Il tempo e la serena austerità della giustizia farà emergere la verità sostanziale», ha continuato il primo cittadino che si appella al valore della trasparenza che da sempre ha contraddistinto la propria persona.
«Da subito mi sono messo a disposizione anche per garantire la piena agibilità della funzione di sindaco in un grave momento di emergenza sanitaria», ha concluso Minervini.
Il sindaco si rivolge al Consiglio Comunale, convocato nel pomeriggio di oggi, per meglio appurare quanto accaduto a proposito degli avvisi di garanzia di cui è stato destinatario nel procedimento, condotto dalla Procura di Trani, relativo agli appalti per la riqualificazione di Piazza Aldo Moro e i lavori necessari per la ripresa del cantiere del porto.
La decisione di non lasciare la guida del Comune Minervini l'aveva già ampiamente affermata nell'immediatezza degli eventi di cronaca. Ora la riconferma che parte dalla piena di convinzione di poter chiarire alle competenti autorità giudiziarie la propria posizione, forte di oltre 43 anni al servizio delle istituzioni sia come professionista sia come amministratore.
«La mia storia è lì», commenta un quasi commosso Minervini davanti al Consiglio comunale.
«La responsabilità penale è personale e io voglio chiarire il prima possibile una storia pubblica per la quale oggi mi ritrovo a svolgere la funzione di sindaco per un mandato che ho interpretato con l'obbligo del fare e tanto è stato fatto, forse troppo. Il tempo e la serena austerità della giustizia farà emergere la verità sostanziale», ha continuato il primo cittadino che si appella al valore della trasparenza che da sempre ha contraddistinto la propria persona.
«Da subito mi sono messo a disposizione anche per garantire la piena agibilità della funzione di sindaco in un grave momento di emergenza sanitaria», ha concluso Minervini.